video suggerito
video suggerito
16 Maggio 2023
16:18

Istituita l’Unità permanente di consulenza orso nel Parco Naturale Adamello Brenta

Il Parco Naturale Adamello Brenta, cuore del progetto LifeUrsus istituisce l'Unità permanente di consulenza orso, con l'obiettivo di mettere a disposizione dei cittadini e dei turisti le competenze maturate negli anni attraverso il monitoraggio e la ricerca.

58 condivisioni
Immagine

Il Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, Walter Ferrazza ha informato, con una lettera aperta indirizzata ai comuni del Parco, che presto l'ente metterà a disposizione delle comunità locali una "Unità permanente di consulenza orso", che possa aiutare la collettività ad affrontare i complicati temi connessi alla presenza dei grandi carnivori sul territorio. L'obiettivo è quello di realizzare una comunicazione il più possibile efficace e corretta, che non si limiti a raggiungere i visitatori, ma sia destinata anche ai residenti.

«Vogliamo mettere a disposizione le nostre competenze, affiancandoci naturalmente all’operato dei Servizi forestali della Provincia di Trento e di tutti gli altri attori coinvolti in questa delicata problematica», sottolinea Ferrazza nel comunicato.

Ancora una volta, quindi, il Parco Naturale Adamello Brenta (Pnab), che nei primi anni Duemila fu il cuore del progetto LifeUrsus, ribadisce l'importanza della comunicazione scientifica nell'ambito della convivenza con i grandi carnivori e rinnova il proprio impegno nei progetti di divulgazione.

«L'idea è nata in seguito alla riunione avvenuta qualche settimana fa con i sindaci della zona – spiega a Kodami Andrea Mustoni, responsabile della comunicazione scientifica del Parco – Da parte loro abbiamo rilevato una forte coscienza e noi non possiamo che rispondere offrendo il supporto ai nostri valligiani. Ci proponiamo quindi come interlocutori e offriamo un servizio di consulenza a chi chiede di dialogare con il Parco per situazioni specifiche. Offriamo le nostre competenze scientifiche, accumulate negli anni, lasciando poi la libertà d'azione ai sindaci. Non vogliamo sostituire la Pat, ma affiancarci al loro operato. Non escludiamo inoltre che, in futuro, il progetto possa essere esteso anche alle associazioni e alle scuole del territorio».

Mentre il Parco si impegna ad aumentare ulteriormente le proprie attività di informazione, a più di un mese dalla tragica morte di Andrea Papi, nei boschi di Caldes, la Provincia Autonoma di Trento, diretta responsabile della gestione dei grandi carnivori, non ha ancora comunicato di voler aprire un dialogo diretto con i cittadini. Molte persone nel frattempo si dicono spaventate e preoccupate di tornare a frequentare i boschi e, nel caso in cui avvenga un incontro con un orso, di fatto non sanno a chi rivolgersi. La conseguenza è che, spesso, le informazioni si diffondo tra la popolazione in maniera incontrollata, prima ancora di raggiungere i canali ufficiali e, così facendo, si alimenta ulteriormente il clima di tensione.

Chi desidera prendere precauzioni e scegliere con cautela la destinazione, prima di fare un'escursione in Trentino, ad oggi può fare affidamento unicamente sulla mappa delle segnalazioni di orse con cuccioli, che fino a poco tempo fa era ferma al 2022 ed è stata aggiornata solo in seguito al tragico incidente della Val si Sole.

Il servizio offerto dalla Pat è scaricabile sul sito dei grandi carnivori ma non permette di conoscere la data della segnalazione. Inoltre, la stessa orsa viene riportata più volte, facendo erroneamente intuire che vi sia un numero più elevato di femmine con prole rispetto alla realtà. Per concludere, in data 16 maggio 2023, secondo la cartina ufficiale, in Val di Sole è ancora presente JJ4, che si trova, però, da oltre un mese al Casteller.

Immagine
Mappa delle segnalazioni di orse con cuccioli aggiornata al 16 maggio 2023 – in alto la presenza di JJ4 tra Cles e Folgarida

Le cose non funzionano meglio nemmeno nella vicina Provincia Autonoma di Bolzano, dove gli orsi sono presenti saltuariamente ma, in seguito a quanto accaduto lo scorso 5 aprile in Trentino, le segnalazioni si sono moltiplicate.

Lo scorso 9 maggio, ad esempio, è circolata la notizia – immediatamente confutata – di un'aggressione notturna da parte di un orso ai danni di un'automobile vuota nei pressi di Fiè allo Sciliar, a Nord Est di Bolzano. Secondo le prime testimonianze un orso sarebbe stato attratto dal sapore dolce del liquido del radiatore ed avrebbe, quindi, tentato di entrare nel vano motore. La Provincia, invece che smentire questa ipotesi, ha inserito l'evento nella lista delle segnalazioni.

Gli stessi proprietari del terreno in cui è avvenuto l'incidente, però, avevano rapidamente ammesso che, a salire sull'auto poteva essere stato un cane e non un plantigrado. La Fondazione Edmund Mach ha poi condotto le analisi genetiche, dimostrando che le tracce di DNA non appartenevano a un orso.

Immagine
Sito delle Provincia Autonoma di Bolzano – la segnalazione è stata poi rimossa in seguito ai risultati dei test genetici

A comunicare i risultati degli esami genetici, arrivati una settimana dopo, è stato proprio l'Ufficio Caccia e Pesca della Provincia, responsabile della gestione dei grandi carnivori a Bolzano che, ironia della sorte, al termine del comunicato, sottolinea l'importanza della precisione nelle segnalazioni. «Invitiamo a non fare supposizioni affrettate in relazione ai grandi carnivori e a basarsi sempre su fatti oggettivi, come ad esempio l'analisi del DNA», si legge nella nota.

La segnalazione è stata poi rimossa, ma poco importa perché, nel frattempo, la notizia si sia diffusa e molte persone sono ora convinte che a Fié allo Sciliar si trovi un orso che beve il liquido delle auto.

Ed è vero, come sostiene l'Ufficio Caccia e Pesca, che questi fatti, in particolare se divulgati senza un'approfondita analisi della situazione e senza prove effettive, rischiano di danneggiare ulteriormente la complessa convivenza con i grandi carnivori. A mancare di precisione, però, in questo caso sono proprio le Province Autonome di Bolzano e Trento, che così facendo non solo si dimostrano inattive, ma diventano esse stesse responsabili del clima di allarme generale nei confronti di orsi e lupi che si sta rapidamente diffondendo sulle Alpi centrali.

«Dobbiamo ricondurre la discussione sulle verità assolute, evitando le falsità che, in questi ultimi quaranta giorni sono state divulgate a tutti i livelli – conclude Mustoni – Altrimenti rischiamo di andare incontro ad un aumento della tensione sociale e a un'ulteriore diminuzione dell'accettazione della specie. In questo momento stiamo affrontando una perdita terribile in Trentino e, se non cerchiamo una via che conduca a posizioni di maggiore pacatezza, ci allontaniamo inesorabilmente dalle possibili soluzioni».

Per scaricare sulle mappe del proprio smartphone le segnalazione di orse femmine con i cuccioli in Trentino si può cliccare in alto a destra, sulla mappa della Pat e selezionare "incorpora al mio sito".

Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views