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15 Ottobre 2022
17:00

Ursidi: caratteristiche ed elenco delle principali specie

Gli ursidi sono una famiglia di mammiferi appartenenti al sottordine dei caniformi e all'ordine dei carnivori. Ne esistono 8 specie e sono distribuiti soprattuto in Europa, Asia e Nord America.

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Gli ursidi sono una famiglia di mammiferi appartenenti al sottordine dei caniformi e all'ordine dei carnivori, nonostante la maggior parte delle specie siano onnivore. Gli orsi sono sempre stati cacciati fin dai tempi preistorici per la loro carne e pelliccia e, sfortunatamente, considerati un pericolo per l'uomo nonostante il loro temperamento mite. Oggi ne esistono solo otto specie e sono molto diffusi in Nordamerica, Sudamerica, Europa e Asia.

Osservare un orso in natura fa subito comprendere quali siano le caratteristiche fisiche e anatomiche che li contraddistinguono: un grande corpo sorretto da zampe forti, un lungo muso utile a volte per nutrirsi di formiche e termiti, piccole orecchie rotonde, pelliccia ispida e spesso folta per affrontare l'inverno, zampe plantigrade, ovvero che appoggiano con tutta la pianta durante gli spostamenti, dotate di cinque artigli non retrattili e coda corta.

Di particolare interesse sono i comportamenti di quelle specie che differiscono sostanzialmente da tutte le altre. Ad esempio l'orso polare ha una dieta per lo più carnivora, mentre il panda gigante si nutre quasi interamente di bambù. Gli orsi sono in genere animali solitari e possono avere abitudini diurne o notturne, come nel caso dell'orso labiato. Nonostante la loro corporatura pesante e l'andatura goffa, sono abili corridori, scalatori e nuotatori e proprio l'orso labiato è un ottimo esempio di come alcuni di loro possono rimanere addirittura appesi agli alberi nel tentativo di raggiungere delle risorse alimentari.

L'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) classifica sei delle otto specie come vulnerabili, e perfino quelle a rischio minimo, come l'orso bruno, rischiano di scomparire da alcuni paesi. Sebbene siano vietati, il bracconaggio e il commercio internazionale interessa molte popolazioni a rischio d'estinzione. Le principali minacce sono costituite principalmente dalla perdita di habitat e il commercio illegale di parti del corpo o della bile, utilizzate nella medicina tradizionale in alcuni paesi asiatici.

Caratteristiche fisiche e anatomiche degli ursidi

Tutti gli ursidi presentano dimorfismo sessuale, ovvero in ogni specie i maschi e le femmine sono riconoscibili perché differiscono per alcune caratteristiche fisiche che, negli orsi, riguardano solamente le dimensioni: i maschi sono quasi sempre più grandi. Le scapole e il bacino sono molto forti per poter sostenere un grande peso, soprattutto durante la caccia, momento nel quale tutta la struttura scheletrica viene messa a dura prova. I robusti arti anteriori vengono utilizzati per afferrare le prede, scavare tane, dissotterrare animali, ribaltare pietre e scalare tronchi.

L'urside più grande fra tutti è l'orso polare che può raggiungere anche i 700 chili di peso e raggiunge i 3 metri di lunghezza. L'orso malese, invece, è il più piccolo, con un modesto peso massimo di 65 chili e una lunghezza di massimo 140 centimetri. Per gli orsi, in generale, il peso massimo viene calcolato prima della stagione del letargo, momento nel quale hanno accumulato il massimo della massa grassa prima di "addormentarsi" per passare la stagione sfavorevole.

Distribuzione e habitat degli ursidi

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Gli orsi sono presenti più o meno in tutto il mondo, anche se è possibile trovarli con più probabilità nell'emisfero boreale. Fra i diversi continenti che ospitano le 8 specie, l'Asia, il Nordamerica e l'Europa sono quelli in cui sono più abbondanti. L'unico orso a vivere nell'emisfero australe è l'orso dagli occhiali, che è originario del Sudamerica. Fra tutte le specie quella più diffusa è l'orso bruno, presente dall'Europa fino all'Asia e alle regioni occidentali del Nordamerica. Il baribal vive solamente nel Nordamerica e l'orso polare è limitato alla regione artica.

