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17 Febbraio 2022
14:10

Triceratopo, il dinosauro erbivoro con corna e collare

Il triceratopo era un grosso dinosauro erbivoro ceratopside dotato di tre enormi corni e un vistoso collare osseo. Abitava l'attuale Nord America nel Cretacico superiore, tra 68 e 66 milioni di anni fa. Condivideva l'habitat col tirannosauro, molto probabilmente uno dei suoi predatori principali.

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Il triceratopo era un dinosauro erbivoro ceratopside dotato di tre grossi corni e un vistoso collare osseo. Viveva sulla Terra tra i 68 e i 66 milioni di anni fa, nel Cretacico superiore, ed è uno dei dinosauri più noti e apprezzati nella cultura di massa, famoso per essere spesso contrapposto a uno dei più grandi teropodi carnivori mai esistiti: il Tyrannosaurus rex. I due hanno infatti vissuto nello stesso periodo e negli stessi habitat nell'odierno Nord America.

Il triceratopo viene infatti spesso raffigurato come una delle prede principali del tirannosauro, anche se questa interazione preda-predatore viene spesso romanzata. Triceratops è comunque uno dei generi di ceratopsidi più grandi e meglio conosciuti di tutta la paleontologia, grazie ai tantissimi resti fossili ben conservati ritrovati a partire dal 1887, anno della sua prima scoperta avvenuta a Denver, in Colorado.

Scopriamo più da vicino chi era e come viveva il gigante erbivoro dotato di tre grandi corni e di un maestoso collare osseo.

Com'era fatto il triceratopo

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Confrondo dimensionale con l’uomo delle due specie di Triceratops oggi ritenute valide

Il nome del genere Triceratops deriva dal greco antico e significa letteralmente "faccia con tre corna". Tra le sue caratteristiche principali ci sono infatti i tre grandi corni, due posizionate sopra agli occhi e che potevano essere lunghi anche un metro, e uno più piccolo portato sul muso, al di sopra delle narici. Si è discusso molto sulla funzione di questi corni, alimentando spesso anche accesi dibattiti circa il loro potenziale offensivo o difensivo.

Molto probabilmente, però, la loro funzione principale era invece analoga a quella dei palchi o delle corna dei moderni ungulati, e cioè deputato più al corteggiamento o alla manifestazione di superiorità territoriale tra gli individui.

Il cranio di Triceratops era molto grande in proporzione al resto del corpo, anche perché era dotato come altri ceratopsidi di un vistoso collare osseo rivolto all'indietro e che copriva in parte il collo. Anche sulla funzionalità del collare si è dibattuto parecchio, ma molto probabilmente svolgeva più di una funzione: quella difensiva, per proteggere il collo da eventuali morsi di predatori e quasi certamente quella comunicativa tra gli esemplari della stessa specie.

Il fatto che il collare fosse presente in forme e dimensioni molto diverse tra la varie specie di ceratopsidi è uno di punti a favore di questa ipotesi, anche se vista l'estensione secondo alcuni autori poteva anche essere coinvolto nella termoregolazione.

Il triceratopo era un grande erbivoro quadrupede, dotato come molti altri dinosauri di un grosso becco corneo e sdentato. I denti erano però presenti all'interno della bocca, alle spalle della premascella. Lo scheletro postcranico sorreggeva un corpo molto grosso e robusto, che poggiava su quattro arti dotati di cinque dita nelle zampe anteriori (di cui solo tre toccavano terra), e quattro nelle zampe posteriori. Si stima che il triceratopo poteva raggiungere tra i 7,9 e i 9 metri di lunghezza, dai 2,9 ai 3 di altezza e un peso complessivo che andava dalle 6 alle 12 tonnellate.

Di Triceratops possediamo inoltre anche dei rari resti fossili del tegumento, ritrovati in Wyoming ed esposti al Museo di Scienze Naturali di Houston. Le impronte fossili delle pelle restituiscono un aspetto squamoso, con un animale ricoperto da una rete di tubercoli esagonali che dividevano tubercoli più grandi dotati di sporgenze coniche centrali.

Storia della scoperta

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Cranio di Triceratops horridus esposto al Museo di Scienze Naturali di Houston

Il primo esemplare fossile mai nominato e attribuibile con certezza a Triceratops è una porzione di cranio con due corni ritrovata da George Lyman Cannon a Denver, in Colorado, nella primavera del 1887. Inizialmente si pensava potessero essere corna di antichi bisonti estinti, ma diversi ritrovamenti successivi hanno permesso poi di capire che in realtà si trattava proprio di un grande dinosauro erbivoro.

La natura robusta e le dimensioni del cranio hanno permesso a molti esemplari di conservarsi in ottime condizioni, consentendo quindi di studiare la specie nel dettaglio, comprese le variazioni tra le specie e i differenti stadi di crescita. Molti altri resti di triceratopo sono stati infatti successivamente scavati negli stati americani del Montana, del South Dakota, del Colorado e del Wyoming. E ne sono stati trovati altri nelle province canadesi di Saskatchewan e Alberta.

