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2 Giugno 2023
9:20

Oggi è la Festa della Repubblica: ma quali sono i diritti riconosciuti ai “cittadini” animali?

Oggi, 2 giugno 2023, si celebra il 77esimo anniversario della Festa della Repubblica. La commemorazione di un momento fondamentale della vita democratica del Paese. Tuttavia, per i cittadini animali la strada verso la parificazione dei diritti è ancora lunga.

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cane repubblica

Oggi, 2 giugno 2023, si celebra la Festa della Repubblica, istituita per ricordare il referendum che nel 1946 sancì il passaggio dell'Italia dalla Monarchia alla Repubblica.

Un momento fondamentale per la vita democratica del Paese all'indomani del secondo Dopoguerra. Poche settimane dopo il Referendum, infatti, si è riunita l'Assemblea Costituente, composta dalle donne e dagli uomini che hanno sancito i diritti inalienabili della nuova Italia repubblicana.

Oggi, a 77 anni di distanza da quello storico avvenimento, la Festa della Repubblica assume ancora maggiore valore poiché il paese è chiamato, a più di un anno dalla riforma che ha introdotto la tutela degli animali e dell'ambiente nella Costituzione, a mettere in pratica quello che per il momento resta solo sulla Carta. Un passo necessario per la tutela dei diritti fondamentali di quelli che sono a tutti gli effetti membri delle famiglie. Ma a che punto sono i diritti degli animali nella Repubblica italiana?

Gli animali chiaramente vanno rispettati, ma questo non deve essere messo in atto attraverso una visione antropocentrica. È chiaro che gli animali non hanno bisogno che sia protetto il loro diritto di lavorare, di associarsi, di professare la religione in cui credono per attenerci al dettato costituzionale, ma esistono quei diritti inviolabili che appartengono a tutti gli esseri senzienti. E gli animali, con il recepimento del Trattato di Lisbona, anche in Italia hanno assunto questa qualità, benché non esplicitata nell'ultima riforma costituzionale in Italia. Ci sono diritti assoluti, però, che non sono appannaggio di una singola specie, per capirci: come il diritto alla casa, che per un lupo significherà la libertà di vivere nel suo habitat.

Analogamente, anche il riconoscimento della pari dignità sociale e dell‘uguaglianza davanti alla legge sono riconoscimenti preclusi agli animali, i quali vengono trattati differentemente in base alla funzione che occupano nella nostra società. Ad esempio l'ordinamento italiano distingue gli animali d'affezione come cani e gatti dagli animali da reddito, come i cavalli e i maiali che sfruttiamo fino alla morte.  O pensiamo appunto alla fauna selvatica che ci impegniamo a tenere il più lontano possibile dalle nostre comunità che dovrebbe essere messa in atto per la tutela degli animali e per evitare pericoli alla nostra specie ma che invece, spesso, si trasforma in attività di soppressione o di privazione del "diritto alla loro casa" in favore della nostra.

Nonostante questi paradossi la normativa italiana non ha ancora espresso le adeguate tutele per gli animali non umani, incluso il diritto alla salute. Anche, dal punto di vista della legge le cose stanno cambiando grazie a tre proposte di legge recentemente presentate alla Camera che, se amalgamate, potrebbero offrire maggiori garanzie agli animali italiani.

Il welfare animale che non c'è

veterinario animale

Ad oggi le politiche di welfare non sono estese neanche agli animali, nonostante questi vivano al nostro fianco da millenni, come Kodami ha raccontato nel Reportage realizzato all'interno del Parco Archeologico di Pompei.

Se è vero che avere un cane non è un diritto, un diritto del cane è quello di essere curato dagli umani di riferimento se vive in famiglia oppure dagli enti locali se si tratta di un cane libero o di quartiere. Questo non avviene sistematicamente, anche a causa  di parcelle veterinarie spesso giudicate troppo alte dalle persone, come svela un'indagine di Altroconsumo.

