scheda razza
5 Aprile 2021
14:00

Bombay, il piccolo gatto pantera

  • Origine (Data e Luogo): 1965, USA
  • Standard: CFA, TICA, GCCF, WCF
  • Peso (maschi-femmine): 3-4,5kg; 2,7-3,5kg
  • Incroci con altre razze: Burmese sable (solo CFA); Black American Shorthair (solo CFA)
  • Vita media (fascia): 10-15 anni
  • Temperamento: Partecipe e dinamico
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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il Bombay è un gatto nero come la pece che vede la sua nascita come incrocio tra un Burmese ed un American Shorthair. Creato per ricordare una piccola pantera dagli occhi gialli, è oggi un gatto di media taglia, muscoloso, bilanciato, amichevole, in grado di combinare l'attaccamento alla famiglia tipico di un Burmese e la vitalità di un American Shorthair.

attività e socialità

  • Bisogno di movimento2
  • Giocosità2
  • Indipendenza1
  • Riservatezza1
  • Tendenza a miagolare1

cure e salute

  • Cura del pelo1
  • Salute generale2
  • Malattie ereditarie2

Data e luogo di origine: USA, 1965

Aspetto fisico: Media taglia, corporatura compatta e robusta, testa rotonda e senza spigoli, orecchie grandi, leggermente laterali e arrotondate in punta, occhi grandi e di colore tra giallo e rame, naso un po' bombato, coda media e assottigliata in punta, mantello nero e lucente, ben aderente al corpo e setoso.

Peso: Maschio 3-4,5kg – Femmine 2,7-3,5kg

Temperamento: Partecipe e dinamico

Incroci con altre razze: Burmese sable (solo CFA), Black American Shorthair (solo CFA)

Standard: CFA, TICA, GCCF, WCF

Origine e storia

La razza deve il suo nome alla città indiana di Bombay ma è di origine americana. La sua ideatrice, Nikki Horner, sognava un gatto che ricordasse nelle fattezze una piccola pantera nera indiana e per ottenerlo incrociò American Shorthair con Burmesi a partire dal 1953. Impiegò circa venti anni per ottenere l'estetica che aveva in mente. La prima associazione di allevatori ad accettare il Bombay è stato il CFA (Cat Fanciers' Association) nel 1976, seguito nel 1979 da TICA (The International Cat Association), in cui il Bombay condivide lo standard con il Burmese; in Europa è accettato dalla britannica GCCF (Governing Council of the Cat Fancy) sotto un cappello di razze chiamate Asian che include il Bombay e varie colorazioni di Burmese e dal WCF (World Cat Federation). Non è ancora presente in FIFé.

Aspetto fisico

Il Bombay è un gatto di media taglia, compatto, con una struttura ossea robusta ed un corpo muscoloso ed atletico. La testa è rotonda, senza spigoli, gli occhi sono larghi e ben aperti, di colore dal giallo al rame e con una espressione dolce e accogliente. Il mento è fermo, il muso rotondo, corto, ampio e ben sviluppato. Il profilo presenta uno stop marcato e il naso vede un leggero arrotondamento sulla punta. Le orecchie sono di media grandezza, arrotondate in punta e leggermente divaricate. La coda è media e si assottiglia all'estremità.

La caratteristica predominante di questo gatto è il mantello che deve essere nero, più nero possibile, dalla radice del pelo fino alla punta. Il mantello è corto, setoso, ben aderente al corpo e senza sottopelo. Il CFA consente accoppiamenti con il Burmese sable e l'American Shorthair nero. Il maschio pesa generalmente tra i 3kg e i 4,5kg, le femmine variano tra i 2,7kg e i 3,5kg.

Temperamento

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Il Bombay è sicuramente un gatto “di famiglia” perché la sua combinazione di geni lo rende sia affabile e desideroso di trascorrere del tempo di qualità con chi si vive con lui, sia di vivere la sua autonomia e risvegliare il predatore solitario che c'è in lui. Il Bombay è allora un gatto che chiede e desidera la condivisione di momenti di relax e di gioco con i suoi famigliari ma che sa anche trovare nell'ambiente che lo circonda delle opportunità per esprimere la sua personalità vivace e dinamica. Riesce spesso ad addestrare il suo proprietario a lanciare giochi che lui possa poi riportare.

Per questo motivo può essere anche un ottimo compagno di giochi per i bambini, purché sappiano rispettare i suoi segnali e adeguarsi ai suoi tempi di riposo. Procedendo con un inserimento graduale e riorganizzando opportunamente le risorse casalinghe, può adattarsi a convivere anche con altri animali ed altri gatti, benché sia necessario tenere sempre presente che la socievolezza verso i propri simili è un tratto che dipende dal singolo individuo più che da una eredità di razza.

Salute e cura

Sebbene il Bombay discenda dal Burmese, una razza con numerosi problemi di natura ereditaria dovuti alle sue origini siamesi, al momento le uniche problematiche in comune che vengono annoverate sono i difetti del complesso cranio facciale e la cardiomiopatia ipertrofica. In alcune linee di sangue in cui si è spinto troppo nel selezionare il muso corto è possibile avere anche difficoltà respiratorie e di occlusione dentale.

Un problema abbastanza diffuso è la tendenza a mangiare molto, motivo per cui è raccomandabile una dieta equilibrata e commisurata all'effettivo dispendio energetico di questi gatti, unita ad uno stile di vita il più possibile attivo e dinamico.

La gestione del pelo non richiede particolari accorgimenti. Una spazzolata ogni 10-15 giorni è più che sufficiente per aiutarlo a mantenerlo in ordine, incrementando la frequenza durante i periodi di muta per evitare l'ingestione di pelo morto e l'insorgenza di problemi digestivi.

Relazione e contesto ideale

Il Bombay è un gatto che può soddisfare il desiderio di avere accanto a sé un compagno presente, partecipe alle attività di famiglia ma senza gli eccessi e le morbosità di altre razze orientali. La sua relazione ideale, infatti, prevede non solo l'affettività ma anche un grande coinvolgimento nella vita di tutti i giorni e una buona dose di sano divertimento, espletato attraverso gioco di esplorazione, di ricerca e di caccia. Da questo punto di vista, può risultare anche un gatto impegnativo, sicuramente poco adatto a chi è assente da casa per molte ore al giorno o preferisce un gatto più autonomo e meno desideroso di interazione.

Nella relazione con gli altri gatti può mostrarsi un po' esclusivista, monopolizzando su di sé l'attenzione e il contatto con il proprietario, il quale sarà chiamato allora a costruire un clima di equilibrio e accoglienza per tutti i membri del gruppo sociale, in modo da evitare situazioni di esclusione e di emarginazione dei soggetti meno intraprendenti.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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