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10 Giugno 2021
12:00

M57, il Consiglio di Stato accoglie le richieste di ENPA ed Oipa e chiede nuovamente l’intervento del Cites

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di Enpa e Oipa, le quali avevano presentato ricorso per ottenere l'annullamento della sentenza del Tar di Trento riguardo la cattura di M57, l'orso che lo scorso agosto aveva ferito un passante. L'ordinanza include anche un'ulteriore ispezione da parte dei carabinieri del Cites al recinto del Casteller, luogo di reclusione degli orsi trentini.

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Il Consiglio di Stato ha pubblicato un'ordinanza in cui viene accolta la richiesta di una nuova ispezione al Centro Faunistico del Casteller di Trento da parte dei carabinieri forestali del Cites avvenuta da parte dalle associazioni Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali).

Le associazioni avevano presentato un ricorso contro la sentenza del Tar di Trento che si era espresso a favore della detenzione di M57, l'orso che lo scorso 22 agosto, nei pressi di Andalo aveva ferito un passante in circostanze che, secondo gli animalisti, andrebbero analizzate più approfonditamente: «M57 è stato catturato su un ordine impartito oralmente dal presidente Maurizio Fugatti, senza una vera approfondita indagine sullo svolgimento dei fatti, ovvero sull'incontro con il carabiniere avvenuto in piena notte in una zona boscosa, e quindi nell'habitat dell'animale, con modalità poco chiare».

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Con l'ordinanza del 9 giugno, il Consiglio di Stato accoglie quindi l'istanza cautelare e fissa l'udienza della discussione al 14 ottobre 2021, richiedendo inoltre che la nuova ispezione dei carabinieri al recinto del Casteller avvenga a sorpresa: «La visita è volta ad accertare le attuali condizioni del centro (anche alla luce delle contrapposte deduzioni delle parti: incluse quelle della Provincia appellata che, ove fondate, non potranno che trovare conferma da tale attività istruttoria)».

A seguito dell'ultima ispezione, avvenuta lo scorso autunno, i carabinieri del Cites avevano infatti rilevato numerose criticità all'interno della struttura. Nonostante il Presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti e l'Assessore all'Ambiente Giulia Zanotelli abbiano più volte dichiarato che si trattasse di una situazione momentanea, il report ha richiamato l'attenzione delle associazioni attive in Trentino attraverso la descrizione dei comportamenti degli orsi: «M57 si alimenta ma ripete costantemente comportamenti in maniera ritmata, prodromo di stereotipia – si legge nel testo del rapporto – e presenta inoltre lesioni cutanee nell'avambraccio sinistro, dovuto allo sfregamento dall'attività di cui sopra».

A seguito della pubblicazione del report del Cites il 21 settembre 2020, le associazioni hanno dato poi vita al movimento #Stopcasteller, il quale ha nei mesi seguenti organizzato due manifestazioni, e pubblicato un video di denuncia, con l'obiettivo di spingere la Provincia Autonoma di Trento a modificare la propria strategia di gestione faunistica e migliorare e condizioni di vita degli animali all'interno del recinto faunistico.

«C'è una parte di responsabilità umana su quello che è accaduto ad Andalo»

La cattura di M57, senza un annuncio ufficiale di "pericolosità dell'individuo" è da tempo uno dei punti su cui si concentrano maggiormente le associazioni che lottano per la tutela degli orsi in Trentino: «Dalle ricostruzioni di quanto avvenuto quella notte, risulta evidente che quella di M57 è stata una forma naturale di reazione dovuta alla paura – ribadiscono Oipa ed Enpa n – L’orso, infatti, è stato preso alla sprovvista dall'incontro con il giovane carabiniere in piena notte nel suo habitat e costretto a un falso attacco. Un comportamento che, a norma del Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientale (Pacobace), non prevede mai il carcere a vita».

Il Pacobace, cui fanno riferimento Oipa ed Enpa rappresenta il documento di riferimento per la gestione del plantigrado, reinserito ormai più di 20 anni fa sul territorio trentino con il progetto LifeUrsus. All'interno del documento vengono riportate le linee guida da seguire in base all'entità dell'incontro con l'orso e, secondo quanto si legge nell'aggiornamento del piano pubblicato nel mese di gennaio di quest'anno, il comportamento di M57 era potenzialmente prevedibile: «L’ultimo evento di attacco avvenuto ad Andalo il 22 agosto 2020 costituisce il primo caso di attacco non provocato in Trentino (categoria 18), sebbene indirettamente favorito anche dalla gestione dei rifiuti non del tutto adeguata alla presenza di orsi. Infatti, la zona in cui è avvenuto l’attacco era stata interessata dall'installazione di cassonetti anti-orso già a partire dal 2009, anche se in modo parziale».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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