INCONTRI SELVAGGI
episodio 1
16 Marzo 2023
20:00

Perché le persone hanno paura dei lupi?

Perché abbiamo così paura del lupo? Tutto deriva da stereotipi vecchi 500 anni, fiabe e falsi miti. Ad oggi l'unica cosa da temere è la confidenza con questo selvatico che non vuole opporsi a nessuno, e neanche attaccare cani, ma solo cercare un territorio - in mezzo alla nostra estrema urbanizzazione - per sopravvivere.

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Ve le ricordate le favole che ci raccontavano da bambini? C'era sempre un lupo cattivo. Per secoli il lupo è stato descritto come l'incarnazione del male assoluto, nulla di più falso. Anche se vi verrà difficile crederlo, il lupo è un animale molto protettivo. Facciamo un esempio: trovare la tana è difficilissimo perché mamma lupo è così attenta ai suoi piccoli che, non appena percepisce un pericolo, afferra con la bocca i cuccioli e li porta in un altro posto per proteggerli. Ecco perché si dice "in bocca al lupo" come augurio di buona fortuna.

Chiariamo subito che il lupo non è cattivo e le possibilità che attacchi l’essere umano sono praticamente pari a zero. È da più di 100 anni, infatti, che non succede. Anche se c’è interesse a far passare il messaggio opposto, visto che il lupo è una minaccia per gli allevatori a causa degli attacchi ai loro animali da reddito. In realtà siamo più un pericolo noi per loro che viceversa, perché continuiamo ad espandere le nostre città invadendo il loro territorio. Convincendo l’opinione pubblica che sia pericoloso, viene data anche una scusa per ucciderlo. Nonostante sia una specie protetta e ci siano leggi e regolamenti che ne vietino la caccia.

Ma andiamo con ordine e raccontiamo tutta la verità su questa specie.

I lupi ululano alla luna piena?

Di falsi miti sui lupi, purtroppo, ce ne sono davvero tanti. Tipo che ululano quando c'è la luna piena, una credenza nata nel medioevo con la caccia alle streghe: di notte infatti durante le celebrazioni poiché si sentivano gli ululati dei lupi questa vocalizzazione venne interpretata come una manifestazione del diavolo dando origine alla terrificante leggenda del “lupo mannaro”.

In realtà per quanto suggestiva come immagine, non esiste nessun legame scientifico tra le fasi lunari e gli ululati. I lupi ululano per condividere la propria posizione con il branco, per difendere il territorio e per richiamare i loro cuccioli e, se lo vedete con la testa in su non è perché sta ululando alla luna ma perché così facendo il suo richiamo arriva più lontano.

Il ritorno del lupo in Italia

Molti pensano che da noi il lupo non ci sia mai stato, ma il lupo è sempre esistito in Italia e sfatiamo un mito: non siamo stati noi a reintrodurli sul territorio. Tutto è avvenuto naturalmente. La sequenza di immagini (vedi sotto) rappresenta la sua distribuzione sul territorio dal 1900 al 2021. Praticamente è sempre stata la stessa, ad eccezione degli anni settanta. In quegli anni era praticamente scomparso a causa del suo peggior nemico: l’uomo.

Li abbiamo sterminati, erano sull’orlo dell’estinzione. Ecco perché intere generazioni sono convinte che non sia mai esistito nel nostro paese. Il lupo è scomparso per quasi quarant'anni perché l’uomo lo ha avvelenato con bocconi di cibo contenenti stricnina e cianuro, oltre a ferirlo mortalmente con le tagliole sparse per le montagne. C’era perfino un nome per chi lo cacciava: i “lupari”.

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Questo predatore è ricomparso nel momento in cui abbiamo iniziato a proteggerlo. L’Operazione San Francesco del 1972, condotta dal WWF assieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, diede coraggiosamente l’avvio al primo, serio progetto per la conservazione del lupo nel nostro paese vietando le sostanze tossiche utilizzate per avvelenare i bocconi. Successivamente nel 1973 il governo ha emanato il Decreto triennale – convertito in legge definitiva nel 1976 – per dichiarare il lupo specie protetta.

