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14 Maggio 2021
11:05

Milioni di api uccise in un raid nel Canavese. Erano tra i pochi luoghi dove potevano vivere

Milioni di api uccise e una settantina di arnie gettate in terra. E’ stato un raid ad aver devastato la vita di un giovane apicultore cuneese, Mattia Landra. L’episodio è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi a Candia, in Provincia di Torino. Le api erano state trasferite lì perché si tratta di uno dei pochi luoghi che non è stato colpito dalle gelate del 7 e 8 aprile e che quindi permette di far vivere in tranquillità gli sciami.

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Milioni di api uccise e una settantina di arnie gettate in terra. E’ stato un raid ad aver devastato la vita di un giovane apicultore cuneese, Mattia Landra. L’episodio è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi a Candia, nel Canavese. Le api erano state trasferite lì perché si tratta di uno dei pochi luoghi che non è stato colpito dalle gelate del 7 e 8 aprile e che quindi permette di far vivere in tranquillità gli sciami.

Il lavoro di Mattia e del fratello Michele è andato distrutto e per questo hanno lanciato una raccolta di fondi sulla piattaforma Gofoundme. Su un obiettivo di 15.000 euro ne sono stati già donati oltre 14.000, con quasi 600 persone che hanno deciso di partecipare.

La scelta di molti apicoltori piemontesi di andare nella zona aveva spinto i sindaci dei vicini Caluso e Mazzè ad emettere ordinanze per ridurre il numero, nei loro territori, degli apicoltori non residenti.

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«Mi hanno chiamato dal posto, a due ore da casa mia, dove avevo portato le api per la fioritura dell’acacia. Nonostante tutte le gelate che ci sono state in Piemonte quest’anno ho deciso di portarle lì, con enormi sacrifici, chiedendo aiuto anche agli amici», racconta Mattia Landra in un suo video pubblicato su Facebook. «Il proprietario del fondo mi ha chiamato e mi ha avvisato che qualcuno si era preso la briga di rovesciare tutte le casette», aggiunge. E poi, racconta: «È un posto bellissimo dove ci sono anche dei laghi stupendi. E' incontaminato, purtroppo non è incontaminato dalla cattiveria delle persone. Mentre dico questo mi viene da piangere. Non si può pensare di trattare così male degli animali: rovesciarli, farli cadere per terra. Sono preoccupato, deluso».

I sindaci dei Comuni di Caluso, Maria Rosa Cena e di Mazzè, Marco Fornia, hanno emesso ordinanze specifiche per dare agli apicoltori provenienti da altri Comuni un'autorizzazione specifica per mantenere le arnie nei loro territori. La giustificazione che è stata data dalle pubbliche amministrazioni è che «un illegittimo e incontrollato spostamento delle api e delle arnie potrebbe creare problemi di salute pubblica». La scelta dei due Comuni non è piaciuta ad Aspromiele, l'Associazione produttori miele del Piemonte. Sono stati loro ad aver scritto direttamente all'assessore regionale Marco Protopapa per condannare quanto imposto dai sindaci. «Queste azioni protezionistiche illegittime e inopportune non fanno altro che generare ulteriore confusione e malcontento», scrivono il presidente dell'associazione, Lidia Agnello e il coordinatore tecnico di Aspromiele, Luca Allais, chiedendo la convocazione urgente della Commissione apistica regionale.

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