Gli habitat degli ursidi sono molto diversificati e rispecchiano la profonda capacità di adattamento di questi animali. Ci sono orsi che abitano le foreste pluviali tropicali di pianura, altri che hanno come casa le foreste sia di conifere che di latifoglie, altri ancora vagano per le praterie, le steppe, i pascoli montani e perfino la tundra artica e i banchi di ghiaccio.

Nonostante gli orsi siano per lo più solitari, come la maggior parte dei carnivori, ci sono dei momenti in cui possono formare dei gruppi di caccia pacifici. È il caso dell'orso Grizzly e della migrazione dei salmoni dove stagionalmente alcuni adulti si radunano in punti in cui i pesci sono soliti essere abbondanti e cacciano pacificamente uno accanto all'altro. I loro areali possono raggiungere estensioni impressionanti di decine di chilometri quadrati, motivo per cui il loro grande senso dell'olfatto è essenziale per individuare fonti alimentari nascoste, incontrare i partner lontani ed evitare i rivali.

L'alimentazione degli ursidi

Nonostante facciano parte dell'ordine dei carnivori non bisogna farsi ingannare dalle apparenze: gli orsi sono quasi tutti degli onnivori opportunisti e la loro dieta è prevalentemente vegetariana. Mangiano qualsiasi cosa incluse radici, bacche, insetti, carogne, carne fresca e pesce. Avere una dieta varia è fondamentale per animali come loro che dipendono molto dalla stagionalità del cibo: ad esempio gli orsi dal collare del sud est asiatico consumano un gran numero di ghiande quando esse sono più comuni e passano agli ungulati in altri periodi dell'anno.

Fra gli orsi più curiosi c'è senza dubbio l‘orso giocoliere che nel corso dell'evoluzione ha perso alcuni denti anteriori e ha sviluppato una lunga lingua aspirante per nutrirsi di formiche, termiti e altri insetti e in certi periodi dell'anno questi insetti possono costituire addirittura il 90% della loro dieta. Inoltre gli orsi sono senza dubbio famosi perché, in molti cartoni animati e storie per bambini, sono soliti razziare i nidi delle vespe e delle api alla ricerca di miele e insetti.

La comunicazione vocale fra gli ursidi

Una curiosità sul loro sistema di comunicazione vocale: il verso dell'orso è chiamato "ruglio" e, insieme ad altri vocalizzi, forma un fitto vocabolario acustico dell'animale. Altri rumori che utilizzano gli orsi per comunicare sono gli schiocchi con la lingua o i grugniti , che possono essere prodotti in situazioni cordiali, come tra madri e cuccioli o tra partner. Alcuni gemiti o sbuffi sono invece emessi quando un esemplare è stressato. In fine, ci sono anche i latrati che, nelle specie più piccole, sembrano proprio simili a quelli dei cani. Vengono prodotti in situazioni di allarme o eccitazione o per rivelare la propria posizione.

Il sistema riproduttivo degli ursidi

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Il sistema di riproduzione degli orsi e piuttosto vario: principalmente parliamo di una forma di poliginia, dove una femmina può accoppiarsi con più maschi. In alcuni casi vi è una vera e propria promiscuità, dove non si formano gruppi e ogni individuo può accoppiarsi con chi desidera. In altri casi ancora vi è una monogamia seriale, dove i due individui rimangono insieme letteralmente "fin che morte non li separi".

Durante la stagione degli amori un maschio può visitare continuamente una femmina per un periodo di diversi giorni o settimane, a seconda della specie, per testare il suo stato riproduttivo. Durante questo periodo, i maschi cercano di impedire ai rivali di interagire con la loro partner. La gestazione si protrae generalmente dai 6 ai 9 mesi e in alcune specie abbiamo anche un ritardo con il quale si può impiantare l'embrione nell'utero chiamata "diacronia". Questo fenomeno si verifica principalmente in quelle specie che attendono il periodo più favorevole per dare alla luce i propri piccoli.

