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20 Dicembre 2022
17:46

Pitbull distrugge una Tesla. L’esperto: «Il cane rischia l’eutanasia, ma l’attenzione pubblica è sull’auto»

Il video di un Pitbull che morde una Tesla in America è diventato popolare in tutto il mondo. Ciò di cui si parla poco, però, è il fatto che il pet mate è ora intenzionato ad abbattere il cane, come se nell'accaduto non vi fosse anche una sua responsabilità.

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Lo scorso 9 dicembre, un'utente di TikTok di nome Olivia Symone ha pubblicato sul suo profilo il video di quanto accaduto nei giorni precedenti a Temple Hills, una località poco a Sud di Washington, nel Maryland. Nelle immagini si vede il Pitbull del suo vicino di casa, il quale non è presente, che morde la carrozzeria di un'auto, una Tesla Model3, e ne stacca la guarnizione del finestrino mentre lei, in compagnia del suo Barboncino, è all'interno del veicolo e, nonostante la paura, riprende quanto sta accadendo.

Il video ha superato rapidamente le 24 milioni di visualizzazioni, rendendo la notizia popolare anche al di fuori degli Stati Uniti.

Nei giorni successivi, la donna ha pubblicato anche un altro video in cui viene ripreso l'arrivo della Polizia intenta a fermare il cane con una pistola taser. Le ultime immagini, in ordine cronologico, riguardano il momento in cui la donna fa manovra, riuscendo finalmente ad allontanarsi.

«La vicenda ha avuto inizio fuori dal mezzo e ha visto coinvolto anche il pet mate, che è stato morso a sua volta. Fortunatamente io ho avuto la possibilità di chiudermi nell'auto, mentre l'uomo è scappato nell'abitazione – commenta la donna sui social – Sono consapevole del fatto che ero al sicuro, ma non riuscivo a credere che un cane stesse davvero morsicando la mia Tesla».

Il pet mate del Pitbull: «Prendo in considerazione l'abbattimento»

Al termine delle immagini, Symone pubblica anche il messaggio ricevuto in seguito all'incidente dalla persona di riferimento del Pitbull, il quale si scusa e racconta di non averlo mai visto comportarsi in questo modo ma aggiunge anche un tremendo dettaglio riguardo le sue intenzioni nei confronti del cane: «Pagherò i danni che abbiamo causato – scrive – Noi lo abbiamo cresciuto con cura fino a questo momento e non mi sarei mai aspettato di dover affrontare una situazione del genere. Sto prendendo in considerazione l'idea di abbatterlo, in modo che non possa più fare del male a nessuno».

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Un pensiero che risulta assurdo, oltre che crudele, e rivela l'imperdonabile convinzione da parte dell'uomo di non avere alcuna responsabilità in merito a quanto accaduto, certo che i morsi del cane siano dovuti unicamente ad un suo essere "sbagliato", "guasto" piuttosto che ad una dinamica relazionale che avrebbe bisogno di essere rivista.

Ma la sua idea di ricorrere all'eutanasia è legittima in gran parte degli Stati Uniti, dove è legale scegliere questa opzione anche se il cane è in buona salute.

Ogni stato americano affronta la questione in maniera a sé stante ma per quanto riguarda alcuni territori può essere addirittura effettuata dai dipendenti non certificati dei rifugi per animali, i quali sono autorizzati a eseguire la procedura senza richiedere alcuna grave motivazione di salute o comportamentale da parte del soggetto. L'unico requisito, da parte di chi se ne occupa, è quello di aver portato a termine un breve percorso formativo.

In Italia, invece, l'ipotesi di soppressione del cane è regolamentata all'Art.2 (comma 6) della Legge quadro 281 del 14 agosto 1991, nel quale si legge: «I cani (…) possono essere soppressi, in modo esclusivamente eutanasico ad opera di medici veterinari, soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità».

Anche se di tanto in tanto si pratica ancora, in Italia l'eutanasia di un cane sano è un'opzione considerata sempre più raramente e, nella maggior parte dei casi, si favoriscono alternative diverse dall'abbattimento.

Negli Stati Uniti, invece, è lo stesso American Kennel Club, ovvero l'associazione responsabile del registro delle razze in territorio statunitense, che elenca l'eutanasia tra le possibili soluzioni da prendere in considerazione nel caso in cui il cane proponga comportamenti aggressivi o la sua famiglia non sia in grado di assicurargli uno standard di vita soddisfacente.

Per quanto riguarda il Maryland, luogo in cui è avvenuto l'incidente del video, se il pet mate opterà effettivamente per questa soluzione, dovrà semplicemente rivolgersi a un veterinario specializzato, il quale farà un'iniezione di barbiturici al cane.

A pagare, in questa storia, sarà quindi solo il Pitbull, mentre il suo umano tornerà alla sua vita, come se niente fosse, libero da ogni responsabilità (legale e morale) nei confronti del soggetto, senza nemmeno prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso con un medico veterinario comportamentalista e senza essere chiamato, prima di tutto, a intervenire attivamente per fare del proprio meglio affinché fatti come questi non tornino ad accadere. 

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Il messaggio del pet mate

«Mentre l'auto andrà dal meccanico, il cane sta rischiando la vita»

«Osservando il video mi sembra chiaro che le intenzioni del Pitbull non fossero aggressive. Con i suoi comportamenti ha dimostrato, piuttosto, che stava vivendo una frustrazione evocata, forse, dall'impossibilità di incontrare la donna e il suo cane – commenta David Morettini, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami – I Terrier di Tipo Bull, infatti, in particolare di fronte al languore di un'aspettativa sociale che tarda ad arrivare, tendono a scaricare le frustrazioni e le attivazioni emozionali che ne derivano attraverso l'utilizzo della bocca, attivando una delle fasi della predazione, ovvero afferrare e scuotere. Sembra essere proprio questo il comportamento proposto dal Pitbull nei confronti dell'auto. Non possiamo esserne certi, perché non conosciamo i dettagli della dinamica, ma non sembra essere una questione legata all'aggressività, bensì ad un problema gestionale da parte della sua famiglia».

Ciò che cattura maggiormente l'attenzione di Morettini è però un altro aspetto della vicenda e riguarda il focus su cui è stata concentrata l'attenzione nella maggior parte dei racconti che si sono succeduti in questi giorni a riguardo.

«Trovo assurdo che, nel narrare l'accaduto, si tenda a focalizzare l'attenzione sul fatto che i danni siano stati provocati ad una Tesla che riconosciamo tutti come un bene di lusso. Come tale, l'auto verrà certamente portata dal meccanico per essere riparata al più presto – conclude Morettini – Qui si nasconde il fulcro dell'enorme ingiustizia che nei racconti non emerge: il pet mate pagherà i danni economici e la Tesla tornerà di nuovo sulla strada, con il suo ruolo di status symbol. Il cane, invece, sta rischiando la vita perché nei suoi confronti l'uomo si scrolla di dosso ogni responsabilità, non guardando in faccia la propria incapacità di prendersi cura di un essere vivente e pensando di risolvere la questione togliendogli crudelmente la vita».

Kodami ha scelto di non mostrare il video, perché le immagini non aggiungono nulla rispetto a quanto descritto a parole.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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