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7 Settembre 2021
16:11

Lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)

Lo scoiattolo grigio orientale è una specie originaria della East Coast degli Stati Uniti, ma oltre 60 anni fa è stata introdotta anche in Europa e in particolare in Italia, dove ad oggi viene osservata e controllata da un piano dell'Ispra in quanto considerata una delle specie alloctone più pericolose per i nostri ecosistemi.

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Lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) è un mammifero dell'ordine dei roditori, anche detto scoiattolo grigio orientale per distinguerlo dallo scoiattolo grigio occidentale, una specie quest'ultima diffusa tra l'Oregon e lo stato canadese del British Columbia che presenta alcune macchie nere sul capo e raggiunge dimensioni decisamente superiori.

Lo scoiattolo grigio orientale è originario dell'America settentrionale ma con il passare dei secoli è stato introdotto dall'uomo anche in molti altri stati degli Stati Uniti, in Sud Africa, in Australia ed in alcuni paesi europei tra cui l'Italia, dove sta occupando la nicchia ecologica della più piccola specie di scoiattolo Sciurus vulgaris, ovvero lo scoiattolo rosso o comune.

A seguito di una valutazione del rischio, lo scoiattolo grigio è stato inserito nel primo elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza europea, (Regolamento di esecuzione UE 2016/1141) ed in Italia è in atto un piano di gestione della specie aggiornato da ISPRA nel novembre del 2020.

Come è fatto lo scoiattolo grigio

Questo roditore misura circa 25 centimetri di lunghezza, esclusa la coda che arriva a raddoppiarne le dimensioni. Il peso di un individuo adulto raggiunge circa il mezzo chilo. La pelliccia, come anticipato dal nome, è grigia chiara sulla parte dorsale e presenta sfumature dal colore rossiccio sulle zampe, sul muso e sulle orecchie, le quali risultano più o meno accentuate a seconda della sottospecie di appartenenza. Può inoltre presentare macchie bianche sul ventre e sulla gola oltre che nella parte terminale della coda, la quale è lunga e folta ed è caratterizzata da una parte centrale grigia con tonalità rosse e da un tipico alone esterno bianco. Le orecchie non presentano mai ciuffi auricolari di pelo.

Habitat e distribuzione

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L’habitat ideale di questo animale è rappresentato dai boschi di latifoglie, anche se può colonizzare anche boschi di conifere oppure boschi misti che superino i 40 ettari e che siano dotati di una ricca vegetazione nel sotto bosco. Una caratteristica indispensabile per l'habitat di questo animale è la presenza di sementi che possa accumulare per il periodo invernale, in cui non va in letargo. Costruisce i nidi all'interno delle cavità degli alberi oppure attraverso protezioni tra i rami secchi, dove in seguito alleverà anche la prole.

A differenza dello scoiattolo europeo, passa molto tempo a terra in cerca di nutrimento e ha un'indole meno diffidente, dimostrata dal fatto che si avvicina più facilmente all'uomo. Quest’ultima caratteristica ha permesso la colonizzazione di molti parchi cittadini dove la convivenza con gli esseri umani non rappresenta una minaccia ma bensì una possibilità di ottenere maggiori risorse alimentari.

Come abbiamo visto è una specie originaria del Nord America, ma l'uomo ha contribuito ad ampliarne l'areale di diffusione, mettendo però a rischio gli ecosistemi in cui viene inserito. Secondo quanto riportato dalla IUCN, lo scoiattolo grigio è stato introdotto in Italia per la prima volta in Piemonte nel 1948. In seguito altre introduzioni da parte dell'uomo sono avvenute in Liguria nel 66 e a Novara nel 1994. In Veneto è stato avvistato la prima volta nel 2009 nei pressi della cittadina di Abano Terme, ma i due individui sono stati immediatamente prelevati. Nel 2013 però, sempre in Veneto, sono stati avvistati ancora una volta alcuni individui di scoiattolo grigio a Voltabarozzo, poco a Sud di Padova. A partire dal 2014 poi, a seguito di un aumento graduale delle osservazioni, la presenza della specie ha avuto un incremento fino a diventare palese la sua presenza stabile nella Regione del Nord Est. Alcuni avvistamenti sono infine avvenuti in Umbria ed in Romagna, dove la specie rimane però ancora estremamente localizzata. Negli ultimi anni alcuni individui sono stati osservati in Lazio, ma la presenza non è ancora dimostrabile.

