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1 Gennaio 2023
12:00

L’alce (Alces alces)

L'alce è la più grande specie della famiglia dei cervidi. Si distingue dagli altri membri della stessa famiglia per la particolare forma dei palchi, erroneamente chiamati corna. Vive nelle zone semi artiche o artiche dell'emisfero boreale, in particolare in Siberia, in Nord America, in Scandinavia e in alcune zone dell'Europa continentale, tra cui Polonia e Repubblica Ceca.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'alce (Alces alces) è la più grande specie appartenente alla famiglia dei cervidi. Si distingue dagli altri membri della stessa famiglia per via della particolare forma dei palchi che, nelle popolazioni nordamericane, possono pesare fino a 35 chilogrammi.

Vive nelle zone semi artiche o artiche dell'emisfero boreale, in particolare in Siberia, in Nord America e in Scandinavia, ma alcune popolazioni si trovano inoltre in Repubblica Ceca, nella Penisola di Corea e in Cina.

Il nome alce deriva, molto probabilmente, da un'antica parola indoeuropea, che ritorna anche nel termine Elch, con cui viene chiamata la specie in tedesco.

Come è fatto l'alce

L'alce, con i suoi oltre 2 metri di altezza, 3 metri di lunghezza e un peso, che nei maschi adulti può superare i 600 chilogrammi, è il più grande cervide del mondo.

Le femmine sono più leggere dei maschi di circa il 40% del peso totale e, secondo quanto riportato sul sito del Museo di Zoologia del Michigan, di solito non superano i 400 chili.

I palchi vengono spesso erroneamente definiti corna, ma si tratta in realtà di strutture ossee decisamente differenti tra loro. Mentre le corna crescono in tutto l'arco della vita, infatti, i palchi sono stagionali e temporanei. Crescono dalla primavera fino all'inverno, quando cadono.

Il muso dell'alce è lungo e pendente, con il labbro superiore che sovrasta il labbro inferiore e, tra le narici, presenta una macchia triangolare priva di pelo. Nella parte inferiore del collo è evidente una zona in cui la pelle è pendula, e assume la forma di una sacca, chiamata "campana" e presente in tutti i maschi, e solo in alcune femmine.

Nonostante le importanti dimensioni del corpo, le zampe sono piuttosto lunghe e sottili. Il colore del pelo è generalmente scuro, dal nero al marrone o al marrone tendente al grigiastro, con la parte inferiore delle  zampe più chiara. La lunghezza del mantello varia dai 15 a 25 cm ed è composto da peli cavi, i quali assicurano un ottimo isolamento termico.

Questa specie è facilmente distinguibile dalla renna (Rangifer tarandus) soprattutto per via delle sue grandi dimensioni, ma anche per la caratteristica forma dei palchi, che ricordano quasi una forchetta.

Habitat e distribuzione

alce

L'alce è diffuso solo nell'emisfero boreale, in particolare negli ambienti freddi delle latitudini semi artiche o artiche, ma anche in alcuni territori dal clima più temperato.

Dalla Scandinavia alla Siberia, passando per l'Alaska, il Canada e alcune zone degli Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Europa continentale, è presente in alcune zone della Polonia, nelle Repubbliche Baltiche e una popolazione si è insediata anche in Repubblica Ceca.

I fattori che, probabilmente, fanno in modo che la distribuzione tenda (nella maggior parte dei casi) a non raggiungere le zone artiche, sono la scarsa disponibilità alimentare e l'eccessivo innevamento. Per quanto riguarda i limiti meridionali dell'areale di distribuzione, invece, l'alce tende a non abitare zone in cui le temperature superano spesso i 25 °C.

Alcune popolazioni migrano stagionalmente e possono spostarsi fino a 170 km in Nord America e circa 300 in Europa e Asia.

Alimentazione

L'alce è un ruminante, ma è talmente alto che ha difficoltà a nutrirsi di ciò che si trova a terra, quindi predilige foglie, cortecce, ramoscelli degli alberi e arbusti. In particolare, tende ad avere una preferenza per i salici (Salix ssp.) e per i pioppi tremuli (Populus tremula). Inoltre, questa specie mangia una grande varietà di piante acquatiche presenti nei ruscelli e negli stagni.

Secondo uno studio condotto dall'Agenzia forestale nazionale svedese, nel territorio di Borås, inoltre, per quanto riguarda la popolazione scandinava è stata rilevata una predilezione per il sorbo (Sorbus aucuparia), il salice (Salix ssp.), il ginepro (Juniperus communis) e la betulla argentata (Betula pendula ).

Riproduzione

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Sono animali poliginici, ciò significa che lo stesso maschio si accoppia con più femmine. Ciò non è valido, però, per tutte le popolazioni allo stesso modo. Per quanto riguarda gli alci dell'Alaska, infatti, i maschi formano un harem, mentre in Siberia è prevalente la tendenza a formare legami di coppia transitori.

I maschi combattono tra loro incrociando i palchi, ma ciò avviene soprattutto nelle zone in cui formano un harem.

Gli accoppiamenti avvengono generalmente tra settembre e ottobre di ogni anno. La durata del calore della femmina è piuttosto ridotta (da 15 a 26 ore), ma l'estro successivo si presenta circa 24 /26 giorni dopo. La gestazione dura in media 230 giorni e la femmina partorisce generalmente uno o due piccoli del peso di circa 16 chili.

Lo svezzamento dura un anno e la maturità sessuale si raggiunge a circa 2 anni di età, ma i maschi più giovani hanno meno possibilità di accoppiamento. Le corna più grandi e l'apice riproduttivo si raggiungono, invece, intorno ai 5 anni.

La mortalità dei piccoli è molto elevata, soprattutto a causa delle predazioni da parte dei grandi carnivori. Se i giovani raggiungono l'età adulta, però, possono arrivare a vivere anche 15 anni, sebbene la durata media della vita in natura sia 12 anni.

Rapporto con l'uomo

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Secondo quanto riportato dalla European Enviroment Agency, la specie viene considerata a minor rischio di estinzione dalla IUCN, sebbene venga cacciata in gran parte dell'areale, perché destinata al consumo alimentare. In alcune aree della Russia e della Svezia, inoltre, viene consumato anche il latte di alce.

La presenza dell'animale sul territorio viene considerata talvolta problematica per via dell'alto numero di investimenti stradali. Per via delle sue grandi dimensioni, infatti, può causare danni enormi ai mezzi di trasporto e la perdita della vita da parte dei passeggeri.

In alcuni casi sono stati rilevati anche conflitti con gli agricoltori dovuti alle abitudini alimentari, che portano questi animali a nutrirsi dei ramoscelli.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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