29 Agosto 2021
9:20

La storia di Bud e Spencer e la complessità della gestione dei cani liberi

In queste ore a Napoli sta facendo molto discutere la vicenda di due cani nati liberi e recuperati dall'ASL: Bud e Spencer. Secondo i volontari i due inseparabili fratelli sarebbero dovuti tornare liberi come prevede la legge che tutela i cani di quartiere, ma così non è stato. Ora si trovano in un rifugio e attendono un'adozione ma la loro storia è diventato un caso che evidenzia quanto sia complesso il fenomeno del randagismo e la gestione dei cani liberi.

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In queste ore il mondo dell'animalismo a Napoli è stato scosso da una vicenda che è un vero e proprio caso: la storia di Bud e Spencer, due cani che vivevano liberi sul territorio e che sono stati recuperati dell'ASL dopo numerose segnalazioni. Secondo i volontari che da tempo li accudivano e li seguivano, i due cani sarebbero dovuti tornare liberi sul territorio, come prevede la Legge regionale che tutela e protegge i cani di quartiere. Ma non è andata così per Bud e Spencer e adesso si trovano in un rifugio in attesa di adozione. Kodami ha ricostruito l'intera storia, che ci ricorda ancora una volta quanto sia complessa e lunga la difficile strada della convivenza e della gestione del fenomeno del randagismo e dei cani liberi.

Due fratelli inseparabili nati liberi

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Bud e Spencer sono due cani nati liberi nel comune di Napoli, la stessa città che ha dato i natali all'indimenticabile attore da cui hanno preso il nome. Vivevano fianco a fianco tra le campagne sulla collina dei Camaldoli, il punto più alto della città. Hanno non più di due anni ed erano accuditi e monitorati da diverse persone, come ci ha spiegato Carmen Izzo, volontaria del rifugio di Luigi Carrozzo, storico animalista partenopeo ed esperto conoscitore dell'etologia canina, che Kodami vi mostrato nella seconda puntata di Fairy Tails. «Erano inseparabili e facevano sempre affidamento l'uno sull'altro – spiega Carmen Izzo – Erano molto diffidenti verso le persone ma non hanno mai causato alcun problema. Ogni tanto si avventuravano, sempre insieme, per le strade della città ma la sera tornavano sempre ai Camaldoli che era la loro casa e il loro rifugio».

Qualcosa però dev'essere cambiata all'inizio dell'estate, lo scorso giugno, quando i due fratelli hanno deciso di spostarsi al Rione Alto, un quartiere residenziale nei pressi della zona ospedaliera. «Probabilmente la persona che li accudiva con maggiore frequenza ha smesso di farlo. Non sappiamo bene perché, forse si è trasferita, ma dev'essere stato questo il motivo che li ha spinti a stabilirsi in una nuova zona – continua la volontaria – Anche qui però erano riusciti a stabilirsi senza problemi: avevano i loro punti pappa abituali e persino delle cucce dove andavano a dormire. «C'era un ragazzo in particolare che si prendeva cura di loro, Luca. Ha un negozio di prodotti per animali e si è speso moltissimo per i due fratellini che però tendevano molto a girovagare e sono stati fotografati persino in pieno centro storico. Una volta sono finiti anche in tangenziale, ma fortunatamente non hanno causato incidenti gravi e sono stati recuperati. Poi però il negozio di Luca ha chiuso per ferie e sono cominciati i problemi».

L'arrivo nel quartiere della "Napoli bene" e l'intervento dell'ASL

Intorno alla metà di agosto i due fratelli si sono stabiliti al Vomero, uno dei quartieri residenziali e benestanti della città. Nonostante continuassero a essere molto diffidenti verso le persone cercavano comunque il contatto con l'uomo. «Qui evidentemente davano fastidio a qualcuno e sono iniziate ad arrivare numerose segnalazioni all'ASL – sottolinea Carmen Izzo – I veterinari sono intervenuto il 17 agosto e devo ammettere che sono stati molto attenti a non stressare troppo gli animali: si sono comportati in modo molto dolce. Il primo dei due fratelli è stato subito catturato e siccome sono molto legati è stato usato come esca per attirare l'altro». La situazione è diventa però tesa e alcuni passati sono intervenuti per provare a bloccare l'intervento dello staff dell'ASL. «C'è stato un parapiglia e così il secondo cane è riuscito a scappare. Noi volontari abbiamo sempre collaborato con i veterinari per il bene dei cani e così grazie al prezioso intervento di Flora Rinaldi, una volontaria molto esperta che accudisce diversi cani di quartiere, e dei Vigili del Fuoco siamo riusciti a recuperare anche il secondo, che nel frattempo si era rifugiato in un terrazzo privato», ha continuato Carmen Izzo.

