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24 Marzo 2021
10:16

Le drammatiche condizioni dei salmoni scozzesi negli allevamenti: la video inchiesta di Compassion in World Farming

L’indagine sotto copertura e il relativo report pubblicato da una rete globale di ONG in 30 paesi e guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming, rivela sofferenze diffuse su scala industriale, violazioni della legislazione sul benessere degli animali e tassi di mortalità scioccanti per produrre il famoso salmone scozzese.

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Danni alle branchie, alle pinne, abrasioni e lesioni anche alla bocca. Alghe che crescono nelle ferite aperte, fatica a respirare a causa dell’acqua sporca, deformità della spina dorsale. L’indagine sotto copertura e il relativo report intitolato “Gabbie subacquee, parassiti e pesci morti: perché è necessaria una moratoria sull’espansione dell’allevamento dei salmoni in Scozia”, pubblicato da una rete globale di ONG in 30 paesi (per l’Italia Animal Equality, Animalisti Italiani, Animal Law, CIWF Italia Onlus, ENPA, Essere Animali, Jane Goodall Institute Italia, Marevivo e Sea Shepherd Italia) e guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming, svela la realtà di molti pesci allevati in gabbie in mare per produrre il famoso salmone scozzese. E rivela sofferenze diffuse su scala industriale, violazioni della legislazione sul benessere degli animali e tassi di mortalità scioccanti.

«I salmoni soffrono silenziosamente, nascosti alla vista dei consumatori, in crudeli allevamenti subacquei in tutta la Scozia. Anche investigatori esperti sono rimasti sconcertati da quello che hanno trovato – ha detto Sophie Peutrill, responsabile della campagna globale di Compassion in World Farming per il benessere dei pesci – E' inaccettabile. I salmoni sono esseri senzienti, non dovrebbero essere sottoposti a queste terribili condizioni. A livello industriale si sta fallendo nel proteggere questi animali e ciò deve cambiare. Abbiamo bisogno di fermare immediatamente la continua espansione dell’allevamento del salmone scozzese».

La Scozia è il terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento (circa 38 milioni di pesci prodotti nel 2019), con esportazioni in oltre 50 paesi e il governo scozzese sostiene un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia è fra i primi 10 importatori di salmone scozzese. Oltre il 96% della produzione di salmone scozzese è gestita da cinque aziende: Cooke Aquaculture, Grieg Seafood, Mowi, Scottish Sea Farms e The Scottish Salmon Company.

Compassion ha condotto indagini su 22 allevamenti in totale, sia utilizzando la tecnologia dei droni sia, in 6 allevamenti, i sommozzatori. L’inchiesta è stata condotta tra settembre e novembre 2020. In molti di questi allevamenti, gli investigatori hanno trovato gravi infestazioni di pidocchi di mare, pesci stipati in spoglie gabbie sottomarine dove questi migratori naturali nuotano senza meta in condizioni anguste fino all’età di 2 anni. Il grado di sofferenza di questi animali è tale che la mortalità può raggiungere il 25% prima che il gruppo sia destinato alla macellazione.

«Milioni di tonnellate di pesce catturato in natura sono ridotte a farina di pesce e olio di pesce per nutrire i pesci negli allevamenti intensivi. Ma considerati i numerosi problemi ambientali e di benessere all’interno dell’industria scozzese del salmone, i piani di espansione sono completamente irresponsabili – ha detto il dottor Krzysztof Wojtas, Head of Fish Policy di Compassion in World Farming – Chiediamo al governo scozzese una moratoria sull’espansione dell’industria del salmone scozzese che conduca verso l’obiettivo di eliminare gradualmente l’allevamento intensivo. Confinare le specie carnivore in gabbie subacquee e impoverire i nostri oceani di pesce selvatico per nutrirle, è pura follia. In definitiva, contestiamo il fatto che l’allevamento di pesci essenzialmente selvatici e migratori, come il salmone, possa trovare posto in un sistema alimentare sostenibile».

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Simona Sirianni
Giornalista
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