video suggerito
video suggerito
18 Dicembre 2023
17:13

Matteo Viviani, nuovo direttore del Parco Naturale Adamello Brenta a Kodami: «Siamo un centro studi sui grandi carnivori»

Matteo Viviani, neo direttore del Pnab, eletto a novembre, espone a Kodami la propria posizione sul tema della gestione dei grandi carnivori e riassume gli obiettivi del parco.

Intervista a Matteo Viviani
Dottore in Scienze Forestali e direttore del Parco Naturale Adamello Brenta
Immagine

Si sta concludendo il 2023, un anno estremamente complesso per il Parco Naturale Adamello Brenta, cuore dell'habitat dell'orso in Trentino. Negli ultimi 11 mesi, infatti, l'ente ha dovuto affrontare per ben due volte un cambio alla direzione e proprio in questi giorni sta andando incontro a un'ulteriore elezione, in quanto lo scorso 4 dicembre Walter Ferrazza ha rassegnato le proprie dimissioni come presidente.

Il 5 aprile, inoltre, la comunità locale è stata sconvolta dalla tragica morte di Andrea Papi e, sebbene la responsabilità della gestione faunistica sia da quasi due decenni in capo alla Provincia, anche il Parco in qualità di parte attiva nel progetto Life Ursus (conclusosi nel 2004) è stato oggetto di polemiche da parte cittadini e politici.

In un momento cruciale per la storia del Pnab, Kodami ha raggiunto il neoeletto direttore, Matteo Viviani, il quale ha espresso la sua idea sul tema della convivenza con i grandi carnivori e anticipa con noi i futuri obiettivi di un'area protetta dall'enorme valore naturalistico.

In un periodo così delicato quali sono le priorità del Parco, in particolare nell'ambito della convivenza con i grandi carnivori?

Si tratta di un tema di rilevanza preponderante che per il Parco resta fortemente legato alle attività di comunicazione oltre che alla ricerca scientifica. Continueremo nella nostra direzione, nel solco delle attività svolte fino ad oggi e previste anche nei nostri obiettivi istituzionali ovvero la conservazione dell'ambiente, la ricerca scientifica, l'educazione ambientale e le attività didattiche che spingano ad una valorizzazione socio-economica della risorsa ambiente.

Per quanto riguarda l'orso, ora come ora serve un'attenta e puntuale azione di conoscenza, informazione e divulgazione sulle caratteristiche della specie. Inoltre è importante anche operare attraverso attività di ricerca sul piano zoologico, sociologico e antropologico. In questo ambito, al momento stiamo collaborando con l'Università Ca Foscari di Venezia e con il dipartimento di sociologia dell'Università di Sassari con l'obiettivo di individuare azioni utili per assecondare il processo di integrazione dei grandi carnivori sul nostro territorio.

E' ottimista sul futuro riguardo alla convivenza con l'orso?

La convivenza prevede, per sua stessa definizione, un approccio culturale. Ogni azione fatta per diffondere cultura e conoscenza scientifica non può che portare a conseguenze positive. Sono quindi certamente ottimista per quanto riguarda il contributo che il Parco può dare in questo ambito, perché ci proponiamo come una sorta di centro studi sui grandi carnivori, con lo scopo di raccogliere informazioni utili per un'informazione laica e trasparente nei confronti delle popolazioni locali e dei turisti che visitano le nostre montagne, attratti dalla loro integrità e bellezza.

E per quanto riguarda la conservazione della specie?

La conservazione necessita di sforzi straordinari volti a creare una nuova cultura ambientale, sempre ricordando l'importanza della presenza dell'uomo nelle nostre valli e le attività economiche. In questo contesto è necessaria la ricerca costante di soluzioni utili che garantiscano contemporaneamente la tutela della natura e l'utilizzo sostenibile delle risorse ambientali.

Possiamo fare riferimento agli strumenti offerti dal Piano del Parco (uno strumento gestionale che contiene tutti gli indirizzi per le attività e gli interventi operativi sul territorio ndr) e alle Misure di Conservazione delle zone protette, ma anche alle valutazioni contenute in Natura 2000, il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità, la protezione e la tutela degli habitat. Tutto ciò permette di garantire un controllo ed una procedura articolata per la valutazione di azioni, piani e progetti. Anche per questo credo che il Parco possa svolgere un'azione coerente, a fianco delle amministrazioni provinciali e comunali, nel definire i criteri di gestione delle risorse naturali.

