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Lo hanno ribattezzato “Dondo”, ed è diventato suo malgrado protagonista di un video che ha totalizzato migliaia di visualizzazioni: è il cinghiale di Ravi, frazione di Gavorrano, piccolo Comune della Maremma, scacciato da un anziano residente con un pugno durante un’incursione nel paese.
Il filmato risale al 16 aprile, e ritrae “Dondo” scorrazzare per le vie del paese e dirigersi verso due anziani seduti su una panchina nei pressi della chiesa. Per nulla bellicoso né intimorito dalla presenza umana, il cinghiale si avvicina a uno dei due, che prima prova a scacciarlo con una pedata e poi gli sferra un pugno sul muso, forse timoroso che l’animale potesse morderlo o caricarlo.
Come da nostra prassi, Kodami non pubblica il video: le immagini sono inutilmente foriere di gesti di emulazione e come in tanti altri casi non aggiungono nulla alla cronaca degli eventi e anzi invitiamo i nostri lettori a non diffonderle ulteriormente.
Un gesto potenzialmente pericoloso: il cinghiale, sentendosi minacciato, avrebbe potuto effettivamente caricare. Dondo, invece, spaventato e un po’ dolorante, si è limitato ad allontanarsi. L’intera scena è stata ripresa da alcuni ragazzi che si trovavano in piazza in quel momento e che hanno condiviso il video su Facebook, trasformando sia Dondo sia l’anziano che lo ha colpito, un ex minatore, in due "macchiette" da condividere sui social, cosa che comporta invece tanti rischi per l'animale e anche per le persone che potrebbero così pensare che questo è il modo con cui interfacciarsi con la fauna selvatica.
Al cinghiale è stata anche dedicata una poesia composta da Gianpiero Fabbrizzi, scrittore, scultore e attore residente a Gavorrano e a sua volta diventata virale.

«Io credo se anche giri tutto il mondo, lo vedi solo a Ravi il cinghiale detto "Dondo”», è l’incipit della poesia, che descrive la scena ripresa nel video con ironia tipicamente toscana. La comunità di Ravi, dal canto suo, ha deciso di adottare Dondo ed eleggerlo mascotte del paese: nei giorni successivi il cinghiale è tornato in paese e alcuni abitanti lo hanno avvicinato per fotografarlo o addirittura per scattarsi una foto con lui.
Un comportamento in realtà pericoloso sia per loro sia per Dondo che, anche se apparentemente docile e abituato alla presenza umana, resta un animale selvatico e come tale andrebbe trattato.
La presenza di ungulati nei centri abitati è però aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, anche nelle grandi città: secondo le stime dell’Ispra, la popolazione in Italia è passata dai 500.000 esemplari del 2010 al milione del 2020, principalmente per la loro introduzione per scopo venatorio e per l’ibridazione con maiali domestici. Le incursioni in cerca di cibo si sono fatte più frequenti, e questi selvatici sono diventati sempre meno diffidenti nei confronti degli esseri umani. Che si sono a loro volta abituati a loro, non stupendosi più per la loro presenza e in alcuni casi provando anche a toccarli o a sfamarli, pratica che andrebbe invece assolutamente evitata proprio per non incentivarli a tornare in città.