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13 Agosto 2023
12:00

Il cobra reale (Ophiophagus hannah)

Il cobra reale è il più lungo serpente velenoso del mondo. Vive in Asia meridionale e, se minacciato, può essere molto aggressivo. Il suo veleno è potentissimo e potenzialmente letale per l'uomo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il cobra reale (Ophiophagus hannah) è un serpente velenoso appartenente alla famiglia Elapidi, diffuso in Asia orientale, dalla Cina alla Malesia. Viene considerato il più lungo serpente velenoso del mondo e, infatti, può superare i cinque metri di lunghezza.

Il suo aspetto varia molto da zona a zona e, infatti, uno studio condotto in India e pubblicato nel 2022, ha dimostrato che non si tratta di un'unica specie, bensì di quattro diversi cobra reali caratterizzati da differenti dettagli morfologici e comportamentali. I ricercatori della Maharaja Shrirama Chandra Bhanja Deo University di Takatpur (India) hanno quindi definito l'esistenza del Western Ghats (India sudoccidentale), del cobra reale Indocinese (India orientale e Cina), Indomalese (Indonesia e Malesia) e dell'isola di Luzon (Filippine). La nomenclatura zoologica ufficiale, però, arriverà solo in seguito alla conferma da parte della Commissione internazionale.

Tutti i cobra reali hanno un corpo robusto, con la testa larga e due squame postoccipitali, poste quindi nella parte posteriore della testa, che, in caso di minaccia, vengono aperte per spaventare l'avventore. Questo comportamento conferisce al serpente un aspetto particolarmente minaccioso.

Rispetto ad altre specie appartenenti alla famiglia degli elapidi, come ad esempio i Taipan dell'interno (Oxyuranus microlepidotus), il cobra reale ha un comportamento più aggressivo, in particolare durante il periodo in cui protegge le uova. Il veleno di cui è dotato, inoltre, è molto potente e può risultare mortale per l'uomo.

Non bisogna, però, confondere queste specie con i cobra del genere Naja, come ad esempio il cobra indiano (Naja naja), anche detto cobra dagli occhiali per via del disegno che presenta sulle squame del collo, le quali si aprono fino a formare quasi un cerchio.

Come è fatto il cobra reale

Il cobra reale è un serpente dalla lunghezza piuttosto elevata, che può raggiungere e, talvolta, addirittura superare i 5 metri. Anche il peso è impressionante, basti pensare che, secondo quanto riportato sul sito ufficiale dei Parchi Naturali Thailandesi, l'individuo più pesante mai osservato superava i 12 chili. Si trattava di un soggetto catturato a Singapore negli anni Cinquanta del secolo scorso. Il dimorfismo sessuale della specie è reso evidente dal fatto che le femmine sono leggermente più piccole.

Il corpo del cobra reale varia in base all'età. Le diverse popolazioni, inoltre, presentano colorazioni differenti. Generalmente è giallo, verde, marrone o anche completamente nero. Presenta inoltre alcune bande trasversali giallastre o bianche. Il ventre può essere di colore uniforme o a sua volta presentare strisce più chiare. Anche la gola è di colore giallo più chiaro e può tendere al color crema.

Ciò che più lo contraddistingue, però, è la presenza di due squame postoccipitali che, quando vengono espanse, gli conferiscono un aspetto ancora più imponente.

Secondo quanto descritto dallo Smithsonian's conservation biology institute di Washington, i denti veleniferi del cobra reale possono raggiungere una lunghezza di un centimetro e, in seguito all'ingestione della preda, vengono inclinati verso la parte posteriore della bocca, in modo da spingerla verso lo stomaco.

Nonostante il nome, i cobra reali non sono veri e propri cobra, in quanto risultano essere imparentati più strettamente con i mamba. Uno studio pubblicato dal Venom Research and Toxicology Laboratory del Dipartimento di Farmacologia dell'Università di Kuala Lumpur, in Malesia, ha dimostrato attraverso l'analisi del DNA mitocondriale dei serpenti appartenenti a queste specie, che vi è una profonda differenza filogenetica rispetto alle specie del genere Naja.

Habitat, distribuzione e conservazione

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Il cobra reale non vive in Italia, ma è distribuito nel subcontinente indiano, nei paesi del Sud-Est asiatico e nelle isole meridionali dell'Asia orientale, dove però è piuttosto raro. Più nello specifico, si può inoltre osservare in Bangladesh, Bhutan, Birmania, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Nepal, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

Vive nelle fitte foreste tropicali degli altipiani e predilige le zone che alternano terra a laghi e ruscelli. Il suo home range misura mediamente 6,3 km². Si adatta anche alla vita nelle foreste fitte e nei boschi di bambù, nelle aree agricole adiacenti agli ambienti isolati e nelle fitte paludi di mangrovie. I suoi habitat, però, sono spesso a rischio a causa della deforestazione e la sopravvivenza della specie è messa a repentaglio anche per le catture causate dal commercio internazionale di specie esotiche e per l'utilizzo che viene fatto della sua pelle e del suo corpo nella medicina tradizionale.

