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6 Settembre 2022
9:00

I cani possono mangiare i cachi?

I cachi sono frutti dolci e ricchi di benefici, di cui molti cani vanno matti. Vediamo se i cani possono senza rischi, in quali quantità e come darglieli.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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L’autunno è alle porte e tra i frutti tipici di questa stagione che possiamo condividere con il nostro cane ci sono i cachi o kaki, un frutto di origini orientali, ma ormai assolutamente diffuso anche in Italia.

Grazie al loro gusto dolce, sono molto amati dai cani, che possono mangiarli anche se con alcune piccole accortezze.

Benefici e rischi dei cachi per i cani

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Il frutto delle piante della specie Diospyros, chiamato cachi o kaki, è diffuso in Italia già da più di un secolo, pur avendo origini cinesi. Come ben sappiamo, i frutti sono caratterizzati, quando sono maturi, da una consistenza soffice e da una dolcezza davvero unica.

Certo, questa dolcezza ha un prezzo e dobbiamo tenerne conto quando lo diamo al nostro cane. I cachi infatti sono caratterizzati da un importo calorico importante per essere un frutto: circa 65 – 70 kcal per ogni 100 g di frutto (per fare un paragone, la mela contiene circa 40 – 50 kcal/100g). Gli zuccheri rappresentano circa il 16-18% del frutto, ma pur essendo in dosi importanti non sono l’unico componente.

Il nostro cane, infatti, in un pezzettino di polpa troverà anche tantissima vitamina C (acido ascorbico) e beta-carotene, due antiossidanti importanti per la funzione del sistema immunitario. Altri componenti del cachi che possono essere di beneficio al nostro cane sono sali minerali fra cui soprattutto potassio, fosforo e magnesio.

Il cachi è consigliato anche in caso di patologie epatiche per la sua funzione epatoprotettrice. Inoltre, le fibre in esso contenute possono essere benefiche per l’intestino del cane, anche se ovviamente in quantità moderata.

Nei cani diabetici, al contrario, il cachi è assolutamente controindicato, per via dell’alto contenuto di zuccheri.

Come dare il cachi al cane 

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Per dare il cachi al nostro cane, sarà sufficiente sbucciarlo e darlo tagliato a pezzettini non troppo grandi. Il seme centrale non deve essere dato e anzi, soprattutto se abbiamo un amico a quattro zampe particolarmente vorace, dobbiamo ricordarci di toglierlo per evitare soffocamento.

Nel dare il cachi al nostro cane dobbiamo saper distinguere il punto di maturazione del frutto. Un cachi maturo infatti è un frutto quasi totalmente diverso da uno acerbo: più un cachi è maturo (si riconosce perché più morbido), più è ricco di zuccheri e povero di vitamina C, che perde durante la maturazione.

D’altra parte, il cachi acerbo contiene tannini, con note proprietà astringenti. Nel processo di maturazione, si perdono i tannini e il cachi diventa più gustoso, ma anche più lassativo.

Per evitare che gli zuccheri siano troppi, dobbiamo quindi imparare a scegliere un cachi sufficientemente, ma non troppo, maturo. In questo modo avremo tutti i benefici della vitamina C e dei tannini, senza eccedere negli zuccheri.

Quanto cachi può mangiare il cane

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Come per quasi tutti i frutti, la risposta è poco. Il cane non può mangiare grandi quantità di zuccheri infatti, come quelli presenti nel cachi, visto la sua fisiologia da carnivoro. Molti zuccheri inoltre tendono a fermentare a livello di intestino di un carnivoro e questo potrebbe portare il nostro cane a soffrire di flatulenza.

Per darlo quindi al nostro cane usiamo moderazione: un pezzettino della grandezza di una falange di un dito indice per cani di piccola taglia, 2 o 3 pezzettini per cani di taglia più grande.

Se poi nel darlo dovessimo notare feci un po’ più molli, sarà utile ridurre la quantità o persino interrompere la somministrazione del tutto.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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