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Inasprimento delle pene per i reati contro gli animali: la proposta arriva in Commissione Giustizia

Inasprire le pene per chi si rende responsabile di reati contro gli animali. Questo è uno dei punti principali che accomuna le tre proposte di legge che oggi saranno esaminate dalla Commissione Giustizia della Camera.

31 Maggio 2023
12:08
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Inasprire le pene per chi si rende responsabile di reati contro gli animali. È il fine delle proposte di legge volte a modificare le norme del Codice penale che riguardano gli animali e i crimini commessi contro di loro. Primi firmatari delle tre proposte sono la deputata Michela Vittoria Brambilla (Gruppo Misto), presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente; Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia), presidente della Commissione lavoro della Camera; e il deputato Devis Dori (Europa Verde).

L'esame dei ddl per l'armonizzazione e l'integrazione dei reati contro gli animali è previsto per oggi in Commissione Giustizia. Tutte le proposte prevedono un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, ma in particolare quelle di Rizzetto e Brambilla hanno l'obiettivo di superare l'antropocentrismo semantico e concettuale che ancora caratterizza questa materia. Chiedono infatti la modifica del titolo IX-bis del secondo libro del Codice penale, sostituendo l'attuale formulazione "Dei delitti contro il sentimento per gli animali" con "Dei delitti contro gli animali": in tal modo i proponenti vogliono affermare che oggetto di tutela penale è direttamente l'animale e non più l'uomo, colpito nei sentimenti che prova per cani, gatti e altri.

La formulazione attuale fa riferimento, come bene giuridico, non alla vita dell'animale, bensì al sentimento di affetto provato dall'essere umano, che è quindi reputato il soggetto passivo del reato. Superare questa visione appare quindi come il passo preliminare decisivo per un cambiamento culturale.

Un percorso coerente con la storica riforma che ha introdotto la tutela degli animali e dell'ambiente nella Costituzione italiana. Da quel giorno di marzo del 2022, infatti, nulla è cambiato per gli altri cittadini della Repubblica, i cui diritti sono rimasti solo sulla carta. Le iniziative legislative che sarebbero dovute seguire a quel primo, importante, provvedimento di principio, sono finite in un nulla di fatto.

Una circostanza sicuramente condizionata dalla situazione politica instabile vissuta dal nostro Paese. Poco dopo l'approvazione della riforma, infatti, si è aperta la crisi che ha portato il governo di larghe intese guidato da Mario Draghi al termine. L'estate del 2022 che è seguita è stata caratterizzata dalla giungla delle elezioni, che Kodami ha raccontato analizzando i programmi delle maggiori forze in campo. Attraverso le video interviste condotte dalla direttrice del magazine Diana Letizia abbiamo ascoltato i capi dei partiti e i principali referenti dei dipartimenti deputati ai diritti degli animali.

Rizzetto: «Proteggiamo gli animali, non il nostro sentimento per loro»

Tra i politici che abbiamo ascoltato c'era anche il deputato Walter Rizzetto, il quale a domanda diretta sulle sue intenzioni nel caso il suo partito, Fratelli d'Italia, avesse vinto le elezioni, aveva risposto che: «Oggi le condanne vanno dai quattro mesi ai due anni e la mia proposta è di portare queste condanne dai sei mesi a cinque anni. Dobbiamo ricordare che oggi non sono puniti i reati contro gli animali in quanto tali che a tutti gli effetti sono certificati come essere esseri senzienti. Si parla invece di "tutela del sentimento umano" nei loro confronti. Questa è una cosa che io ho inserito negli emendamenti della proposta di legge: voglio modificare la rubrica cambiandola proprio in "dei delitti contro gli animali"».

Intervistato oggi da Kodami, sulla sua proposta, la numero 842, il deputato conferma l'obiettivo originario: «Sono soddisfatto e molto contento che oggi in Commissione Giustizia verrà esaminata la mia proposta di legge che punta ad inasprire le pene previste per reati contro gli animali. Saranno esaminati anche i testi presentati dai colleghi Michela Vittoria Brambilla e Devis Dori. Si tratta del primo step, importante e fondamentale, di un iter che dovrà concludersi con l’inserimento di modifiche nel Codice penale».

L'iter della proposta si compone infatti di numerosi passaggi ulteriori prima del voto definitivo: «Dopo la Commissione Giustizia, verrà acquisito il parere delle Commissioni Affari Costituzionali, Affari sociali e Agricoltura e nel giro di alcune settimane la proposta di legge dovrebbe approdare in Aula».

Per essere approvata, dovrà contare sull'appoggio trasversale delle forze parlamentari, un presupposto non scontato considerato i sentimenti, spesso opposti, all'interno talvolta dei singoli partiti. «Sul tema dei reati contro gli animali in Italia siamo molto indietro – ammette il deputato di Fratelli d'Italia – con normative inadeguate che non scongiurano efficacemente la commissione di efferati atti di violenza nei confronti di questi esseri senzienti e portatori di diritti. È quindi necessario adottare adeguati provvedimenti normativi in materia, in particolare, stabilendo pene efficaci e proporzionate. La mia presente proposta di legge intende rimediare ad alcuni limiti della normativa vigente. A mio avviso bisogna aumentare la pena nei confronti di chi è colpevole della morte, del maltrattamento o dell’abbandono di un animale».