Proprio a proposito di "attesa di un periodo favorevole", gli orsi delle regioni settentrionali, tra cui il baribal e il grizzly, trascorrono l'inverno in letargo. Questo comportamento fa si che il metabolismo rallenti, la temperatura corporea diminuisca leggermente e la frequenza cardiaca passi da un valore normale di 55 ad appena 9 battiti al minuto. Nonostante gli orsi non si sveglino quasi mai dal letargo, è possibile che talvolta lo facciano e che addirittura escano dalla propria tana. In ogni caso possono rimanere anche tutta la stagione senza defecare e urinare ed è tutto grazia a un tappo fecale che si forma nel colon.

Elenco di alcune specie di ursidi

Le otto specie di ursidi sembrano a un primo sguardo simili, nonostante posseggano caratteristiche fisiche e comportamentali estremamente diverse.

Orso polare

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L‘orso polare (Ursus maritimus) è una specie che si trova attorno al polo nord nel mare glaciale artico e come dice il nome scientifico, è un animale particolarmente affine all'acqua ed eccellente nuotatore. Inoltre è il più grande degli ursidi, nonché più grande carnivoro di terraferma esistente sul nostro pianeta.

L'orso polare ha una pelliccia bianca che serve per confondersi con l'ambiente innevato circostante, anche se i peli stessi non sono propriamente bianchi. Questi sono principalmente cavi ed è solo la loro sovrapposizione a dare il colo che noi vediamo. In realtà il mantello sottostante è scuro.

Orso bruno

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L'orso bruno (Ursus arctos) è l'orso più diffuso della sua famiglia, con diverse sottospecie presenti in tutto il mondo. Particolarmente famoso è il grizzly (Ursus arctos horribilis) diffuso soprattutto in America e dal temperamento particolarmente aggrssivo, mentre in Italia abbiamo l'orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una sottospecie dal muso più rotondo e di dimensioni generalmente più piccoli.

Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso, perché hanno una forza e dimensioni tali da non essere predati.

Orso malese

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Questo animale è anche conosciuto con il nome di orso del sole (Helarctos malayanus) ed è un orso che abita principalmente le foreste pluviali dell'Asia sudorientale. L'orso malese misura approssimativamente 1,2 m di lunghezza, facendone il membro più piccolo della famiglia degli orsi ed è spesso chiamato orso cane proprio per questo.

Come molte specie asiatiche sono particolarmente in pericolo per via del bracconaggio. Infatti i loro organi sono utilizzati in molte ricette della medicina tradizionale del luogo, motivo per cui molte popolazioni si sono estinte in natura.

Orso dal collare

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L'orso tibetano o orso dal collare (Ursus thibetanus) deve il suo nome alla mezzaluna chiara presente sul petto. Ha una pelliccia nera, un muso marrone chiaro e le sue orecchie sono a forma di campana. Fra i principali animali che minacciano la sopravvivenza di questo animale c'è la tigre siberiana, che in Russia arriva a costituire fino al 5% della dieta del grande felino.

Gli orsi neri asiatici sono diurni, anche se diventano notturni vicino alle abitazioni umane. Possono vivere in gruppi familiari composti da due adulti e due cucciolate successive di giovani. Cammineranno in una processione dal più grande al più piccolo. Sono buoni scalatori di rocce e alberi, e si arrampicheranno per nutrire, riposare, sole, eludere i nemici e ibernare.

L'orso dagli occhiali

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L'orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus) è uno fra i più misteriosi ursidi poiché attualmente non esistono molte ricerche su questa specie. Al pari della maggior parte degli altri orsi è un ottimo scalatore, in grado di arrampicarsi sugli alberi fino ad un'altezza di 24–30 metri in cerca di cibo.

Vive nelle foreste ai piedi delle Ande, fino ad un'altitudine di 3000 metri e la sua dieta è particolarmente ricca di insetti. Per questo motivo la sua anatomia è completamente modificata nel corso dei millenni con la mancanza di alcuni incisivi e la lunga lingua utile per aspirare i piccoli insetti dai nidi nel terreno e nei tronchi degli alberi.

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