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31 Ottobre 2021
9:27

È vero che cani e gatti non vanno d’accordo?

Chiedersi se cani e gatti vadano d'accordo è, per chiunque sogni di allargare una famiglia, un interrogativo legittimo che non ha, però, una risposta netta e definitiva, perché le variabili che condizionano il rapporto sono tantissime, non tutte prevedibili e, tra queste, c'è anche l'agire dell'umano che si occupa di loro.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Chiedersi se cani e gatti vadano d'accordo è un interrogativo legittimo che non ha, però, una risposta netta, perché le variabili che condizionano il rapporto sono tantissime, non tutte prevedibili e, tra queste, c'è anche l'agire dell'umano che si occupa di loro. Chiedersi se cani e gatti vadano d'accordo è un po' come chiedersi se lo facciano eschimesi e brasiliani o americani e giapponesi. Dopo un attimo di perplessità per il senso assai generico della domanda, la prima risposta che viene in mente è: dipende.

Dipende dalla loro compatibilità caratteriale e, prima di quello, dipende dalle esperienze pregresse (magari un brasiliano ha avuto pessime esperienze con persone eschimesi ed ora è fortemente prevenuto), dipende dall'ambiente che li ospita (uno scenario di guerra offre incontri diversi da un campo da calcetto), dipende dalla possibilità di comunicare perché o uno dei due parla la lingua dell'altro o devono conoscere entrambi una terza lingua per capirsi.

Perché cani e gatti non vanno d'accordo?

Per i cani e i gatti vale la stessa cosa. In linea generale, stiamo parlando di individui di specie diverse, evolutivamente lontane, antitetiche sul piano sociale. Di conseguenza, hanno una percezione diversa del mondo e delle relazioni tra le realtà che lo popolano, a volte persino in contraddizione. Ad esempio, per un cane la familiarità si esprime attraverso la condivisione del tempo e la vicinanza fisica mentre il gatto ha ampi margini di autonomia esistenziale e non ha difficoltà a separarsi temporaneamente da chi gli è familiare per coltivare spazio e tempo privati.

E perché a volte cani e gatti vanno d'accordo?

La buona notizia è che, malgrado le differenze, possono imparare a conoscersi, a capire il rispettivo linguaggio e, quindi, a convivere senza confliggere o ridurre il loro rapporto a quello di preda-predatore. Si tratta di una conquista reciproca che può richiedere un po' di tempo durante il quale entrambi si studieranno e cercheranno di comprendere il linguaggio dell'altro e di superare le rispettive diffidenze. Anche l'uomo, però, gioca un ruolo fondamentale.

Anche l'uomo ha il suo ruolo

Ogni cane e gatto, infatti, si inserisce in una rete di rapporti con l'essere umano che, con il suo agire, può facilitare o addirittura ostacolare la costruzione di un legame tra individui di specie così diverse. L'affollamento di animali e persone in spazi ristretti, la cattiva gestione delle routine quotidiane, la scarsa attenzione ai pregressi degli animali, ai loro traumi o alle loro carenze in termini di socializzazione, la disattenzione verso i segnali conflittuali possono portare ad una esasperazione della convivenza che può sfociare in scontri veri e propri, se non alla incompatibilità perenne.

Non solo. Anche gli specifici squilibri nella relazione uomo-gatto oppure uomo-cane, all'interno di un nucleo familiare multispecie, vanno a ricadere, rispettivamente, sul cane o sul gatto di famiglia per cui gli animali finiranno per riflettere tra loro tensioni più generali. Questo accade perché quando un gruppo eterospecifico vive insieme, diventa un sistema ed è inevitabile che gli scompensi di una parte vadano a ricadere sull'armonia complessiva.

Razze adatte e non

A volte mi viene chiesto se esistano delle razze canine più adatte alla convivenza con i gatti o viceversa. Rispondere sì o no, senza fare dei distinguo, lo trovo sempre molto approssimativo. Le difficoltà di convivenza sono radicate nei rispettivi ruoli biologici e il cane è, per certi versi, un predatore naturale per i gatti. Questo porterebbe a pensare che le razze con una spiccata motivazione predatoria siano meno adatte perché più portate ad esprimere sul gatto il loro bisogno innato di rincorrere, afferrare e magari uccidere. Eppure, la mia esperienza sul campo mi porta a pensare, e soprattutto a suggerire, di dare sempre più enfasi al singolo che alla razza di appartenenza.

Come rendere possibile la convivenza tra cane e gatto

I cani hanno la necessità di essere ben integrati in famiglia, di avere dei solidi ed affidabili referenti nei loro compagni umani per avere la fiducia, la volontà e la capacità di allargare la propria concezione di gruppo sociale anche ai gatti.

I gatti, d'altra parte, hanno la necessità di vivere in un ambiente sociale e fisico che garantisca loro la totale autonomia, la possibilità senza condizioni di stabilire spazi, distanze e interazioni sociali, non già perché abbiano in testa una qualche bislacca idea di “dominio” ma perché l'auto-gestione, un certo grado di indipendenza, per il gatto sono garanzia di controllo della propria vita, del proprio corpo e, in definitiva, della propria incolumità.

La cosa migliore, per chi volesse tentare una convivenza, sarebbe sempre partire con il farsi un'idea chiara di chi è l'individuo che vive già in casa. Troppo spesso si decide di accostare un gatto ad un cane o viceversa per puro piacere personale, senza interrogarsi troppo sull'opportunità di una scelta che andrà invece a condizionare la vita dell'animale presente molto più della nostra, se non altro perché la subirà senza diritto di replica. E a volte farsi consigliare o sostenere da chi è del settore sarebbe auspicabile, non per delegare ad altri la decisione di adottare ma, semplicemente, per avere un quadro oggettivo della situazione di partenza e riuscire a valutare con più serenità se e come procedere.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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