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27 Febbraio 2021
9:07

L’udito del gatto, un superpotere

L'udito del gatto si è specializzato lungo l'evoluzione per cogliere un ampio spettro sonoro per localizzare piccole prede. La sordità, tuttavia, non è particolarmente limitante, nemmeno per la caccia, perché la plasticità cerebrale del gatto può compensare eventuali carenze.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Ero stata chiamata in consulenza perché gli adottanti avevano scoperto che il loro gatto di 7 mesi, appena arrivato, era completamente sordo ed erano preoccupati di non saperlo gestire. Ricordo perfettamente la scena: ero seduta su una poltrona e il gatto, accucciato a terra sulla mia sinistra, assisteva alla visita incuriosito dall'estranea arrivata in visita. Un gatto adorabile, curioso e socievole. Ho tirato fuori dalla mia borsa un gioco in corda di sisal che vibrava quando veniva agitato e ho iniziato a farlo tintinnare dal lato opposta della poltrona, senza farlo vedere al micio. Quello ha tirato su le orecchie, spalancato gli occhi e si è fiondato nella direzione del suono, agguantando il giocattolo in un lampo. I due signori mi hanno guardato sgomenti: il gatto era sordo!

Come sentono i gatti

Confrontato a quello umano, l‘udito del gatto è una sorta di superpotere plasmato dall'evoluzione della specie e dalle esigenze legate alla caccia. Basti pensare che l'intervallo acustico per gli esseri umani va dai 20Hz ai 20kHz. Tutto quel che è sotto (gli infrasuoni) o sopra (gli ultrasuoni) questo intervallo, esiste, produce onde sonore ma per noi non è udibile. L'intervallo acustico per i gatti si estende tra i 45Hz fino ai 60-65kHz e si differenzia anche da quello canino che varia tra i 35Hz e 40kHz. Questo significa che i gatti sono in grado di percepire quasi per intero la gamma sonora umana (45Hz corrispondono al fruscio delle ali di un uccello) e di andare anche molto oltre i cani, laddove si collocano le segnalazione ultrasoniche di molte specie predate – come il topo – ma anche le vocalizzazioni dei micetti che chiamano in soccorso mamma gatta.

L'orecchio del gatto

La fisica a supporto di questo superpotere è data dalla particolare conformazione dell'orecchio: la loro forma parabolica permette di convogliare onde sonore provenienti da più direzioni e di instradarle verso il canale uditivo ed il timpano per poi raggiungere il cervello attraverso l'orecchio interno. Inoltre, la possibilità di ruotare la pinna esterna di 180° permette al gatto di effettuare un costante monitoraggio acustico ed è questo il motivo per cui è difficile sfuggire all'attenzione di un gatto se si produce anche il minimo rumore. In condizioni di laboratorio, un gatto può dormire fino a 10 ore al giorno ma solo un quarto di questo tempo è dedicato al sonno profondo. Il resto è fatto di sonni vigili e riposi, alternati ad attività esplorative. Oltre a sentire, però, un predatore deve anche saper individuare con precisione dove si nasconde una preda che è, peraltro, molto più piccola di lui. Anche in questo i gatti sono molto ben equipaggiati: a circa un metro di distanza sono in grado di discriminare due diverse sorgenti sonore distanti appena 8 centimetri.

Perché i gatti bianchi sono sordi

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D'altro canto, la sordità non deve essere intesa necessariamente come un handicap e il gatto dei miei assistiti lo dimostrava chiaramente. L'assenza di capacità uditiva è particolarmente diffusa tra i gatti bianchi o a macchie bianche che interessino l'orecchio perché il gene che determina il colore può provocare anche sordità. Analogamente, l'occhio azzurro può causare delle alterazioni anatomiche a carico dell'orecchio e questo è il motivo per cui, molto spesso, i gatti bianchi con occhi azzurri sono anche sordi. Il deficit può riguardare anche solo un orecchio, come accade a diversi gatti ad occhi impari o dal mantello pezzato: nel loro caso è l'orecchio sul lato dell'occhio azzurro o della macchia bianca ad essere compromesso. Tuttavia, la sordità non è prerogativa dei gatti bianchi o pezzati, tant'è che il gatto dei miei assistiti era un meraviglioso quanto comune tigrato.

La sordità non è un handicap

Il cervello del gatto è dotato di eccellenti doti plastiche per cui la sordità viene compensata attraverso una maggiore sensibilità degli altri sensi. I gatti con sordità parziale imparano presto a correggere posture del corpo e della testa per massimizzare l'efficacia dell'orecchio udente. Inoltre, proprio come i sordi bilaterali, sfruttano le altre dotazioni biologiche per assolvere ai compiti di individuazione delle fonti acustiche. Una delle compensazioni più potenti è data dal tatto: il micio dei miei assistiti era in grado di “sentire” perfettamente il trillo del giocattolo e di orientarsi correttamente per afferrarlo grazie alle vibrazioni dell'aria provocate dal mio agitarlo e dal suono stesso, e percepite grazie alle vibrisse. Allo stesso modo, un gatto sordo è in grado di “sentire” un corpo in avvicinamento – ad esempio un'auto – non per il rumore del motore ma per le sue vibrazioni sul manto stradale raccolte dai cuscinetti plantari.

Nell'udito il bisogno di privacy

È difficile immaginare cosa possa significare per un gatto vivere a stretto contatto con una specie cacofonica come la nostra, con il nostro vociare, i nostri dispositivi sempre accesi, i telefoni che squillano o notificano in continuazione, gli elettrodomestici, i motori roboanti, i clacson. Conoscere le caratteristiche di questo superpotere e dei molti modi con cui compensa eventuali carenze, però, può aiutarci a comprendere meglio come mai un gatto sia alla perenne ricerca di luoghi dove appartarsi e riposare in pace e può renderci più sensibili nel rispettare questi spazi di privacy e di rigenerazione.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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