A causa del suo veleno e dei rischi che esso comporta per l'uomo, il cobra reale viene anche attivamente perseguitato dagli esseri umani. La IUCN, da oltre dieci anni considera infatti il cobra reale vulnerabile e, in uno studio pubblicato nel 2012 viene sottolineato che, localmente, il numero potrebbe diminuire addirittura dell'80% in 10 anni.

Alimentazione

I cobra reali si nutrono prevalentemente di animali a sangue freddo e, in particolare, di altri serpenti. La parola Ophiophagus, infatti deriva dal greco e significa proprio "mangiatore di serpenti". Alcuni esemplari sviluppano una dieta particolarmente rigida e si dedicano a una sola specie, rifiutando altre opportunità alimentari. Questa abitudine, però, rappresenta una scelta che riduce le possibilità di sopravvivenza.

Avendo un areale di distribuzione piuttosto ampio, le specie predate sono numerose, ma tra quelle consumate più frequentemente vi sono Ptyas mucosa e numerosi serpenti appartenenti al genere dei pitoni.

Il Museo di Zoologia del Michigan descrive le abitudini alimentari dei cobra reali e sottolinea che, grazie alla potenza del loro veleno, sono in grado di uccidere serpenti lunghi fino a tre metri.

Comportamento e riproduzione

Si tratta di una specie diurna che può essere attiva anche alla sera o all'alba, ma mai esclusivamente di notte. Ha un comportamento piuttosto aggressivo, se minacciato, ma quando ne ha l'occasione e non viene messo alle strette, preferisce darsi alla fuga piuttosto che attaccare. Le femmine in fase di nidificazione, però, aggrediscono e mordono con più frequenza.

I cobra reali che vogliono minacciare un avventore, sibilano rumorosamente e sono in grado di alzare la parte anteriore del corpo fino a quasi un metro di altezza. Inoltre estendono le squame del collo fino a creare un cappuccio, anche se la forma che risulta da questo comportamento è meno arrotondata rispetto a quella dei cobra della famiglia Naja.

Questi serpenti hanno inoltre l'abitudine di seguire il predatore mantenendo la posizione semi eretta per distanze considerevoli.

I cobra reali sono ovipari e le femmine costruiscono i nidi con le foglie morte e rimangono sul posto fino alla schiusa delle 20/40 uova. Questo periodo dura circa 70 giorni, ma la durata può variare in base alle condizioni ambientali. Anche il maschio, in questa fase, rimane nelle vicinanze e potrebbe aggredire i possibili predatori.

La riproduzione avviene generalmente tra gennaio e aprile e le nascite avvengono in autunno. I piccoli sono autonomi fin da subito e la madre, infatti, si allontana immediatamente dal nido.

Il veleno del cobra reale

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Il cobra reale è un serpente estremamente velenoso, ma gli effetti che il suo morso può avere sull'uomo cambiano in base a numerose variabili, tra le quali vi è la zona del corpo in cui avviene e la quantità di veleno iniettata. La cattiva notizia, però, è il fatto che, trattandosi di un serpente di grandi dimensioni, può produrre una grande quantità di veleno.

La sostanza contiene una potente neurotossina che si diffonde rapidamente in tutto il corpo della vittima, prendendo di mira il sistema nervoso e causando, quindi, possibili paralisi e danni agli organi vitali. Tra i numerosi sintomi potrebbero esserci anche vertigini, sonnolenza, debolezza, perdita di riflessi, mal di testa, difficoltà respiratorie, visione offuscata, convulsioni e, soprattutto, battito cardiaco irregolare o insufficienza cardiaca che può causare la morte.

Alcuni sostengono che il veleno del cobra reale uccida un uomo in 15 minuti, ma un gruppo di ricercatori dell'Università della Malesia, in collaborazione con l'Università di Bruxelles ha analizzato i dati bibliografici disponibili, rilevando una scarsità di informazioni e numerose discrepanze nei dettagli, causata probabilmente anche dalle enormi differenze che esistono tra i cobra reali presenti in zone differenti dell'Asia.

I cobra reali e l'uomo

l cobra reali hanno un'enorme importanza culturale in molte popolazioni asiatiche. Questo serpente, infatti, viene raffigurato nella mitologia indù insieme ai cobra del genere Naja. Entrambi vengono considerati i discendenti dei Nagas, ovvero le divinità serpente.

Nel film-documentario del 1940 "Wheels across India", il regista Armand Denis ha registrato una cerimonia religiosa in Birmania (Myanmar) dove una sacerdotessa baciava più volte un cobra reale sulla testa e gli faceva un'offerta economica, in quanto nel paese è considerato il Dio della fertilità. Secondo la medicina tradizionale, inoltre, la pelle di questo serpente può offrire benefici per la salute e lo stile di vita e offre inoltre sollievo dalla fatica o addirittura un aumento della virilità.

Negli ultimi anni, infine, si è diffusa la pericolosa e assurda pratica della condivisione del proprio "king cobra kiss", ovvero un trend sui social che prevede la pubblicazione del tentativo di baciare un cobra reale. Si tratta ovviamente di un'attività pericolosa, in quanto l'interazione prevede la manipolazione a mani nude del serpente e altre azioni azzardate come accarezzare e, soprattutto, baciare il cobra reale.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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