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23 Settembre 2021
12:36

India: bruciati 2500 corni di rinoceronte per fermare il bracconaggio e il commercio illegale

Con un rituale di inni e preghiere nella Giornata mondiale de Rinoceronte che si è celebrata il 22 settembre, decine di sacerdoti indù hanno bruciato 2500 corni di rinoceronte per fermare il bracconaggio. La vendita dei corni è illegale in India, ma nonostante questo il bracconaggio è un fenomeno che resiste con i traffici illegali verso l’Asia meridionale, la Cina e il Vietnam, dove i corni di rinoceronte vengono venduti per cifre esorbitanti nei mercati neri a causa del mito che li circonda che possono curare alcuni disturbi.

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Con un rituale di inni e preghiere nella Giornata mondiale de Rinoceronte che si è celebrata ieri 22 settembre, decine di sacerdoti indù hanno bruciato circa 2500 corni di rinoceronte indiano, per sensibilizzare la popolazione e per diffondere sempre più la consapevolezza della necessità di proteggere questo animale raro e il suo habitat. L’obiettivo principale, però, era inviare un forte messaggio forte ai bracconieri e ai commercianti illegali di fauna selvatica, che uccidere i rinoceronti per le loro corna non sarà più tollerato.

La cerimonia si è tenuta in uno stadio sportivo vicino al famoso Parco Nazionale di Kaziranga, situato nel cuore dello stato di Assam, in India, e i corni bruciati erano tutti provenienti da rinoceronti morti per cause naturali, abitanti del Parco e in altri habitat più piccoli sempre nello stato di Assam, nonché quelli confiscati ai bracconieri.

Commercio illegale con Asia, Cina e Vietnam

La vendita dei corni è illegale in India, ma nonostante questo il bracconaggio è un fenomeno che resiste con i traffici illegali verso l’Asia meridionale, la Cina e il Vietnam, dove i corni di rinoceronte vengono venduti per cifre esorbitanti nei mercati neri a causa del mito che li circonda che possono curare alcuni disturbi. A causa di questa falsa credenza, Kaziranga è stato testimone di un dilagante bracconaggio di rinoceronti nel corso degli anni.

Il Parco Nazionale di Kaziranga, patrimonio dell’Unesco dal 1985, nei suoi 430 chilometri quadrati, ospita e preserva quasi 3600 rinoceronti indiani, ormai rarissimi e a rischio estinzione ed è l'habitat più grande al mondo per questo animale raro. Ma non solo: essendo riserva forestale ospita anche il più alto numero di tigri reali del Bengala e leopardi indiani, tanto che il parco, nel 2006, è stato dichiarato Tiger Reserve; numerosi esemplari di elefanti e bufali indiani, numerosissime specie di uccelli, sia migratori che predatori, da caccia e acquatici, la cui presenza gli ha permesso di essere riconosciuto anche come Important Bird Area da parte del Birdlife International.

Minacce e sforzi di conservazione

Quest'anno ricorre il decimo anniversario della Giornata mondiale del rinoceronte istituita ad Assam. La giornata viene osservata in tutto il paese e il tema di quest'anno è "Keep The Five Alive”, ovvero come riuscire a salvare ​​le cinque diverse specie di rinoceronte che si trovano nel mondo, quello nero, il bianco, l'indiano, quello di Sumatra e di Giava, tutti e cinque sono in pericolo estinzione a causa del bracconaggio, della perdita e della distruzione dell'habitat naturale e del cambiamento climatico.

Gli ultimi dati a disposizione

Secondo il World Wide Fund for Nature–India (WWF-India), organizzazione mondiale per la difesa della fauna selvatica, la popolazione di rinoceronte indiano era di appena 75 abitanti nel 1905, per passare poi nel 2012 a oltre 2.700, arrivando nel 2020 a superare le 3600, grazie agli sforzi, all’impegno e alla rigorosa protezione messa in atto dalle autorità indiane del governo dell'Assam e delle organizzazioni non governative (ONG). Più del 91% di tutti i rinoceronti indiani vive nell'Assam e sono tutti concentrati all'interno del parco nazionale di Kaziranga. Un aumento importante che però di certo non ha risolto il problema del bracconaggio. I numeri sono ancora molto alti e il lavoro da fare moltissimo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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