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16 Luglio 2023
12:00

Il saettone occhirossi (Zamenis lineatus)

Il saettone occhirossi è un serpente non velenoso della famiglia dei colubridi, endemico dell'Italia meridionale e della Sicilia. Il suo nome è dovuto al particolare colore rosso dell'iride e alle quattro linee longitudinali che corrono lungo il corpo, dalle forme particolarmente slanciate.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il saettone occhirossi (Zamenis lineatus) è una specie di serpente non velenoso endemica dell'Italia meridionale e della Sicilia e appartenente alla famiglia dei colubridi. Il suo nome è dovuto al particolare colore rosso dell'iride, ma il rettile è riconoscibile anche per le quattro linee longitudinali che corrono lungo il corpo e per le forme particolarmente slanciate.

Come è fatto il saettone occhirossi

Il saettone occhirossi è caratterizzato da 4 bande scure sul dorso e sui fianchi, più definite e sottili rispetto a quelle di Z. Longissimus, anche noto con il nome di Saettone o Colubro di Esculapio. Ha inoltre occhi piuttosto grandi, dalla pupilla rotonda (a differenza delle vipere) e l'iride rosso/marrone. Una particolarità, questa, che condivide con il colubro leopardino Z. situla. 

Secondo quanto descritto sul sito del Parco delle Dolomiti Lucane, la testa del saettone occhirossi ha una larghezza ridotta e non molto differente da quella del tronco. Il corpo generalmente non supera il metro e mezzo ma, eccezionalmente, può arrivare a misurare addirittura 160/200 centimetri. La rivista The Herpetological Bulletin, nel 2020, ha pubblicato uno studio condotto dalla Sicily Wildlife Fund ONLUS, secondo il quale il peso di un soggetto adulto arriva a circa 274 grammi. La popolazione siciliana osservata dai ricercatori, però, era isolata e gli adulti non superavano i 90 centimetri di lunghezza.

Alcuni individui più anziani sono di colore quasi uniforme e, in questo caso, hanno il ventre bianco giallastro, con screziature grigie soprattutto nella parte posteriore del corpo. In ogni caso, hanno colori più chiari rispetto a quelli di Z. longissimus.

Le sue squame sono lisce e lucenti e la testa ha una banda nera stretta tra gli occhi, che contrasta con il colore grigio pallido o giallastro di fondo. Man mano che il serpente cresce, i segni sul dorso si uniscono progressivamente e assumono colori più tenui. I giovani, invece, hanno colorazioni accese e contrastanti, con segni bruno-rossastri scuri sul dorso e sui fianchi.

Si può distinguere questa specie dal cervone (Elaphe quatuorlineata) in quanto la forma del corpo del saettone occhirossi è più slanciata. Inoltre il cervone non ha occhi rossi, ma neri.

Comportamento, riproduzione e alimentazione

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Foto da Wikimedia Commons

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano ha osservato e riportato, in un studio pubblicato nel 2022, un particolare comportamento difensivo del saettone occhirossi. In caso di minaccia, infatti, la specie può far vibrare la coda nell'intento di spaventare il malintenzionato e proteggersi.

Il saettone occhirossi inizia il letargo nei mesi autunnali e ritorna completamente attivo con l'alzarsi delle temperature, in primavera. Trascorre l'inverno nascosto in cavità tra le rocce, nei tronchi o nelle tane abbandonate dai roditori.

Essendo un abile arrampicatore, oltre a muoversi sul terreno, ha anche la possibilità di risalire i tronchi e cacciare sugli alberi, dove si nutre prevalentemente di nidiacei e uova. Quando caccia a terra, invece, sceglie piccoli mammiferi e rettili, che uccide per costrizione, dopo averli individuati grazie alla vista, che è particolarmente sensibile.

Il periodo riproduttivo ha inizio verso maggio/giugno e, in seguito al corteggiamento e al successivo accoppiamento, la femmina depone da 5 a 20 uova all'interno di nascondigli che ricordano i luoghi in cui trascorre l'inverno. Si tratta di una specie ovipara e la schiusa avviene dopo circa 2 mesi. I piccoli alla nascita misurano circa 20 centimetri e sono fin da subito indipendenti.

Habitat e distribuzione

La IUCN definisce la specie come endemica italiana, distribuita nel Sud della Penisola (Campania, Molise, Abruzzo, Puglia, Basilicata) e in Sicilia. I limiti settentrionali di diffusione della specie, però, non sono ancora certi. Le segnalazioni più a Nord provengono dalla Provincia di Roma, nei Monti Lepini. Secondo il sito The Reptile Database, inoltre, in passato sono stati segnalati avvistamenti (mai accertati) in Sardegna.

È presente in una vasta gamma di ambienti, come boschi misti, macchia e cespugli bassi, zone semi coltivate e incolte, ma anche nei pressi di siepi e aree aperte posizionate dal livello del mare fino al massimo a 1600 metri di quota.

Secondo uno studio del 2017, condotto dal Dipartimento di Scienze della Salute, della Vita e dell'Ambiente dell'Università dell'Aquila, la dimensione dell'areale della specie nel nostro paese è ulteriormente ridotta rispetto a quanto rilevato precedentemente e vi è inoltre la possibilità che l'ibridazione con Z. longissimus, in particolare nella zona di contatto orientale dell'habitat dei due colubridi, stia aumentando il rischio di estinzione del saettone occhirossi.

Ecosistema e rapporto con l'uomo

Il saettone occhirossi ha un importante ruolo ecosistemico, ovvero quello del controllo delle specie di cui si nutre, in particolare i piccoli roditori. Purtroppo, però, è minacciato dalla frammentazione del suo habitat, causata dalle pratiche agricole industriali, che nel nostro paese sono sempre più diffuse. Anche gli investimenti stradali rappresentano, inoltre, un'importante causa di morte.

Per questi motivi, la specie è elencata nell'appendice II della Convenzione di Berna e nell'Allegato II della Direttiva Habitat (92/43/CEE).

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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