Negli ultimi mesi sono morti sette orsi. Si tratta di numeri elevati rispetto alla media e in alcuni casi mancano le risposte sulle cause. Molti si chiedono se il bracconaggio possa avere un ruolo in queste morti e questo rischio era stato confermato anche da Andrea Mustoni, responsabile comunicazione scientifica del Pnab, all'indomani della tragica morte di Andrea Papi.

Le cause delle morti non sono state confermate, ma sappiamo che il bracconaggio potrebbe incidere negativamente sullo stato di conservazione dell'orso. Le autorità competenti svolgono azioni di controllo, ma per diminuire la possibilità che si verifichino atti illegali, oltre che la vigilanza, serve una crescita culturale collettiva. Proprio su questo aspetto il Parco Naturale Adamello Brenta che è il "parco dell'orso", può dare il proprio grande contributo, continuando a diffondere conoscenza e consapevolezza: in una società civile la cultura è il primo tassello verso la legalità e la convivenza.

Da tempo ricopriva il ruolo di responsabile del settore pianificazione e mobilità sostenibile del Parco, cosa l'ha spinta a candidarsi?

Il mio percorso di studi si è concluso con una tesi di laurea dedicata ad un progetto di pianificazione e valorizzazione di una delle valli del Parco e anche il mio percorso professionale ha avuto il Parco come sede continuativa di crescita. Dopo 20 anni di attività nel settore della pianificazione e delle valutazioni di carattere ambientale, ho avuto l'opportunità di affrontare questo importante passo e contribuire alla guida del Pnab in un momento in cui le stesse montagne e gli ecosistemi che le caratterizzano stanno cambiando radicalmente. Lo percepiamo anche solo guardando i ghiacciai, che sono le sentinelle di un evento epocale come quello del cambiamento climatico globale. La presenza dell'orso e il ritorno spontaneo del lupo sono situazioni importanti, che spingono a riflessioni profonde in merito al nostro rapporto con la natura. Il Parco può svolgere un ruolo di primissimo piano nell'osservazione dei cambiamenti in atto, ma anche nella ricerca di soluzioni per tutelare l'ambiente nel rispetto degli interessi sociali ed economici dell'area. Una sfida che guida il Pnab fin dalla nascita dell'area protetta, che ha caratterizzato i nostri 35 anni di vita dalla legge istitutiva del 1988 e che continua anche oggi, con rinnovato impegno.

Il 2023 per il parco e per la politica trentina

Ciò che ha maggiormente scosso la comunità trentina nel 2023 è stata certamente la tragica morte di Andrea Papi, in seguito all'aggressione dell'orsa JJ4, sulle pendici del Monte Peller, in Val di Sole, ma in questi ultimi mesi anche il Parco ha dovuto affrontare numerose difficoltà.

A gennaio, infatti, ha presentato le proprie dimissioni il direttore Cristiano Trotter, il quale si è trasferito alla direzione del Parco di Paneveggio e Pale di San Martino. A partire dal mese di marzo è quindi subentrato Alessandro Brugnoli, già direttore tecnico dell’Associazione cacciatori trentini che, a sua volta, ha presentato le dimissioni per assumere il ruolo di Direttore del Servizio Faunistico provinciale, lasciando infine il posto all'attuale direttore Matteo Viviani.

Il 4 dicembre scorso, invece, è stata la volta di Walter Ferrazza, Presidente dal febbraio 2021. Le motivazioni dietro a questa scelta non sono ancora chiare ma ciò che è certo è che martedì 19 dicembre, presso il Municipio di Strembo, cuore del Parco, si riunirà il comitato di gestione e all’ordine del giorno ci sarà anche la nomina del nuovo Presidente.

In una situazione già complessa, non possiamo dimenticare che, proprio in questi giorni, le cose stanno cambiando anche sul piano della politica locale. Le elezioni dello scorso 22 ottobre, infatti, pur avendo visto la conferma del presidente Maurizio Fugatti, hanno portato a un nuovo nome per l'assessorato che si occupa di gestione dei grandi carnivori. Dall’uscente Giulia Zanotelli (a cui rimane l’assessorato all'Agricoltura e si aggiunge la Promozione dei prodotti trentini, l'Ambiente, la Difesa idrogeologica e gli Enti locali), si passa a Roberto Failoni, che avrà anche il ruolo di Assessore all’Artigianato, al Commercio e al Turismo, oltre che la gestione di fauna e flora.

Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views