In tal senso, anche la questione dei farmaci non è secondaria: la possibilità di prescrivere farmaci per uso umano agli animali sembrava una vittoria per le tasche delle famiglie ma le limitazioni pratiche ne impediscono ancora l'applicazione.

Infine, ogni cura per la salute è vana per quegli individui sui quali l'uomo ha compiuto una selezione estrema come avviene con le razze brachicefale di cani e gatti. Per questi animali «nati malati», figli del maltrattamento genetico, ogni cura è palliativa rispetto a una condizione fisica che fin dalla nascita impedisce di raggiungere una vera forma di benessere. Lo ha spiegato l'istruttore cinofilo e membro del Comitato scientifico di Kodami Luca Spennacchio in un video dedicato al più noto tra i brachicefali, il Bouledogue francese.

Le politiche economiche, infine, con la ripartizione dei fondi annuali per la gestione del randagismo, per rimanere nell'ambito dei cani, non hanno ad oggi davvero portato a una gestione sana dei canili dello Stivale, con gestioni spesso gestite al ribasso proprio per ottenere i finanziamenti che vengono distribuiti alle singole Regioni.

Alla luce di simili ostacoli, il Sistema sanitario animale continua a essere una meta irraggiungibile.

Esseri senzienti o oggetti?

pitbull canile

Abbiamo raccontato spesso su Kodami delle operazioni delle Forze dell'ordine per trarre in salvo le vittime di maltrattamento. Quando si verifica ciò, gli animali vengono posti sotto sequestro allo scopo di salvaguardarne il benessere e allontanarli dal loro aguzzino.

La legge stabilisce che questi vengano "affidati ad associazioni o enti individuati dal Ministero della Salute con decreto di riconoscimento valido per tutto il territorio nazionale e che le sanzioni ricavate dalle violazioni della Legge 189/2004 affluiscono in un apposito capitolo del bilancio dello Stato, finalizzato alla ripartizione del fondo alle associazioni e agli enti affidatari".

Nel caso dei selvatici, accade spesso che la prolungata cattività li abbia resi ormai dipendenti dalle risorse alimentari fornite dall'essere umano. Caso emblematico è quello degli elefanti e dei grandi felini vittime di maltrattamento all'interno dei circhi. Il caso più importante in tal senso si è verificato nel 2014 quando il Martin subì il più grande sequestro di animali mai eseguito in un circo in Italia.

Questi animali non possono più essere reintrodotti in natura perché non sopravvivrebbero: sono destinati a restare all'interno dei Cras specializzati gestiti dalle associazioni. Loro non potranno mai uscire dai rifugi.

Anche se la legge è la stessa, per gli animali domestici sequestrati la sorte non è molto diversa: cani e gatti potrebbero essere affidati a una nuova famiglia dopo lo stallo in canile o presso le associazioni ma questa ricollocazione non può avvenire fino a quando il processo non è concluso.

Anche se l'intento è quello di salvarli dal maltrattamento, gli animali sequestrati sono trattati dalla legge ancora come res, come oggetti di interesse investigativo. Kodami ha raccontato questo aspetto nella video-inchiesta "Satriano: analisi di una tragedia".

Il discorso sulla titolarietà dei diritti fondamentali da parte degli animali appare secondaria rispetto al riconoscimento, che ancora manca, della loro qualità di esseri senzienti da parte della legge dello Stato.

Il percorso verso una equilibrata coesistenza su un Pianeta sul quale tutti gli esseri senzienti hanno pari diritto di vivere è ancora lungo e all'alba di una nuova estate in cui ancora dovremo essere obbligati a sensibilizzare sulla piaga dell'abbandono anche la festa della nostra Repubblica è, così, un mezzo per lanciare un unico messaggio espresso chiaramente nel Manifesto di Kodami nei valori che ci contraddistinguono: Pensiamo che il Pianeta sia la casa di tutti gli animali, umani e non e riteniamo che ogni individuo della nostra specie può apportare cambiamenti positivi per tutti gli esseri viventi con compassione, empatia, rispetto, dignità e amore.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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