Il ritorno del lupo è da attribuire anche all’esodo da parte dell'uomo da campagne e montagne verso le città. Le valli si sono svuotate, facendole ripopolare da cervi, caprioli e cinghiali di cui il lupo si ciba. Il lupo ha un ruolo molto importante nella catena alimentare: mantiene una sorta di equilibrio tra le specie da un punto di vista numerico, ma soprattutto della qualità. I lupi infatti predano prevalentemente gli individui giovani, malati o feriti e svolgono anche un importante ruolo cibandosi di carcasse, limitando così la diffusione di malattie.

Perché i lupi si avvicinano sempre più alle case?

Ma come mai ora i lupi sono vicini alle nostre case e non più solo nei boschi? Il lupo non è un animale di montagna, siamo noi che lo abbiamo confinato lì. Biologicamente il lupo si adatta a tantissimi habitat differenti, come quello di pianura. Poi, importante da aggiungere, c’è un comportamento distintivo del lupo che favorisce la sua espansione: la "dispersione". Quando un lupo raggiunge la maturità sessuale (intorno ai due anni), lascia il proprio branco per andare in giro da solo alla ricerca di un partner – da qui il detto “lupo solitario” – e per trovare un territorio libero da occupare, dove fondare un proprio branco. I lupi sono grandi camminatori, percorrono fino a 10 km/giorno e guardate come i branchi si evitano tra loro.

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I lupi sono molto territoriali quindi tutti gli individui giovani devono trovarsi uno spazio libero e indovinate dove vanno se quello di montagna è già occupato? Vanno in cerca di quei luoghi lontani dal caos della città: piccoli boschi, aree fluviali o acquedotti – dove nuotano predando nutrie – e insediamenti agricoli, soprattutto campi di mais. Si sono così abituati alla presenza di macchine agricole, ma dobbiamo fare attenzione a non farli abituare alla nostra presenza.

Questo vuol dire che se dovessimo incrociare un lupo sul nostro cammino potrebbe sbranarci? No, questo è solo uno degli esempi di come alcuni media fanno crescere un sentimento di paura assolutamente infondato. Il lupo ha paura di noi, ma dobbiamo fare comunque attenzione perché potrebbe diventare pericoloso e mostrare aggressività nei nostri confronti se prendesse troppa confidenza con la nostra presenza. Questo perché noi siamo tra gli animali più indifesi e deboli sulla Terra ed è meglio che le altre specie più forti non lo capiscano. Quindi adottare comportamenti a sfavore della familiarità, è la soluzione per impostare una convivenza pacifica.

Da che cosa possiamo iniziare? Innanzitutto c’è grande attenz ione sui recenti attacchi dei lupi ai cani. In effetti è così e accade sempre di più ma è un fenomeno noto già accaduto in passato e ciò avviene perché il numero dei lupi è in crescita e, come abbiamo detto, tendono sempre di più ad avvicinarsi alle città. Uno studio effettuato da esperti del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, conferma però che questi attacchi sono casi isolati, non un fenomeno generalizzato e che si sono verificati sempre in situazioni in cui i cani erano incustoditi o impossibilitati a reagire (per esempio se chiusi in un recinto tradizionale, legati a una catena o lasciati senza vigilanza umana).

Se il cane invece è libero e si allontana da voi potrebbe disturbare i lupi in zona e mettersi in pericolo. Bisognerebbe quindi tenere il cane al guinzaglio quando si esce e quando invece si ritorna in case di campagna garantirgli la libertà in una recinzione anti-lupo, appunto se non lo si fa dormire in casa o in un luogo protetto da quattro mura.

Morale della favola: esiste un manuale di buona convivenza e dovremmo iniziare a consultarlo.

Ci sono molti video in cui i lupi vengono ripresi vicino alle città soprattutto di notte, questo perché i lupi durante il giorno rimangono nella loro area di riposo. Di notte invece è probabile che si spingano in aree aperte. Se ne vedono molti tra il tramonto e l’alba, ma non perché ce ne siano troppi. Di lupi se ne contano poco più di 3000 in tutta Italia. Gli avvistamenti ci sembrano così numerosi poiché in pianura ci sono più aree aperte rispetto alle aree boschive e gli osservatori, cioè le persone, sono molte di più rispetto alla montagna.

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Che differenza c'è tra un lupo e un Cane Lupo Cecoslovacco?

