Fin dalla loro domesticazione i cani si sono adattati rapidamente a svolgere numerosi compiti all'interno delle società umane e i loro cambiamenti nelle dimensioni, nella forma e nel comportamento sono i principali indicatori dei momenti storici chiave in cui sono avvenute le principali trasformazioni. Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science: Reports la taglia dei cani europei dell'area adriatica è cresciuta rapidamente tra 8000 a 2000 anni fa. Questo aumento delle dimensioni è andato di pari passo con l'intensificazione dell'allevamento allo stato brado, che necessitava quindi di essere maggiormente difeso dai grandi predatori.
Per scoprire come sono cambiate nel tempo le dimensioni e compiti svolti dai cani, Martin Welker dell'Arizona State Museum e i suoi colleghi hanno esaminato i resti archeologici di 14 cani trovati presso alcuni antichi insediamenti umani in Croazia. A questi hanno aggiunto i dati provenienti da altri 45 cani antichi, alcuni originari sempre dalla Croazia, altri paesi vicini. I resti risalgono a circa 8000 anni fa, nel Neolitico, e proseguono fino al periodo romano, circa 2000 anni fa.
I cani domestici erano ovviamente già presenti in quella regione, tuttavia i primi agricoltori e allevatori neolitici arrivati dall'Anatolia e dal Medio Oriente, portarono con loro nuove forme e nuove razze. I nuovi arrivati avevano un peso medio di circa 15 chilogrammi, all'incirca le dimensioni di un moderno Border Collie. Ma con l'inizio dell'Età del Bronzo in questa regione la taglia media è aumentata a circa 17 chilogrammi e poi, in Epoca Romana, il peso medio di un cane è balzato fino a 24 chilogrammi.
I cani europei sono quindi quasi raddoppiati in dimensione in questo periodo, perfezionandosi sempre più per difendere pecore e capre da orsi e lupi. Si tratta di uno dei pochi studi a lungo termine e con riferimento all'Europa che si sono concentrati sulle tendenze delle dimensioni del cane nel tempo. Un ulteriore elemento a sostegno di questa ipotesi arriva anche dalla dieta di questi cani, che è cambiata insieme alle dimensioni nello stesso periodo.
L'analisi isotopica dei denti ha permesso di scoprirne che a differenza di quanto accadeva nel Neolitico, i cani hanno iniziato mangiare sempre più spesso lo stesso cibo degli umani. Ciò testimonia come sia cambiata la relazione tra cani, umani e bestiame, diventata quindi sempre più intima. Tutto ciò è collegato all'intensificazione della transumanza, cioè lo spostamento del bestiame tra i pascoli in bassa e alta quota. I pastori, con cani al seguito, si sono spostati sempre più verso l'alto in montagna, dove la presenza di orsi e lupi era più massiccia.
Per cui l'aiuto di grossi cani diventava essenziale, ecco quindi che la stazza, favorita selezionando gli esemplari più grossi e robusti, ha spinto sempre più "in alto" le dimensioni del migliore amico dell'uomo tra l'Età del Bronzo e quella del Ferro. Le nuove pressioni selettive che hanno favorito i cani più grandi a diventare più comuni tra gli allevatori, hanno anche facilitato la diffusione di questi cani tra le società umane.