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7 Aprile 2022
18:45

Stegosauro: il grosso dinosauro erbivoro con la “cresta”

Lo stegosauro era un grosso dinosauro erbivoro dotato di una "cresta" dorsale formata da placche ossee. Vissuto nel Giurassico Superiore, tra circa 155 e 145 milioni di anni fa, è tra i dinosauri erbivori più noti.

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Lo stegosauro è un dinosauro erbivoro quadrupede vissuto nell'attuale Nord America durante il Giurassico Superiore, tra circa 155 e 145 milioni di anni fa. Si tratta di uno dei dinosauri più noti anche al grande pubblico, soprattutto per alcune caratteristiche fisiche peculiari uniche tra tutti i dinosauri: le enormi e piatte placche ossee che formavano una sorta di "cresta" sul dorso e le quattro spine appuntite che aveva all'estremità della coda. Il nome latino del genere, Stegosaurus, significa "lucertola coperchio" o "tetto", in riferimento proprio alle vistose placche che ricoprivano il suo dorso.

Com'era fatto lo stegosauro

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Due specie di Stegosaurus confrontate tra loro e con l’uomo. Illustrazione da Wikimedia Commons

Lo stegosauro era un quadrupede erbivoro di grosse dimensioni, dotato di una corporatura robusta dalla schiena arrotondata. Gli arti anteriori erano più corti rispetto a quelli posteriori e la coda spinosa veniva portata dritta e alzata dal terreno. Gli individui di grandi dimensioni potevano crescere fino a 9 metri di lunghezza per un peso che poteva arrivare fino a oltre le 5 tonnellate. In altezza, invece, raggiungeva grazie alla grosse placche quasi 5 metri.

In proporzione la testa era relativamente piccola e allungata, così come il rapporto tra il cervello e la massa corporea, tra i più piccoli tra tutti i dinosauri. Il cervello era quindi di dimensioni molto ridotte, non superiore agli 80 grammi. Questa caratteristica ha alimentato per anni la credenza che Stegosaurus e altri dinosauri fossero animali stupidi, un'idea ormai ampiamente superata. La capacità cognitive di un animale non dipendo infatti semplicemente dalla massa cerebrale.

Il piccolo cranio era dotato di denti di dimensioni molto ridotte, triangolari e piatti, adatti a macinare il materiale vegetale.

Ma la caratteristica più evidente dello stegosauro erano le enormi placche dorsali e le spine appuntite ai lati della coda, chiamate anche thagomizerPer molti anni i paleontologi hanno discusso sulle funzionalità delle placche, che erano disposte a coppie in due file lungo il dorso e potevano essere alte fino a 60 cm. Oggi è comunemente accettato che servissero per la comunicazione iter e intra specifica e in secondo luogo per la termoregolazione, ad assorbire o rilasciare calore.

Le punte ai lati delle coda, o thagomizer, erano invece quattro e quasi certamente avevo uno scopo difensivo, oppure venivano utilizzate nei combattimenti tra individui.

Abitudini e stile di vita dello stegosauro

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Lo stegosauro viveva in ambienti dove la vegetazione variava molto, dalle foreste di conifere alle felci arboree passando per valli fluviali e savane aride. La testa piccola e il collo corto suggeriscono che molto probabilmente mangiava soprattutto arbusti, tuttavia era quasi certamente un erbivoro generalista e nella sua dieta erano incluse anche felci, equiseti, cicas e muschi.

Stegosaurus viveva nella stessa epoca e negli stessi luoghi di molti altri dinosauri, come ApatosaurusDiplodocusBrachiosaurus e soprattutto Allosaurus e Ceratosaurus. Questi ultimi due, molto probabilmente, erano tra i suoi principali predatori. Il particolare l'allosauro era probabilmente il suo "peggior nemico", visto che sono state trovate diverse ferite da thagomizer sui resti del teropode.

Storia della scoperta

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Scheletro di stegosauro esposto al Carnegie Museum of Natural History. Foto da Wikimedia Commons

I primi resti di Stegosaurus furono scoperti durante la famigerata "guerra delle ossa" assieme a tanti altri dinosauri, tra cui il brontosauro. Fu Othniel Charles Marsh nel 1877 a descriverlo e a nominarlo per la prima volta, partendo da alcuni resti fossili recuperati a nord di Morrison, in Colorado. Inizialmente il paleontologo credeva appartenessero a un animale acquatico, tipo una tartaruga, tuttavia già negli anni immediatamente successivi alla prima scoperta, molti altri fossili furono ritrovati, e si riuscì a capire facilmente che si trattava invece di un dinosauro quadrupede.

Da allora sono stati ritrovati numerosi altri esemplari, oltre 80, che hanno permesso di descrivere in maniera molto dettagliata la sua anatomia. Alcuni esemplari subadulti come Sophie, sono quasi completi e perfettamente conservati.

Proprio a causa dei numerosi ritrovamenti, negli anni furono descritte un numero sproporzionato di specie diverse, la maggior parte delle quali oggi ritenute non valide. Attualmente sono solo tre le specie accettate dalla maggior parte dei paleontologi: Stegosaurus ungulatus, Stegosaurus stenops e Stegosaurus sulcatus, tutte nominate e descritte per la prima volta dallo stesso Marsh.

Lo stegosauro nella cultura di massa

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Come molti altri dinosauri, anche lo stegosauro gode di una discreta fama tra il grande pubblico generalista. Il suo aspetto inconfondibile, le placche ossee e le spine ai lati della coda, lo rendono immediatamente riconoscibile ed è per questo che è stato rappresentato in numerosi film, serie TV, cartoni animati e giocattoli. È stato persino dichiarato il dinosauro dello stato del Colorado nel 1982.

Inizialmente raffigurato spesso come un animale lento e stupido, negli ultimi decenni, grazie a numerose scoperte, la sua immagine è notevolmente migliorata, assieme a quella di molti altri dinosauri. Questa rivalutazione si è poi riflessa anche nei media popolari, tra cui cartoni animati, videogiochi, documentari e film.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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