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14 Giugno 2022
12:31

Annullate le prime gare in programma alla pista per Levrieri di Maserada sul Piave. Il Sindaco: «La struttura non è ancora pronta»

Erano previste per il 12 giugno, ma sono state annullate perché la struttura non è ancora terminata. Si riapre la polemica sulla pericolosità di queste discipline.

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©Pet Levrieri

Domenica 12 giugno, secondo quanto pubblicato nel calendario delle gare di Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), dovevano svolgersi i primi eventi di racing sulla nuova pista per Levrieri costruita nella zona del Parabae, a Maserada sul Piave, in provincia di Treviso.

L'apertura di questa struttura aveva generato, nei mesi scorsi, numerose polemiche tra chi sostiene che le corse rappresentino un pericolo per il benessere degli animali ed Enci, gestore della struttura per i prossimi 15 anni, che invece le considera indispensabili per permettere ai Levrieri di appagare le proprie necessità.

A ridosso del 12 giugno, infatti, le associazioni animaliste avevano ribadito la propria opinione contraria definendo, in una nota, la struttura come «potenzialmente mortale per gli animali».

24 ore prima della partenza, però, il comune di Maserada sul Piave ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook, smentendo quanto comunicato nei programmi di gara di Enci e ripreso, negli ultimi giorni, anche dalla stampa locale: «Nessun evento è in programma domani sul Parabae. L'impianto non è ancora terminato e, ancora una volta, le notizie andrebbero meglio verificate prima di essere pubblicate».

L'annullamento degli eventi è stato confermato anche da Marcello Poli, membro del consiglio direttivo di Enci il quale, interpellato da Kodami, spiega: «Il calendario gare viene scritto con un anno di anticipo. Enci aveva previsto questo evento con la convinzione che la struttura fosse pronta per giugno, ma non è stato così. L'evento è stato, quindi, semplicemente cancellato».

Oltre 68 mila firme contro la pista per Levrieri: «Crudeltà di cui speravamo di esserci liberati»

Le gare previste per la giornata inaugurale erano quelle finalizzate al rilascio delle licenze per le attività di racing, una disciplina che prevede l'inseguimento di una finta lepre lungo un circuito ad anello. Secondo la Lega Nazionale del Cane (LNDC), però, la disciplina ha una pericolosità eccessiva per gli animali, costretti a correre in contesti tali da non garantirne né l'incolumità, né la sicurezza. A supportare questa tesi si aggiungono, tra le altre, anche Pet Levrieri ed ENPA, che oltre un mese fa hanno lanciato una petizione per chiedere al Sindaco e alla Giunta di ritirare la concessione.

«Stiamo mantenendo un'allerta massima su questa vicenda, perché riguarda una crudeltà di cui speravamo di esserci liberati oltre 20 anni fa, quando ha cessato di esistere l'ultima pista per Levrieri del nostro paese – spiega a Kodami Michele Pezone, avvocato della Lega Nazionale del Cane, che si sta occupando della questione – Questo progetto rappresenta un triste passo indietro nel rapporto con gli animali e il racing è un' attività rischiosa per i cani, che in curva raggiungono anche i 60 chilometri orari. A dimostrarne la pericolosità è il fatto che, durante lo svolgimento, vige l'obbligo della presenza di un veterinario».

La raccolta firme, supportata anche da Sara Turetta di Save the Dogs and other Animals, Angelo Vaira e numerose organizzazioni animaliste straniere, ha già raccolto oltre 65 mila consensi e rientra nell' 1% delle più firmate in Italia su Change.org. «Stiamo riscontrando un grande interesse da parte della popolazione – spiega Pezone – L'ondata di dissenso è palpabile e ci auguriamo che il Sindaco della città, Lamberto Marini, se ne renda conto e accetti l'incontro con noi per cercare una soluzione alternativa a questo progetto di sfruttamento animale».

Le conseguenze della pista non ricadono solo sui cani, ma anche sulla fauna selvatica

Quella del 12  giugno, però, non era l'unica gara in previsione a Maserada sul Piave nei prossimi mesi. Il calendario, infatti, prevede una competizione nazionale il 25 settembre e una gara internazionale organizzata, invece, per il 16 di ottobre. Secondo Pezone, l'evento di ottobre, in particolare, rappresenterà un rischioso precedente per il nostro paese: «In altri paesi, come ad esempio l'Irlanda, l'Inghilterra, il Messico o l'Australia, queste discipline rappresentano una tradizione e, all'interno dei loro confini, è possibile anche scommettere sui vincitori – spiega l'avvocato – Tornare a parlare di gare internazionali di racing anche in Italia, dove le scommesse non solo legali, non fa altro che dare il via a potenziali circuiti illeciti».

Non sono solo la salute dei cani e il diffondersi delle scommesse illegali a preoccupare l'avvocato della LNDC, il quale ritiene che la costruzione della struttura possa rappresentare un rischio anche per la fauna selvatica: «Il circuito è stato costruito in un'area a ridosso di un sito considerato Important Bird Biodiversity Area, ovvero una zona importante per la biodiversità dell'avifauna – spiega Pezone – Sappiamo per certo che non sono state svolte le analisi preventive, necessarie per valutare il potenziale impatto sugli animali selvatici».

L'obiettivo delle associazioni animaliste, ora, è quello di riuscire a dialogare con il sindaco, per fare in modo di bloccare questo progetto: «Lottiamo per evitare lo sfruttamento degli animali e la loro sofferenza – conclude l'avvocato – Desideriamo che il sindaco si renda conto che il ritorno d'immagine dato dalla presenza della pista sul comune di Maserada, potrebbe essere anche molto negativo perché, di fatto, lo ha reso responsabile del ritorno in Italia di una pratica anacronistica di crudele sfruttamento. La nostra speranza è che lui non se ne sia reso conto e che voglia tornare sui suoi passi».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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