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5 Maggio 2023
15:48

Consiglio delle autonomie locali del Trentino, il Presidente a Kodami: «Orsi e lupi sono troppi: vanno ridotti»

Il Consiglio delle Autonomie Locali trentine ritiene che il numero di orsi e lupi vada ridotto. Secondo quanto dichiarato a Kodami dal Presidente, rappresentano un pericolo per la popolazione.

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Il Cal (Consiglio delle Autonomie Locali trentine) è un organo nato per assicurare la partecipazione degli enti locali alle scelte legislative della Provincia Autonoma di Trento. Nei giorni scorsi il Consiglio si è riunito per proporre un documento da inoltrare all'Amministrazione Provinciale riguardo la propria posizione sulla gestione della fauna selvatica.

All'unanimità, in questa occasione, è stato sottoscritto che: «L'elevato numero di grandi carnivori ad oggi presenti nel territorio provinciale e la prevedibile evoluzione di tale numero, non è in grado di assicurare la convivenza con l'uomo. Orsi e lupi vanno quindi da un lato ridotti, dall'altro attentamente controllati».

Il provvedimento verrà ora inviato a tutti i Consigli Comunali e discusso degli enti Provinciali. «Vogliamo assicurare una miglior gestione dei grandi carnivori presenti e una capacità di intervento immediato e incondizionato delle istituzioni nelle situazioni problematiche, come ordini di captivazione e abbattimento, da attuare una volta acquisite le necessarie valutazioni tecniche», si legge.

Per comprendere quali siano le motivazioni legate a questa scelta, Kodami ne ha parlato con Paride Gianmoena, Presidente del Consiglio delle autonomie locali, nonché Sindaco del Comune di Ville di Fiemme, il quale ha confermato la posizione espressa nel documento: «Orsi e lupi sono troppi, entrano in paese e ciò non dovrebbe accadere. La gente non porta più i bambini nei parchi, quindi vanno ridotti e controllati, perché rappresentano un pericolo per la popolazione».

«Se non riduciamo il numero le montagne si spopoleranno»

Anche l'Assessore Provinciale all'Agricoltura, Giulia Zanotelli, ha ribadito la propria opinione riguardo l'abbattimento degli orsi, durante l'incontro svolto lo scorso 3 maggio con gli esponenti del settore zootecnico ed economico e in presenza del responsabile del servizio foreste e fauna, Raffaele De Col, e del dirigente del servizio faunistico, Sergio Tonolli: «L'unica soluzione percorribile è quella dell’abbattimento degli animali pericolosi, così come avviene in altri Paesi europei e in Nord America – ha affermato Zanotelli – Ne va della convivenza tra l’uomo e questi animali».

Secondo Gianmoena e Zanotelli, inoltre, la presenza dei grandi carnivori rischia di portare a un percorso di abbandono delle terre montane: «La proposta parte da una domanda chiara: cosa vogliamo farne delle nostre montagne? – afferma Gianmoena – Se la risposta è che desideriamo che gli animali vivano qui, dobbiamo trovare un rimedio alla situazione attuale, altrimenti la gente se ne andrà e al momento stiamo andando in quella direzione».

La soluzione, secondo il Presidente del Cal è quindi quella di proseguire nel progetto proposto dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, intenzionato a trasferire 70 soggetti considerati in eccesso. Questa ipotesi è stata però bocciata dagli esperti e, inoltre, non è chiaro il parametro con cui è stato definito il numero. «Personalmente sono solo un Sindaco e non conosco le modalità e le tempistiche necessarie per questa operazione, ma credo che sia la strada migliore per la nostra montagna, che è ben diversa dall'Abruzzo, dove ci sono spazi immensi e isolati – e aggiunge – Agli aspetti tecnici ci penseranno gli esperti del Tavolo di Gestione a cui partecipano il Ministero dell'Ambiente e Ispra. Mi affido a loro».

Nell'intricata situazione che si sta sviluppando in Trentino in seguito alla tragica morte di Andrea Papi, vi è però, un'altra strategia che, secondo i ricercatori, potrebbe ridurre nettamente i rischi dati dalla convivenza, ovvero quello della comunicazione e della formazione dei cittadini. «Sebbene l'informazione sia stata fatta, crediamo si possa ancora migliorare, quindi abbiamo chiesto alla Provincia di realizzare protocolli operativi chiari per tutte le figure interessate, anche per noi sindaci, in caso di segnalazione di animali pericolosi».

Uno dei motivi che portano lupi e orsi ad avvicinarsi agli abitati, secondo gli esperti, è anche la scarsa presenza di cassonetti provvisti di bidoni "anti orso". Un esempio a riguardo è stata l'aggressione ai danni di un uomo avvenuta ad Andalo nel 2020, che ha portato alla captivazione di M57, poi trasferito in Ungheria: «I bidoni "anti orso" in alcune zone ci sono e in altri territori si sta operando per aggiungerli – afferma Gianmoena – Nei prossimi anni l'operazione coinvolgerà l'interno territorio interessato dalla presenza della specie».

Lo ribadisce anche Zanotelli che, nell'incontro dello scorso 3 maggio, ha affermato che il processo terminerà nel 2028. Una data che, lo ricordiamo, sfiora di poco l'anniversario dei 30 anni dalle prime liberazioni avvenute nell'ambito del Progetto Life Ursus, terminato nel 2004. Nel frattempo, sono molte le amministrazioni che si sono succedute senza intervenire sul tema in maniera definitiva, sebbene le associazioni di tutela animale lo chiedessero da tempo.

«È sconcertante constatare che solo nel 2021 sono cominciate le prime installazioni dei cassonetti "anti orso", lo stesso anno nel quale il Rapporto rilasciato da ISPRA e MUSE evidenziava la necessità di completare la loro sostituzione entro gennaio 2023, mentre ora la Provincia ci dice che bisognerà attendere ulteriori cinque anni. Tutti gli orsi che in questo lasso di tempo saranno indotti a frequentare i centri urbani, perché privi di cassonetti anti orso e che, perciò, verranno marchiati come "confidenti", saranno esclusiva responsabilità della Provincia di Trento – dichiara in una nota Massimo Vitturi, responsabile dell'area Animali Selvatici della Lav Lo stesso vale anche per eventuali incidenti che dovessero verificarsi, analogamente a quanto già avvenuto con gli orsi che sono stati classificati confidenti dal 2000 a oggi per la mancata installazione dei cassonetti anti orso».

Le associazioni di tutela animale, inoltre, sono state escluse dall'incontro con allevatori, agricoltori e settore commerciale. «Non credo fosse necessario coinvolgerle. Rispetto le loro idee ma non vedo equilibrio in ciò che viene detto. Credo sia sufficiente che parlino con il Ministero dell'ambiente e, infatti, lo hanno fatto – conclude Gianmoena – Le associazioni sono convinte che la Giunta lavori in malafede e mancano di sincerità intellettuale. Non ascoltano i bisogni del territorio e il territorio, secondo me, è contrario alla presenza di una quantità così elevata di orsi e lupi».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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