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La famosa leggenda metropolitana delle vipere lanciate dagli elicotteri

Una delle leggende metropolitane più assurde e durature sui serpenti, sostiene che le vipere vengano lanciate in giro per i boschi dagli elicotteri. Ma come nasce questa storia? Cerchiamo di fare chiarezza.

8 Giugno 2022
16:48
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Tra le tante leggende e credenze legate al mondo degli animali ce n'è una in particolare, estremamente pittoresca oltre che assurda, che a distanza di molti decenni continua ancora oggi a resistere: quella delle vipere lanciate dagli elicotteri. Sicuramente quelli di voi più appassionati al folklore e alle leggende metropolitane ne avranno sentito parlare, poiché la storia del lancio di serpi velenose dall'alto è talmente tanto radicata che ha persino una sua pagina su Wikipedia.

Ma da dove nasce questa leggenda metropolitana? E cosa racconta? Secondo i sostenitori di questa bizzarra storia ci sarebbe qualcuno che periodicamente organizza ripopolamenti di serpenti velenosi spargendoli in giro con opportuni e mirati lanci aerei, talvolta sfruttando elicotteri, altre con piccoli velivoli leggeri.

Una versione rettiliana identica a un'altra leggenda, quella dei lupi, anch'essi resi dei paracadutisti secondo qualcuno per ripopolare il nostro territorio.

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Sarebbero questi, più o meno, gli avvertimenti presenti sulle scatole lanciate dagli elicotteri

I colpevoli variano a seconda delle diverse tesi: c'è chi punta il dito contro il WWF, gli ambientalisti estremisti, i Verdi o i Carabinieri Forestali, intenzionati a salvaguardare la specie o nutrire i rapaci. Altri invece sostengono siano i cacciatori o i raccoglitori di funghi, troppo gelosi delle proprie montagne e desiderosi di tenere lontani i fastidiosi turisti dalle loro passioni. E perché no, qualcuno ha anche tirato dentro le case farmaceutiche che "come sempre non desiderano altro che arricchirsi sulla salute delle persone", in questo specifico caso aumentando le vendite di sieri e antidoti.

Ma sono soprattutto le modalità con cui avverrebbero i lanci la parte più fantasiosa e divertente della storia. C'è chi è pronto a giurare di aver ritrovato tra i boschi scatole di cartone o casse di legno con tanto di scritta in bella vista: "Attenzione rettili velenosi". E chi invece sostiene che verrebbero lanciate direttamente sfuse o in sacchetti di plastica e altri speciali contenitori che si aprirebbero all'impatto col suolo. Questo giustificherebbe, secondo loro, le foto di serpenti – vivi o morti – inaspettatamente osservati sugli alberi (che quasi mai sono vipere).

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Il biancone si nutre quasi esclusivamente di serpenti. Capita però che li perdano mentre sono in volo, facendoli così precipitare dal cielo

La spiegazione a queste apparentemente innaturali osservazioni sono diverse, ma facili da ricostruire. Molti serpenti italiani, per esempio il cervone, sono abili arrampicatori e particolarmente ghiotti di uova di uccelli. Non è raro, quindi, che si avventurino sulle chiome degli alberi in cerca di nidi. Per quanto riguarda i rettili morti trovati e appesi sugli alberi, il motivo è semplice e non di certo legato a paracaduti malfunzionanti.

Molti rapaci, soprattutto il biancone (chiamato anche "aquila dei serpenti"), si nutrono di serpenti. Capita spesso che li perdano mentre sono in volo, magari perché disturbati da altri rapaci o corvi e cornacchie. Oppure che precipitino al suo durante i bellissimi rituali di corteggiamento: le coppie di aquile e falchi spesso si scambiano doni nuziali in aria, compresi i serpenti. Qualche volta, un po' per inesperienza, un po' per distrazione, le prede possono sfuggire dagli artigli, precipitando così al suolo.

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Un quotidiano piemontese affronta la "psicosi" per i lanci di vipere alla fine degli anni 80

Non c'è nulla di vero, quindi, dietro queste storie, se non una sfrenata fantasia tendente al complottismo. Tuttavia, se pensate possa essere sciocco credere a una leggenda simile, sappiate che è stata alimentata per anni, anche dalla stampa.

A partire dalla fine degli anni 70 diverse testate, soprattutto in Nord Italia, raccontavano di questi misteriosi lanci o di inspiegabili invasioni, tant'è che persino la Forestale, i Parchi Nazionali e anche la Societas Herpetologica Italica, l'organizzazione scientifica che unisce gli studiosi italiani di anfibi e rettili, sono stati costretti a diffondere più volte comunicati di smentita, anche di recente. Tra l'altro nessuno in Italia ha mai effettuato ripopolamenti neanche via terra.

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Una vipera comune su un sentiero di montagna, quasi certamente non ci è arrivata grazie a un paracadute

Nel 1989 per esempio, La Stampa ha raccontato, con tanto di foto, del ritrovamento in Val Susa di misteriose scatole collegate a mini-paracadute, apparentemente destinate lanciare aspidi in giro per le montagne. La notizia allarmò e preoccupò un po' tutti, ma si scoprì successivamente che fu ovviamente solo uno scherzo ben architettato da qualche burlone. La storia resta comunque ben radicata e documentata nel folklore italiano ancora oggi, tant'è che Paolo Toselli, scrittore e ufologo italiano, ci ha persino scritto un libro dal titolo La famosa invasione delle vipere volanti.

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"Un testimone le ha viste cadere da un elicottero"

Per quanto riguarda invece la sua origine, come ogni buona leggenda che si rispetti, non è ancora del tutto chiara, nemmeno per i più attenti indagatori di misteri. Secondo diverse fonti pare sia partito tutto dalla vicina Francia negli anni 70. La diceria si sarebbe poi diffusa pian piano prima in Svizzera e poi in Piemonte, per diventare comune un po' in tutta Italia a partire dagli anni 90. Per qualcuno potrà sembrare assurda una credenza del genere, ma gli aspetti culturali e antropologici legati al simbolismo dei serpenti rendono la storia estremamente affascinante.

Se qualcun altro invece nutre ancora dei dubbi sull'infondatezza di queste teorie, rifletteteci: se voleste spargere in giro serpenti velenosi, tra l'altro di nascosto, usereste contenitori con tanto di avvertimento ben impresso sopra? E soprattutto, lo fareste noleggiando un costosissimo elicottero? Siamo sicuri ci siano ben altri modi molto più pratici ed economici per farlo con eguale successo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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