Spesso poi si fa confusione anche tra il lupo e il cane lupo cecoslovacco: sono molto simili in effetti ma, a differenza del lupo, il cane lupo cecoslovacco ha una colorazione che somiglia a una mascherina bianca sul muso. Il lupo ha poi orecchie più corte e presenta delle bande nere sulle zampe anteriori. Inoltre, il cane ha la coda più lunga del lupo e con la punta nera. Anche la stazza è differente: il lupo è infatti più piccolo del cane cecoslovacco. Questo per dire che di solito immaginiamo il lupo come un animale enorme, ma non è così.

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Quando i lupi attaccano gli animali d'allevamento?

Torniamo quindi al motivo che oggi alimenta una narrazione errata sui lupi, dipingendoli ancora come i mostri cattivi della situazione: l’avvicinamento ai centri abitati non a tutti va bene, anzi, tra alcuni allevatori e i lupi il conflitto è aperto. Il lupo si avvicina alle stalle per trovare cibo e questo, a volte, rappresenta una perdita economica per gli allevatori. Questo perché i lupi non mangiano solo il materiale di scarto lasciato vicino alle letamaie, ma si cibano anche degli animali vivi in cui sono state investite risorse per anni. Abbiamo però difficoltà a capire che uccidere i lupi non risolve davvero il problema delle predazioni di animali lasciati incustoditi al pascolo.

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Il numero delle aggressioni, infatti, non dipende dal numero dei lupi, ma dall'attrattività delle prede. Se lasciamo le prede nel recinto, o libere al pascolo, in quei territori dove il lupo caccia il cibo, stiamo servendo loro il bottino su un piatto d'argento. Per certi aspetti il lupo è molto più simile a noi umani di quanto possiamo pensare: siamo entrambi animali territoriali, sociali e opportunisti, che farebbero di tutto per difendere la famiglia. Se il lupo apprende che può conquistare una risorsa senza fatica, non indugia oltre. Lui si avvicina alle stalle, alle città, alle case, come noi ci avviciniamo al bar per consumare il nostro spuntino senza fatica. Ecco quindi che viene meno un’altra credenza sul lupo: non è vero che ha l’istinto di danneggiare gli altri ed eliminare chiunque si frapponga tra lui e il suo volere.

Perché abbiamo paura dei lupi?

Allora da dove nasce questa paura del lupo? In periodi di guerre e carestie, come durante la caduta dell'Impero Romano d’Occidente, gli uomini, come tutti gli altri animali, morivano. I lupi, per sopravvivere, cercavano cibo nelle città, ma non erano ancora indenni dalla rabbia. Malattia che ha causato gli unici episodi di aggressione da parte di questi animali. Tuttavia oggi la rabbia è eradicata, almeno in Italia, potremmo quindi spogliarci di uno stereotipo vecchio 500 anni.

Cosa possiamo fare, quindi, per rendere pacifica la convivenza con il lupo? Ribadiamolo perché non fa mai male. Buone pratiche potrebbero essere: per gli allevatori, far rientrare il bestiame, utilizzare dissuasori acustici, ottici o luminosi, utilizzare recinti realizzati tenendo bene a mente il comportamento di questi predatori e mettere cani da guardiania che lo possano difendere.

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Tutti i domestici però, inclusi i cani che dormono fuori la notte, dovrebbero avere recinzioni elettrificate che possano proteggerli. Attenzione, a proposito di cani: ricordiamo che la messa in catena di qualsiasi animale domestico è non solo vietata in gran parte delle regioni italiane ma anche altamente pericolosa.Per un cane sarà impossibile difendersi e non potrà, in alcun modo, trovare una via di fuga. Legarlo rappresenta dunque una vera e propria condanna a morte. E ovviamente non dimentichiamo che bisogna sempre rimuovere gli avanzi da giardini e cortili. Questa è una buona cosa da mettere in pratica non solo nelle zone dove ci sono lupi, ma anche dove ci sono gli orsi.

Kodami non smetterà mai di denunciare tutti quei comportamenti pericolosi tanto per gli uomini quanto per gli animali, ma soprattutto non smetteremo mai di ricordarvi che la convivenza tra uomo e natura non solo è possibile, ma necessaria. Convivenza è la parola chiave, noi crediamo che ci sia spazio per tutti gli esseri viventi, come lo crediamo per uomini e lupi, insieme.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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