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8 Settembre 2021
12:21

Combattimenti clandestini anche in Sudafrica, salvati nove cani da un allevamento clandestino

In Sudafrica nove cani tra Pitbull e Amstaff, costretti a vivere a catena e a combattere tra di loro, sono stati recuperati dagli agenti dell'unità di controllo del benessere animali delle forze dell'ordine di Tafelsig. Gli animali sono stati messi in salvo, sotto sequestro, e consegnati all'associazione Cape of Good Hope.

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Ancora una volta Pitbull e Amstaff costretti a vivere a catena e a combattere tra di loro. E' successo in Sudafrica, dove gli agenti dell'unità di controllo del benessere animali delle forze dell'ordine di Tafelsig, nella pianura di Mitchells, hanno recuperato nove soggetti tenuti a catena in un allevamento clandestino. Gli animali sono stati messi in salvo, sotto sequestro, e consegnati all'associazione Cape of Good Hope che ne ha dato notizia attraverso la sua pagina Facebook.

«I cani sono traumatizzati e hanno ferite profonde sulla cute, dovute alle catene corte con cui erano legati e ai combattimenti cui sono stati costretti – spiegano i volontari – Gli ispettori hanno trovato anche un vero e proprio allevamento nel cortile della struttura».

La pratica di far combattere i cani, sempre di razze o mix di Terrier di tipo bull, è ancora diffusa ovunque. Il 21 maggio scorso proprio su Kodami raccontavamo del sequestro di un allevamento abusivo di Pitbull a L'Aquila, dove un terreno agricolo era stato trasformato in canile, con 17 cani che erano destinati proprio ai "pit", ovvero a scontrarsi nei ring a fronte di persone che scommettono su di loro. Da una parte all'altra del Pianeta, poi, anche gli Stati Uniti recentemente sono rimasti scossi da un'operazione delle forze dell'ordine che avevano scoperto un giro di combattimenti clandestini a New York e in altri Stati. In Usa durante l'operazione sono state arrestate dieci persone e messi in sicurezza ben 89 cani: un giro d’affari da migliaia di dollari con lotte che avvenivano anche nelle case di Long Island. Gli animali gravemente feriti venivano abbattuti e stessa sorte toccava ai soggetti ritenuti non sufficientemente adatti al massacro che gli era imposto.

La storia dei Pitbull è antica e travagliata e affonda le sue origini nell’Inghilterra del 1600. Questa razza fu selezionata ed allevata proprio per i combattimenti "graditi" agli esseri umani, passando poi all’essere un piccolo gladiatore a animale da spettacolo e da lavoro sino ad arrivare al cane da compagnia che conosciamo oggi. Il Pitbull è un cane sensibile ma bisogna conoscere a fondo le sue motivazioni prima di adottarlo come abbiamo spiegato nella scheda razza a lui dedicata e lo stesso valga anche per gli Amstaff. Proprio la non capacità di entrare in relazione con questi animali, del resto, è frutto della quantità di abbandoni che avviene ogni anno nel nostro Paese: sono migliaia i Terrier di tipo Bull che finiscono i loro giorni in canile.

Nel 1835 la Gran Bretagna rese illegali i combattimenti tra animali ma questa pratica proseguì nella clandestinità in arene (in inglese appunto "pit") nascoste e addirittura solcò l'oceano per approdare negli Stati Uniti, dove trovò immediatamente un grande seguito. I Pitbull infatti sbarcarono in America, dove poi si diede il via a un'altra selezione di razza che portò appunto agli American Staffordshire Terrier. Quei cani erano chiamati anche Half and Half, cioè metà e metà, proprio per sottolineare l’esplosivo mix di potenza molossa e velocità terrier e molti di loro, purtroppo ancora oggi, sono costretti a combattere nelle arene dove il “dog fighting” anima il gioco delle scommesse clandestine. Nell'anno 2021 ancora stiamo scrivendo e parlando di come questa pratica orribile, in realtà, non sia mai finita in tutto il mondo.

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