Nello specifico, il testo di Rizzetto si compone di 3 articoli che mirano a cambiare la rubrica del Titolo IX-bis specificando così che oggetto di tutela penale sono direttamente gli animali e non più l'uomo.

L'articolo 2 modifica gli articoli 544-bis e 544-ter del Codice penale. Oggi colui che cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, il testo introduce un inasprimento della pena, prevedendo la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Infine, l'articolo 3 interviene sull'art. 727 C.p., che prevede la contravvenzione di abbandono di animali. Oggi questo reato è punito con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000; stessa pena per chi li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura o di gravi sofferenze. Anche in questo caso, il testo è volto a introdurre un inasprimento della pena, prevedendo l'arresto fino a due anni e sei mesi o l'ammenda da 3mila a 25mila euro.

Dori: «Inasprire le pene non basta»

La proposta del deputato di Europa Verde, Devis Dori, la numero 468 si compone di 9 articoli attraverso i quali si vuole introdurre nei delitti contro gli animali una circostanza aggravante specifica che consiste nell'aver commesso il fatto in presenza di minorenni. Ma anche percorsi di recupero e trattamento psicologico per gli autori dei delitti contro gli animali.

Raggiunto da Kodami il deputato spiega che: «Lo scopo principale e innovativo della proposta di legge è quello di intervenire a livello normativo su quel fenomeno che in ampia letteratura scientifica è definito “link”, cioè la stretta correlazione tra maltrattamento o uccisione di animali e le condotte devianti, antisociali o criminali».

Non sempre, infatti, il semplice inasprimento delle pene si è dimostrato efficace nel limitare questo genere di violenza. Una iniziativa coerente con i valori fondanti del gruppo di Europa Verde che in occasione delle elezioni estive si è presentato insieme a Sinistra Italiana, formando un gruppo ancora attivo nei due bracci del Parlamento.

Lì dove non può un sistema Giustizia ormai notoriamente saturo, possono informazione e diffusione della cultura del rispetto, per questo la proposta di Dori si sofferma in particolare sulla rieducazione dei minori in presenza di condotte aggressive, anche in gruppo, nei confronti di persone o animali, ovvero lesive della dignità altrui.

Una necessità impellente, come dimostrano alcuni casi di cronaca recente, nei quali dei giovanissimi hanno messo in atto o diffuso video di sevizie nei confronti di animali, come rileva lo stesso Dori: «Gli atti di crudeltà su animali, soprattutto se agite da minorenni, sono un importante segnale di allarme da non ignorare né sottovalutare e, certamente, non può essere considerata una "ragazzata".  Per questo motivo è necessaria una formazione specifica sul “link” rivolta a giudici, psichiatri, assistenti sociali, veterinari, poliziotti e tutti coloro che incappano in abusi su animali durante il proprio lavoro. Individuare in tempo utile questi gravi comportamenti, ed attivare una risposta ambientale adeguata, permetterebbe di evitare un’escalation che possa portare alla violenza sulle persone. È un approccio fondamentale che tiene insieme la tutela degli animali e la tutela delle persone, in una correlazione inscindibile».

Dori, ancora una volta in continuità con le altre proposte del suo partito, propone di intervenire formando coloro che sono chiamati a giudicare queste fattispecie di reato, prevedendo l'attivazione di specifici percorsi di formazione in relazione alla prevenzione e al perseguimento di questi delitti.

Brambilla: aggravanti per chi commette reati davanti a minori

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Michela Vittoria Brambilla

La proposta di Rizzetto potrà essere amalgamata con quella, molto simile, di Michela Vittoria Brambilla, ex forzista oggi nel Gruppo Misto della Camera. La sua pdl, la numero 30, si compone di 15 articoli. L'obiettivo complessivo è quello di rafforzare le tutele per gli animali, il primo passo in tale senso anche in questo caso passa per l'inasprimento delle pene attualmente previste, ma non solo.

Il testo mira a intervenire introducendo nuove fattispecie di reato e nuove aggravanti, prevedendo una pena anche quando il colpevole abbia cagionato i reati «per negligenza, imprudenza o imperizia ovvero per violazione di leggi, regolamenti o altre disposizioni normative».

Aggravanti sono previste anche se si compiono atti contro gli animali:

  • In presenza di minori;
  • Nei confronti di animali conviventi;
  • Nell'esercizio di un'attività commerciale;
  • Nei confronti di più animali;
  • Con l'uso di armi;
  • Nell'esercizio di funzioni professionali, pubbliche o private.

Il testo di Brambilla mira a colpire anche la diffusione, da parte del colpevole, di descrizioni o immagini di fatti violenti contro gli animali attraverso strumenti informatici o telematici, fornendo quindi un'opera di sensibilizzazione simile a quanto è avvenuto in passato per i minori o in caso di diffusione di video di revenge-porn.

La novità più interessante riguarda però l'introduzione delle sanzioni applicabili agli enti direttamente coinvolti nella commissione di taluni reati contro gli animali, allargando il perimetro della colpa dal singolo alla collettività. La disciplina infatti si applica nei confronti degli «enti forniti di personalità giuridica e alle società e associazioni anche prive di personalità giuridica», mentre non rientrano in questa riforma lo Stato, gli enti pubblici territoriali, gli enti pubblici non economici nonché gli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale.

In definitiva, se queste tre proposte dovessero essere davvero amalgamate, l'Italia potrebbe beneficiare di una delle legislazioni più articolate e complete in relazione alla tutela e ai diritti degli animali, almeno quelli domestici.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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