Possediamo quindi un sacco di informazioni anche sulle diverse fasi di sviluppo del triceratopo, da quella giovanile alla forma adulta. In passato fossili di esemplari giovani erano stati attribuiti erroneamente ad altre specie, e ancora oggi si discute sulla validità di alcuni taxa e sulla possibilità che siano lo stesso animale ma in periodi diversi della sua crescita.

Specie

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Un triceratopo montato accanto a un tirannosauro al Museo di storia naturale di Los Angeles

Al genere Triceratops sono oggi attribuite due specie differenti, T. horridus e T. prorsus, ma in passato molte altre, ora non più considerate valide, sono state proposte. In paleontologia non è infatti sempre facile riconoscere e accomunare scheletri o piccoli resti di esemplari molto giovani e adulti, e spesso si finisce per nominare ogni reperto o resto di animale come una specie separata.

Una ricerca pubblicata nel 2010, per esempio, sostiene che il contemporaneo Torosaurus, un ceratopside considerato un genere distinto, è in realtà la fase adulta e matura di Triceratopos. Non tutti sono però concordi su questa visione e anche altri generi di ceratopsidi, come Nedoceratops oppure Tatankaceratops sono considerati da alcuni autori stadi di crescita intermedi del triceratopo, tuttavia il dibattito tra gli esperti è ancora piuttosto aperto.

Alimentazione

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Triceratops in ambiente costiero

I triceratopi erano erbivori e, a causa della conformazione della testa e del corpo, è abbastanza condiviso tra gli esperti che mangiasse soprattutto vegetazione bassa, un po' come i brucatori moderni. Il becco era infatti adattato per strappare soprattutto erba o felci che crescevano nelle vaste praterie, anche se non si può escludere che mangiasse anche altri tipi di vegetali, magari foglie o arbusti, oppure palme e cicas.

Quel che è certo è che vista la mole mangiava sicuramente grandi volumi di materiale vegetale, che strappavano prima col becco e che poi venivano masticati grazie ai numerosi denti. Triceratops era dotato infatti di tantissimi denti, tra 432 a 800 denti, di cui però solo una parte era utilizzata per la masticazione. Tutti gli altri erano sostituti pronti a entrare in funzione quando i vecchi finivano per usurarsi. La sua dentizione subiva infatti continui ricambi, che molto probabilmente avvenivano per tutta la durata della vita dell'animale.

Abitudini e comportamento

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Illustrazione del 1901 realizzata Charles R. Knight

Nonostante il pensiero comune che dipinge Triceratops come un animale sociale che viveva in grandi branchi, non sappiamo con certezza se fosse davvero così. A differenza di altri ceratopsidi non sono stati trovati molti fossili con più individui, ciononostante, non possiamo escludere che vivesse in gruppo come molti dei grandi erbivori attuali, magari in piccoli nuclei familiari, ipotesi abbastanza condivisa tra i paleontologi. Grazie ai tantissimi ritrovamenti sappiamo però che il tirannosauro era quasi certamente uno dei suoi predatori principali.

Sono stati infatti trovati segni di denti e morsi di T. rex su alcune ossa degli arti anteriori. Non ancora chiaro se si tratta di una predazione attiva o se il carnivoro ha semplicemente mangiato una carcassa trovata già morta, tuttavia ci sono numerosi indizi sulla datazione, sulle località e sugli habitat che fanno propendere per un'interazione stretta tra T. rex e Triceratops, proprio come vengono spesso raffigurati dai paleoartisti, dal cinema e dai videogame.

Il triceratopo è stato uno degli ultimi dinosauri non uccelli a camminare sulla faccia della Terra. È infatti, insieme al T . rex, uno dei dinosauri che quasi certamente si sono estinti proprio 66 milioni di anni fa, quando ci fu la celebre estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene che segnò la fine del dominio e all'era dei grandi dinosauri.

Il triceratopo nella cultura di massa

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Modellino di Triceratops

Il triceratopo è senza dubbio uno dei dinosauri erbivori più famosi, secondo probabilmente solamente ai grandi sauropodi dal collo lungo. Il suo aspetto inconfondibile e i numerosi ritrovamenti hanno senza dubbio contribuito a renderlo tanto popolare, e infatti da decenni lo troviamo raffigurato nei film, nei cartoni animati, tra i giocattoli, nei libri, nei fumetti e altre opere artistiche. È anche spesso considerato il secondo dinosauro più famoso al mondo, dopo il Tyrannosaurus.

Nella celebre saga cinematografica di Jurassic Park, troviamo infatti un esemplare femmina di Triceratops un po' malconcia e distesa a terra dopo un'intossicazione alimentare. Quando il paleontologo Alan Grant le vede e la accarezza afferma inoltre che è sempre stato in suo dinosauro preferito, fin da quando era un bambino.

Altri Triceratops famosi sono Tricky, uno dei personaggi principali della saga Alla ricerca della Valle Incantata, e Sasaki, personaggio del manga e anime One Piece che ha la capacità di trasformarsi proprio nel dinosauro erbivoro grazie ai poteri del suo frutto del diavolo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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