Secondo quanto riportato dal rapporto ISPRA, l'Italia è l'unico paese dell'Europa continentale a ospitare popolazioni stabili e in espansione di scoiattolo grigio. Secondo la previsione a medio termine del Ministero dell'Ambiente, basata su modelli statistici appositamente formulati, l’espansione della specie porterà ad una colonizzazione delle Alpi, degli Appennini e dei Paesi transalpini, Francia e Svizzera.

Cosa mangia lo scoiattolo grigio?

La dieta dello scoiattolo grigio orientale si compone principalmente di semi di specie arboree, ghiande, noci e nocciole, anche se nella stagione primaverile ed estiva spesso sceglie di cibarsi anche di gemme, germogli, bacche, frutti e occasionalmente uova-nidiacei. Non disdegna inoltre le pigne, i funghi di diverse specie e, in alcune occasioni, può nutrirsi anche di piccoli insetti. Lo scoiattolo grigio, nella sua competizione con la più piccola specie autoctona, si occupa inoltre di sottrarne le risorse alimentari nascoste e protette. Molto interessante è infine il fatto che questa specie, rispetto allo scoiattolo europeo è in grado di accumulare più peso in autunno, ottenendo così di conseguenza una maggiore sopravvivenza invernale.

La vita dello scoiattolo grigio

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Lo scoiattolo grigio orientale ha una speranza di vita che si aggira intorno ai 12 anni anche se in cattività possono vivere anche molto più a lungo. Si tratta di animali dalle abitudini prettamente diurne, specialmente nelle prime ore del mattino e al tramonto. Durante le ore centrali della giornata sono invece più difficili da avvistare e, durante la notte, dormono nei nidi costruiti sugli alberi.

Gran parte del loro tempo viene occupato dalla ricerca di cibo, il quale verrà accuratamente nascosto in numerosi ripari. Questa specie lascia segnali olfattivi nei pressi delle proprie "dispense" in modo da poter tornare ad individuarle, ponendo però attenzione a non segnalare la presenza di risorse alimentari ad altri individui, con cui potrebbe entrare in competizione. Questi comportamenti denotano una grande abilità nel memorizzare gli ambienti all'interno dei quali si muove. Durante l'inverno lo scoiattolo grigio ha inoltre la tendenza a scortecciare gli alberi, rendendoli così maggiormente sensibili al freddo e agli attacchi dei parassiti.

La stagione riproduttiva della specie si presenta generalmente due volte l'anno e varia in base alla latitudine, sebbene si possa affermare che mediamente avvenga tra dicembre e febbraio e tra aprile e giugno. Questo periodo coincide con un evidente aumento dell'aggressività tra maschi che competono per il diritto all'accoppiamento. La gestazione di questa specie dura circa 40 -45 giorni, al termine del quale nascono mediamente 4 – 5 piccoli che la femmina proteggerà aggredendo gli intrusi per tutta la durata dell'allattamento. Gli individui raggiungono le dimensioni degli adulti intorno ai 6 -7 mesi, ma nella maggior parte dei casi non si accoppieranno fino all'anno di età.

Lo scoiattolo grigio e l'uomo

A renderlo problematico per gli ecosistemi in cui si espande, oltre al fatto che si tratta di una specie davvero complessa da osservare, secondo uno studio pubblicato su Current Science nel 2008, sono le sue caratteristiche ecologiche, congiunte alla capacità di adattamento a diverse condizioni ambientali, grazie alle quali diventa la specie più forte nella competizione per le risorse, soprattutto rispetto allo lo scoiattolo comune. Laddove le due specie entrano in contatto, è stato dimostrato che lo scoiattolo grigio sostituisce completamente la specie europea.

In Italia la posizione delle principali associazioni ecologiste non è univoca. Se da una parte la LAV ritiene la minaccia portata dalla specie alloctona priva di fondamento e cerca di fermare i progetti di eradicazione, dall'altra Legambiente e il WWF appoggiano le iniziative di legge, lottando inoltre affinché ne venga vietata la vendita, in modo da non dover più ricorrere a soluzioni estreme causate dall'introduzione per mano dell'uomo.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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