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26 Giugno 2022
15:00

L’orbettino (Anguis fragilis)

L'orbettino è un sauro spesso scambiato per un serpente perché, nella sua storia evolutiva, ha perso le zampe. Vive in Europa, Africa settentrionale e in Asia.

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L'orbettino (Anguis fragilis) è un rettile appartenente alla famiglia degli anguidi, all'ordine degli squamati e al sottordine dei sauri. Sebbene si tratti di una lucertola che, nel corso della sua storia evolutiva, ha perso le zampe, questa specie viene spesso considerata erroneamente un serpente. Vive in Europa, in Africa settentrionale e in Asia.

A distinguere gli orbettini dai serpenti è l'abilità, in comune con le lucertole, di perdere la coda per proteggersi dai predatori (autotomia). Inoltre, questa specie è dotata di palpebre che si chiudono, di una pelle spessa e robusta, di scaglie uniformi su dorso e ventre e di un numero inferiore di vertebre rispetto ai serpenti. Una particolare caratteristica che accomuna, invece, gli esemplari di orbettino dell'Europa occidentale ai serpenti è l'assenza di un orifizio auricolare visibile.

Caratteristiche dell'orbettino

Numerosi reperti fossili hanno dimostrato che gli animali appartenenti genere Anguis sono tra le specie più antiche attualmente ancora in vita. Questi rettili sono caratterizzati dal corpo cilindrico a sezione circolare, identico dalla testa alla coda e privo di arti, con una lunghezza massima di 55/60 centimetri e ricoperto uniformemente da piccole scaglie sul dorso e sul ventre. La colorazione può variare dal grigio al marrone negli adulti, mentre gli individui più giovani, secondo quanto riportato sul sito del ​Centro di Coordinamento per la Protezione degli Anfibi e dei Rettili in Svizzera, sono generalmente di colore argentato o dorato e presentano una banda longitudinale più scura sui fianchi oppure sul ventre.

Il dimorfismo sessuale è evidente, in quanto le femmine adulte raggiungono dimensioni leggermente superiori a quelle dei maschi, i quali, superata una certa età sviluppano, invece una pigmentazione di colore azzurro/blu.

La coda può essere lunga fino al doppio dell'intero corpo. A differenza di quella delle lucertole, però, se si stacca o viene abbandonata nelle fauci di un predatore, l'orbettino non è in grado di farla ricrescere, ma il corpo guarisce cicatrizzandosi.

Habitat e distribuzione

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La tassonomia della specie Anguis fragilis è stata rivista negli ultimi anni, grazie a studi che ne hanno approfondito la genetica. Una ricerca svolta dall'Università di Belgrado, in Serbia, e pubblicata nel 2020, ad esempio, ha identificato una sottospecie presente nei Balcani. Ulteriori studi ancora in corso, secondo quanto riportato dalla IUCN, sembrano dimostrare che anche le popolazioni italiane appartengano alla specie Anguis veronensis.

Grazie alla vasta distribuzione in Europa, in Africa settentrionale e in Asia, dalla pianura fino ai 2000 metri altitudine, l'orbettino non è considerato a rischio di estinzione. A favorirne la conservazione è anche il fatto che questa specie è in grado di tollerare una vasta varietà di habitat anche molto diversi tra loro.

In particolare, l'orbettino si trova nelle zone non troppo umide nei pressi dei boschi, dei fiumi moderatamente soleggiati, nelle radure, nei cespugli, nelle siepi e nei viali di campagna. Non di rado è inoltre possibile avvistarlo nei prati che vengono falciati raramente, nei vigneti e nelle zone abbandonate delle aree industriali, come nei pressi di capannoni e depositi. Non disdegna, infine, le aree urbane, dove lo si può trovare nei giardini, negli orti e nei parchi.

Riproduzione

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L'orbettino è un animale ovoviviparo, ciò significa che i piccoli vengono partoriti quando le uova si sono già schiuse. Uno studio condotto in Galizia, nella regione del capoluogo spagnolo di A Coruña, ha permesso di comprendere il comportamento riproduttivo di questi animali, grazie ad un monitoraggio svolto tra il 1999 e il 2002 su 468 individui. Secondo i dati ottenuti dai ricercatori spagnoli, la maggior parte delle femmine si riproduce ogni anno (88,8%), ma si tratta, in questo caso, di una percentuale superiore alla media delle popolazioni studiate altrove.

La spiegazione che si sono dati i ricercatori per questa caratteristica degli orbettini della Galizia è legata alla latitudine della zona, che non raggiunge mai temperature troppo rigide. Anche il ciclo di attività stagionale, che va da metà febbraio a metà dicembre, infatti, è leggermente più lungo rispetto quello delle popolazioni dell'Europa centrale, che è di circa un mese più corto, in base alle temperature ambientali. Secondo quanto riportato sul sito Animal Diversity Web dell'Università del Michigan, Nel Regno Unito, la stagione riproduttiva si verifica intorno ad aprile o maggio e i piccoli nascono in agosto o settembre, mentre nella penisola iberica, dove il clima è meno rigido, l'accoppiamento può iniziare già a marzo, con un conseguente anticipo anche sulle nascite.

Cosa mangiano gli orbettini

L'orbettino è un animale dalle abitudini prevalentemente crepuscolari, innocuo per l'uomo e privo di denti veleniferi. La specie non è in grado di mordere gli esseri umani, anche perché è sprovvista delle caratteristiche mascelle snodabili dei serpenti. Si nutre principalmente di invertebrati come lumache, vermi e insetti.

Minacce e rapporto con l'uomo

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La minaccia principale per la sopravvivenza questo animale è la diffusione dell'agricoltura intensiva, che riduce le dimensioni del suo habitat e lo frammenta. La gestione dei prati, infatti, porta ad una frequente sfalciatura, in conseguenza alla quale si riduce la possibilità, per l'orbettino, di individuare i nascondigli dove trascorrerele ore più calde della giornata.

Vi è, inoltre, il rischio che vengano investiti involontariamente, oppure che vengano uccisi dagli escursionisti, nonostante la specie sia elencata nell'Allegato III della Convenzione di Berna, per la conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa.

Nel Regno Unito, dove gli orbettini sono molto diffusi, non è raro incontrarli nei nei giardini delle zone di periferia e, sempre più spesso, vengono considerati animali dall'importante impatto positivo sugli orti e sulle piccole coltivazioni ad uso familiare, poiché si nutrono di lumache ed altri parassiti dei giardini.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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