I due randagi sono stati quindi affidati alle cure dei veterinari, che hanno verificato il loro stato di salute e attuato le procedure di sterilizzazione. La storia però non si è conclusa come i volontari speravano, considerando che hanno sempre puntato a una reimmisisone sul territorio. «L'ASL ci aveva promesso che sarebbero stati nuovamente liberati e registrati come cani di quartiere. Ce l'avevano assicurato ma invece non è stato fatto – conclude Carmen Izzo – Evidentemente davano fastidio a qualcuno nel quartiere. Sarebbero stati cani di quartiere buonissimi e non riusciamo a farcene una ragione. Vagavano tanto, è vero, e a volte davano un po' fastidio ai cani di famiglia, per molti quindi è stato un bene che non siano stati liberati ma noi crediamo sarebbe stato giusto farlo vista anche la nostra collaborazione e l'assicurazione di continuare a seguirli».

Lo stallo al rifugio e la ricerca di una doppia adozione

Dopo che Bud & Spencer si sono ripresi dalla sterilizzazione il 25 agosto hanno trovato ospitalità in un rifugio-pensione a Somma Vesuviana, un comune ai piedi del Vesuvio. «Ora si trovano al rifugio L'alfabeto degli Animali e stanno bene. Sono seguiti da Genny, un ragazzo straordinario che ha programmato per loro un percorso personalizzato insieme agli educatori per abituarli al contatto con le persone, alla pettorina e al guinzaglio. Ogni giorno passa molto tempo con loro al centro, in maniera del tutto gratuita – ha raccontato Izzo – Adesso sono intestati a me ma stiamo cercando un'adozione consapevole, magari in campagna o in un agriturismo dove starebbero certamente meglio. Sono nati liberi e non possono essere chiusi in casa. Inoltre dovrà essere un'adozione di coppia, perché sono inseparabili e quando sono stati lontani hanno sofferto tantissimo».

«Sono diventati un caso mediatico e stanno facendo molto discutere, visto che molti si sono messi contro la loro immissione. Ora però conta solo il loro benessere. Vorrei ringraziare tutti volontari e le persone che sono impegnate per il bene dei due fratelli, come Annamaria Capuozzo, Nadia Spinosa e Marina La Porta. Io ho fatto solo da portavoce per tutti», conclude la volontaria.

La posizione del Comune: «Ci fidiamo delle valutazioni dell'ASL»

Considerando l'enorme risalto che sta avendo la vicenda, Kodami ha contatto Lucia Francesca Menna, assessora alle Pari Opportunità con delega alla Tutela degli animali. Secondo i volontari la reimmissione era la strada giusta da seguire, ma così non è stato. «Non entro nel merito delle singole scelte, ma se i colleghi esperti dell'ASL hanno preso questa decisione evidentemente era la cosa più giusta da fare – dichiara l'assessora Menna – Ho molta fiducia in loro perché sono sempre molto attenti a queste cose e sappiamo che lavorano sempre utilizzando un approccio moderno al benessere animale, alla relazione e alla gestione del randagismo. A volte si tende del tutto in buona fede ad agire sull'onda dell'emotività, non riuscendo ad avere una visione sistemica che tenga presente tutte la variabili. Se l'ASL ha ritenuto opportuno non reintrodurli nel quartiere vuol dire che non era possibile».

Il randagismo è un fenomeno complesso

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La storia di Bud e Spencer evidenzia ancora una volta quanto sia complesso il fenomeno del randagismo e la gestione dei cani di quartiere. In Campania la Legge n.3 del 2019 riconosce e protegge il cane di quartiere, un animale sterilizzato e regolarmente registrato all'anagrafe canina, che ha il diritto di vivere libero sul territorio, perfettamente integrato con la comunità. Il suo status di cane libero dipende però da numerosi fattori: ogni individuo deve essere perfettamente a suo agio nel contesto urbano e non deve assolutamente rappresentare un pericolo per se stesso, per gli altri animali e per la comunità. Non tutti i cani possono quindi vivere liberi sul territorio e ciò che conta è in primis il loro benessere.

I cani vaganti liberi, monitorati e seguiti da amministrazioni, ASL e volontari, sono senza dubbio una delle soluzione più efficaci ed etiche nella gestione e nel contrasto al randagismo. Rifugi e canili sono ormai al collasso e non è in alcun modo pensabile o giusto prelevarli tutti. Se ben accuditi e integrati i cani liberi sono parte integrante della comunità e possono rappresentare una risorsa per il territorio. Le opinioni su Bud e Spencer rispetto alla loro reimmissione sono contrastanti ma è il loro destino ora è tutto ciò che conta. Perché come per tutti i cani che vivono in rifugi e canili l'unica cosa da fare, una volta che gli esseri umani hanno deciso per loro, è riuscire a trovare una soluzione degna che gli permetta una vita felice e sicura, sempre insieme.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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