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2 Giugno 2022
19:00

Com’è aumentata la taglia dei cani da pastore europei a partire dal Neolitico

Le dimensioni dei cani europei sono quasi raddoppiate a partire dal Neolitico fino all'Età del Ferro. Questo processo è stato guidato dall'intensificazione degli allevamenti allo stato brado e dalla necessità di proteggere capre e pecore dai grandi predatori durante la transumanza.

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Fin dalla loro domesticazione i cani si sono adattati rapidamente a svolgere numerosi compiti all'interno delle società umane e i loro cambiamenti nelle dimensioni, nella forma e nel comportamento sono i principali indicatori dei momenti storici chiave in cui sono avvenute le principali trasformazioni. Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science: Reports la taglia dei cani europei dell'area adriatica è cresciuta rapidamente tra 8000 a 2000 anni fa. Questo aumento delle dimensioni è andato di pari passo con l'intensificazione dell'allevamento allo stato brado, che necessitava quindi di essere maggiormente difeso dai grandi predatori.

Per scoprire come sono cambiate nel tempo le dimensioni e compiti svolti dai cani, Martin Welker dell'Arizona State Museum e i suoi colleghi hanno esaminato i resti archeologici di 14 cani trovati presso alcuni antichi insediamenti umani in Croazia. A questi hanno aggiunto i dati provenienti da altri 45 cani antichi, alcuni originari sempre dalla Croazia, altri paesi vicini. I resti risalgono a circa 8000 anni fa, nel Neolitico, e proseguono fino al periodo romano, circa 2000 anni fa.

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Un Kangal, conosciuto anche come cane da pastore dell’Anatolia, un probabile discendente dei primi cani di taglia grossa custodi di greggi

I cani domestici erano ovviamente già presenti in quella regione, tuttavia i primi agricoltori e allevatori neolitici arrivati dall'Anatolia e dal Medio Oriente, portarono con loro nuove forme e nuove razze. I nuovi arrivati avevano un peso medio di circa 15 chilogrammi, all'incirca le dimensioni di un moderno Border Collie. Ma con l'inizio dell'Età del Bronzo in questa regione la taglia media è aumentata a circa 17 chilogrammi e poi, in Epoca Romana, il peso medio di un cane è balzato fino a 24 chilogrammi.

I cani europei sono quindi quasi raddoppiati in dimensione in questo periodo, perfezionandosi sempre più per difendere pecore e capre da orsi e lupi. Si tratta di uno dei pochi studi a lungo termine e con riferimento all'Europa che si sono concentrati sulle tendenze delle dimensioni del cane nel tempo. Un ulteriore elemento a sostegno di questa ipotesi arriva anche dalla dieta di questi cani, che è cambiata insieme alle dimensioni nello stesso periodo.

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Durante l’Età del Bronzo e del Ferro le dimensioni dei cani sono cresciute con la necessità di proteggere il bestiame dai grandi predatori

L'analisi isotopica dei denti ha permesso di scoprirne che a differenza di quanto accadeva nel Neolitico, i cani hanno iniziato mangiare sempre più spesso lo stesso cibo degli umani. Ciò testimonia come sia cambiata la relazione tra cani, umani e bestiame, diventata quindi sempre più intima. Tutto ciò è collegato all'intensificazione della transumanza, cioè lo spostamento del bestiame tra i pascoli in bassa e alta quota. I pastori, con cani al seguito, si sono spostati sempre più verso l'alto in montagna, dove la presenza di orsi e lupi era più massiccia.

Per cui l'aiuto di grossi cani diventava essenziale, ecco quindi che la stazza, favorita selezionando gli esemplari più grossi e robusti, ha spinto sempre più "in alto" le dimensioni del migliore amico dell'uomo tra l'Età del Bronzo e quella del Ferro. Le nuove pressioni selettive che hanno favorito i cani più grandi a diventare più comuni tra gli allevatori, hanno anche facilitato la diffusione di questi cani tra le società umane.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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