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2 Novembre 2022
13:17

Le foto che mostrano come la caccia sta rendendo i corni dei rinoceronti più piccoli

Dei ricercatori hanno analizzato le fotografie di oltre un secolo di bracconaggio al rinoceronte, scoprendo che i corni di questi animali sono notevolmente diminuiti di dimensione.

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I processi evolutivi che modellano l'aspetto e le forme degli animali sono lunghi. A volte, però, la mano dell'uomo li velocizza, li stravolge e, spesso, il risultato è un terribile compromesso adattativo. Questa è la storia dei rinoceronti, un racconto evolutivo talmente rapido che può essere mostrato in un album di fotografie. Infatti, un nuovo studio ha scoperto che la grandezza dei corni di questi animali è diminuita in un secolo di caccia e bracconaggio e a rivelarlo sono state proprio delle fotografie.

Per molti di noi sfogliare un album fotografico riporta alla mente caldi ricordi di infanzia e una malinconica nostalgia del tempo passato. Sfogliamo delicatamente le pagine ingiallite e passiamo il dito sulla carta fotografica lucida e consunta dal tempo per indicare quanto siamo cresciuti, come i nostri lineamenti si sono trasformati e ricordando quanto velocemente il nostro corpo cambia nell'arco di pochi anni. Lo sviluppo attraverso le varie fasi della vita è un processo naturale che avviene più o meno rapidamente nelle diverse specie, niente a che vedere con gli epocali tempi dell'evoluzione dove servono millenni di pressioni esterne per poter modificare l'aspetto non solo di un singolo, ma di una intera specie.

Quando questi cambiamenti evolutivi avvengono nell'arco di poco più di un secolo, però, c'è qualcosa che non va. Questo è il caso preso in esame dai ricercatori dell'Università di Cambridge che in uno studio pubblicato sulla rivista People and Nature hanno misurato la variazione della grandezza dei corni dei rinoceronti visionando archivi fotografici con immagini che vanno dal 1886 al 2018.

La storia del bracconaggio del rinoceronte in un album fotografico

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Ci troviamo in epoca imperialista, alla fine dell'800. Dopo le grandi scoperte e i coraggiosi viaggi che hanno caratterizzato i secoli precedenti, la brama di controllo dell'uomo cresce sempre più, accaparrandosi più terre possibili e soggiogando popoli. In questo scenario la caccia e il bracconaggio acquisiscono un ruolo importante: a casa non si riportano più cimeli di terre lontane per convincere regnanti che aldilà dell'oceano c'è una terra inesplorata, ma si collezionano trofei delle conquiste nella grande sottomissione di altri uomini e della natura.

Proprio per questo motivo centinaia di fotografie che hanno esaminato i ricercatori mostrano rinoceronti uccisi da cacciatori e risalgono proprio a quel periodo, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Queste includono persino una fotografia del presidente americano Theodore Roosevelt, scattata nel 1911, trionfalmente in piedi su un rinoceronte nero che aveva appena cacciato.

Le fotografie sono molto simili indipendentemente dal cacciatore: un uomo tiene in mano un fucile e ai suoi piedi il macabro trofeo. Questa iconografia che rappresenta il rinoceronte come una bestia pericolosa che va domata continua per molto tempo, fino agli anni 50 del secolo scorso. In quegli anni l'attenzione cambia improvvisamente e una nuova sensibilità post colonialista permette l'istituzione dei primi timidi progetti di conservazione. 

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Oggi il bracconaggio è sfortunatamente ancora diffuso, anche se leggi stringenti impediscono alla pratica di essere così diffusa come un tempo. Secondo alcune stime del WWF, dopo il picco di 3,7 rinoceronti uccisi ogni giorno nel 2015, per un totale di 1.350 in un anno, il bracconaggio è diminuito notevolmente e nel 2019, sono stati uccisi circa 876 in un anno. Se lo scenario per alcuni di questi mammiferi è positivo, per altri è ancora piuttosto drammatico: il rinoceronte bianco, seppur più numeroso in Africa, tra il 2012 e il 2017 ha subito un drastico declino, passando da 21.300 a 18.000 individui circa.

Oggi il motivo principale per cui si cacciano questi animali sono i loro corni. Uno scempio inutile visto che la sostanza di cui sono fatti, la cheratina, è la stessa sostanza che costituisce i nostri capelli e le nostre unghie. Non si tratta neanche di un materiale raro o particolare, dunque, e i preparati realizzati con la loro polvere non hanno alcun potere afrodisiaco né terapeutico che invece la medicina asiatica tradizionale continua ad attribuirgli e che ne determina un prezzo folle al mercato nero. Si stima, infatti, che un chilogrammo di corno di rinoceronte possa arrivare ad essere venduto anche a 100 mila dollari.

Come l'osservazione fotografica racconta l'evoluzione dei rinoceronti

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Misurazioni morfometriche effettuate per ciascun rinoceronte, Hal Wilson et al. 2022

La caccia intensiva quindi costituisce una pressione evolutiva fortissima per questi animali, tanto che i ricercatori inglesi hanno ipotizzato che si potesse quantificare con la diminuzione della grandezza del corno generazione dopo generazione. Per lo studio gli scienziati hanno misurato i corni di 80 rinoceronti fotografati di profilo tra il 1886 e il 2018. La maggior parte delle fotografie storiche sono conservate nell'archivio del Rhino Resource Centre dove possono essere trovate immagini di tutte e cinque le specie di rinoceronte: bianco, nero, indiano, di Giava e di Sumatra.

Dalle analisi è risultato evidente come la grandezza dei corni sia diminuita notevolmente nel giro di pochissimo tempo. La caccia, infatti, non solo ha causato un grave declino nelle popolazioni di rinoceronti, ma secondo gli studiosi dato che le principali vittime erano gli animali con i corni più grandi e quindi più remunerativi, quelli che rimanevano in vita erano spesso rinoceronti con corni piccoli. Questi animali hanno trasmesso il loro patrimonio genetico alle generazioni successive e la loro prole, dunque, spesso presentava proprio corni di dimensioni inferiori.

Una scoperta del genere rafforza uno dei capisaldi di qualsiasi movimento di conservazione della biodiversità: l'influenza umana ha un potere troppo grande sull'ambiente e, volente o nolente, genera selezione artificiale ovunque operi. Per questo motivo è necessario agire dove indispensabile e lasciare che la natura si rigeneri lì dove possibile.

L'enorme pressione applicata sui rinoceronti ha fatto si che questi perdessero un prezioso strumento per la difesa personale dai predatori e per la loro quotidiana attività da erbivori. Di quei magnifici esemplari con corni maestosi, ora, restano solo vecchie fotografie ingiallite che le nostre dita possono solo accarezzare nostalgicamente.

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