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13 Novembre 2022
12:00

Il licaone (Lycaon pictus)

Il licaone (Lycaon pictus), chiamato anche cane selvatico africano, è un mammifero carnivoro del genere Lycaon, il quale si distingue dal genere Canis per la dentatura e per avere solo quattro dita. Questa specie, originaria dell'Africa subsahariana, è stata dichiarata a rischio di estinzione.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il licaone (Lycaon pictus) viene chiamato anche cane selvatico africano ed è un mammifero carnivoro del genere Lycaon, il quale si distingue dal genere Canis per alcune differenze nella dentatura e per avere solo quattro dita sulle zampe.

Questa specie, originaria dell'Africa subsahariana, è stata dichiarata a rischio di estinzione per via della frammentazione dell'habitat, della persecuzione da parte dell'uomo e delle malattie trasmesse da altre specie.

Come è fatto il licaone

Il nome scientifico del licaone – Lycaon pictus – richiama la colorazione del suo mantello, che sembra essere dipinto di marrone, rosso, nero, giallo e bianco. Sotto lo strato di pelo è possibile intravedere la pelle, che è di colore nero. I motivi che formano le colorazioni del mantello sono sempre diversi e permettono di distinguere i soggetti.

Nella maggior parte dei casi, però, il pelo è più scuro sulla testa e presenta, inoltre, una macchia bianca sull'estremità della coda.

Le orecchie sono grandi e hanno una caratteristica forma arrotondata. La corporatura è piuttosto esile, con lunghe zampe muscolose dotate di quattro dita su ciascun piede. I soggetti adulti raggiungono un'altezza di circa 80/110 centimetri, per un peso di 18/35 chili. La coda, invece, è lunga tra i 30 e i 40 centimetri. Il dimorfismo sessuale non è particolarmente evidente e, infatti, maschi e femmine hanno più o meno le stesse dimensioni.

Un'ulteriore caratteristica dei licaoni è l'odore forte e pungente del loro corpo, determinato dai feromoni prodotti dalle ghiandole perianali. Questa specie, infatti, fa molto affidamento su questo aspetto nella comunicazione intraspecifica e, attraverso l'olfatto, può risalire, tra le altre cose, all'identità del soggetto, alla sua posizione gerarchica e al suo stato di salute.

Abitudini

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I licaoni sono animali fortemente sociali che strutturano legami molto forti con i propri simili e formano branchi che possono comprendere fino a 40 membri, sebbene la maggior parte sia formato da 7/15 membri. All'interno del branco vi è sempre una coppia dominante e anche gli altri individui sottostanno a rigide gerarchie. Le femmine tendono ad allontanarsi dalla zona di nascita (intorno ai 2 anni) e si uniscono ad altri gruppi sprovvisti di femmine.

Secondo quanto pubblicato sul sito dell'Università di Zoologia del Michigan, i maschi invece, rimangono spesso nel branco del padre, dove collaborano nella cura dei giovani e dei membri del gruppo feriti o malati. A differenza di molti altri canidi, i licaoni non manifestano comportamenti aggressivi nei confronti degli altri membri del branco. L'unica eccezione è la possibilità che insorga un'occasionale lotta tra una femmina dominante e una femmina subordinata per i diritti di riproduzione.

La cooperazione che li contraddistingue si manifesta anche durante la caccia, che avviene soprattutto al mattino, al crepuscolo e, se la luna lo permette, anche di notte. Una volta individuata la preda, iniziano a seguirla e, in questa fase, possono raggiungere anche i 55 chilometri orari, nell'intento di sfiancarla prima di ucciderla.

Questa specie non ha molti predatori in natura, ma talvolta viene cacciata dai leoni. Le iene, invece, entrano in competizione con loro per il cibo, provando a sottrarre le prede già abbattute.

Riproduzione

La coppia dominante tende a rimanere monogama per tutta la vita e, nella maggior parte dei casi (ma non sempre), impedisce ai subordinati di riprodursi. Questi canidi raggiungono la maturità sessuale tra i 12 e i 18 mesi. La gestazione dura circa 10 settimane e i cuccioli nascono tra marzo e luglio, ma questo fattore può variare in base al clima in cui vive la popolazione.

Le dimensioni della cucciolata possono variare da 2 a 18 cuccioli, i quali rimangono nella tana con la madre per tre o quattro settimane. Una volta portati fuori dalla tana, l'intero branco si prende cura di loro e anche altre femmine si occupano dell'allattamento. Lo svezzamento può avvenire prima dei due mesi di vita.

Quando i soggetti adulti tornano dalla caccia, secondo uno studio pubblicato nel 2018 sull'African Journal of Wildlife Research, si occupano poi di rigurgitare parte di quanto ingerito per nutrire i cuccioli. I licaoni, però, non si limitano ad occuparsi dei più giovani, ma con lo stesso metodo nutrono anche i propri simili troppo anziani o eccessivamente malati per cacciare.

Alimentazione

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I licaoni predano specie di mammiferi che possono raggiungere anche il doppio del loro peso, come antilopi, gnu, zebre e impala. Cacciano in gruppo, seguendo schemi e strategie estremamente funzionali e, spesso, si concentrano sui soggetti più vecchi o malati. Hanno una dieta prevalentemente carnivora ma, talvolta, possono ingerire anche erba, piante o insetti.

Occasionalmente, se ne hanno l'opportunità, i licaoni possono predare anche degli animali da allevamento e, in questi casi, rischia di nascere un conflitto con gli esseri umani

Stato di conservazione

I licaoni vivono nelle praterie, nelle savane e nei boschi aperti. Sono distribuiti per la maggior parte in Namibia, Botswana, Mozambico, parti dello Zimbabwe e Swaziland, ma quasi ovunque, negli ultimi anni il loro habitat è andato via via diminuendo e, per questo motivo, la specie è stata definita a rischio di estinzione da parte della ICUN, la quale ha dichiarato che, negli ultimi 30 anni, la diminuzione del numero di individui è stata drastica e inoltre, in 25 dei 39 paesi in cui era presente, il licaone viene oggi considerato a tutti gli effetti scomparso.

Si ritiene, infine, che solo 6 popolazioni nell'intero continente contino più di 100 animali.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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