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15 Aprile 2023
17:26

Il gufo può essere un animale domestico?

Gufi e altri rapaci notturni sono sempre più diffusi come animali da compagnia. Tuttavia, restano animali selvatici che mal si adattano alla vita in cattività.

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Tra i tanti animali esotici e selvatici ormai da tempo sempre più presenti nelle case e nei negozi, gli uccelli rapaci e i gufi sono sicuramente tra quelli in maggiore crescita. Insieme ad altri uccelli selvatici tenuti in cattività, come falchi, poiane e aquile fanno parte dei cosiddetti rapaci da falconeria diventati ormai anche nuovi animali da compagnia.

Tuttavia, sebbene questi uccelli siano molto diffusi e considerati alla stregua di animali domestici, occorre sempre ribadire che come per serpenti, pappagalli o anfibi, si tratta pure sempre di animali selvatici e non di domestici come il cane, il gatto e altri che per millenni si sono coevoluti fianco a fianco con l'uomo, che li ha selezionati attraverso la domesticazione.

Ciò significa che non si trovano a loro agio a stare a contatto con gli umani, specialmente per tempi prolungati e come per tutti gli animali selvatici il loro posto deve essere in natura. Nonostante ciò c'è chi li costringe legati a posatoi: i gufi sono infatti tra i rapaci più diffusi al mondo nelle case, complice sia la storica arte della falconeria che film e libri che ne hanno alimentato la popolarità, come la saga di Harry Potter. Anche per questo sono sempre più commercializzati e ciò alimenta oltre che condizioni di vita incompatibili con la natura degli animali anche le catture e il commercio illegale.

Perché un gufo non è un animale domestico

Col termine gufo, in senso più generale, ci si riferisce a diverse specie di rapaci notturni appartenente all'ordine degli strigiformi. Si tratta di predatori quasi tutti strettamente notturni come allocchi, assioli, barbagianni, civette e gufi in senso stretto. In cattività sono numerose le specie particolarmente diffuse, sia autoctone che esotiche. Il rapporto tra umani e rapaci legato alla falconeria è antichissimo, tant'è che l'allevamento specifico di gufi e altri notturni col tempo si è distaccato e specializzato prendendo il nome di guferia, ossia l'allevamento e l'addestramento esclusivo di strigiformi.

Tuttavia, anche se gufi e altri rapaci vengono allevati e addestrati da secoli, restano in tutto e per tutto animali selvatici. A differenza per esempio di cani e gatti non hanno quindi sviluppato, attraverso la selezione artificiale, tutti quei comportamenti e quelle caratteristiche biologiche che gli permettono oggi di trovarsi a proprio agio a stretto contatto con con gli esseri umani. Inoltre, seppur regolamentata e condotta da persone mosse da buoni propositi e che tengono al benessere dei propri animali e di quelli in natura, ci sono numerosi elementi rendono ormai la falconeria una pratica superata.

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Spesso ci dimentichiamo che i gufi (e più in generale i rapaci) sono quasi tutti predatori solitari con nulla o poco sviluppate attitudini sociali. Non è possibile instaurare con loro una vera relazione bidirezionale e gli animali subiscono semplicemente un addestramento forzato basato sulla necessità di potersi alimentare esclusivamente per mano dell'uomo, anche se arrivano a tollerarne la presenza. Gufi, civette e barbaggianni sono inoltre animali notturni, dotati di un udito incredibilmente sviluppato. Esporli quindi a continui e inevitabili stimoli visivi e sonori rende le loro vite in cattività incredibilmente stressanti.

La maggior parte dei gufi, in particolare i barbagianni, sono letteralmente "accecati" dalla luce diurna e non a caso non si riesce mai ad osservarli in pieno giorno, grazie al loro sensibilissimo udito sono inoltre molto infastiditi dal vociare e dai rumori tipici di feste e manifestazioni sempre più in voga qui in Italia. Esporli in piena luce su un trespolo o addirittura farli volare in tali condizioni, si configura quindi come un vero esempio di maltrattamento animale. Lo dimostra il fatto che in queste situazioni gonfiano ritmicamente la gola comportamento tipico di uno stato distress.

Di recente, infatti, alcune tra le più importanti associazioni ornitologiche italiane hanno congiuntamente realizzato un documento tecnico che sottolinea ancora una volta tutti i rischi legati alla pratica della falconeria e della guferia oggi. Nel testo, gli esperti ribadiscano ancora una volta quanto sia impossibile garantire il benessere dei rapaci, in che modo questa pratica alimenta le catture illegali in natura e anche come gli animali fuggiti, spesso di origine esotica, possano rappresentare una seria minaccia per gli ecosistemi e le specie locali, anche per la possibile ibridazione con i rapaci autoctoni.

Come vive il gufo in natura

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I gufi, a secondo delle specie, possono vivere in numerosi habitat, dai boschi vetusti e selvaggi fino agli ambienti urbani delle grandi città. Sono predatori incredibilmente efficienti con abitudini prevalentemente notturne e solitarie, diffusi in tutte le regioni del mondo. Sono eccezionalmente silenziosi nel volo, grazie ad alcune caratteristiche del piumaggio, sebbene siano tendenzialmente più lenti dei rapaci diurni. Ciò gli permette però di sorprendere le loro prede tra cui piccoli mammiferi, insetti e altri uccelli, che quasi sempre si accorgono troppo tardi dell'arrivo del predatore.

Per avere un udito così sviluppato, i rapaci notturni possiedono delle orecchie asimmetriche che consentono loro di localizzare perfettamente la sorgente del suono, così da poter identificare la posizione della preda anche nel buio totale. Famosa è anche la capacità di poter ruotare la testa fino ad angolazioni sorprendenti di ben a 270 gradi! In quanto notturni, le dimensioni dei loro occhi sono altrettanto eccezionali, con un maggiore grado di sovrapposizione di campo tra i due occhi che offre una migliore visione binoculare. La retina, inoltre, contiene uno strato riflettente, il tapetum lucidum (come anche in cani e gatti), che aumenta la quantità di luce che può essere catturata dalla retina stessa.

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Quasi tutti i gufi e gli altri rapaci notturni, passano la maggior parte delle ore diurne sui propri posatoi o nelle cavità degli alberi, dove riescono a mimetizzarsi alla perfezione grazie al loro piumaggio. Per rendere il camuffamento ancora più credibile, assumo spesso posture più erette e simili ai rami, chiudono gli occhi, e anche grazie a ciuffetti auricolari sulla testa, diventano letteralmente indistinguibili da cortecce e tronchi.

Di conseguenza, sebbene alcuni individui allevati a mano tollerino il contatto fisico con l'uomo, la manipolazione può essere fonte di forte stress per l'animale, inoltre è pressoché impossibile riuscire a riprodurre in cattività le complesse condizioni ambientali, biologiche ed etologiche necessarie per garantire il benessere di questi animali.

Alimentazione del gufo

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I gufi e gli altri rapaci notturni sono tutti predatori e in natura cacciano soprattutto piccoli mammiferi (in particolare i roditori), rettili, insetti e altri uccelli. La dieta dipende molto dalle dimensioni e più è grosso il rapace più sarà grande anche la preda che potrà catturare. Il gufo reale (Bubo bubo) – che tra i più grandi al mondo – può tranquillamente catturare anche animali delle dimensioni di conigli, volpi, gatti domestici e altri rapaci notturni.

Anche in cattività, i gufi vengono nutriti almeno una volta la giorno con larve di insetti, topi, ratti, pulcini, quaglie, piccioni, conigli, parti di pollo. Da pulli vengono inizialmente alimentati con piccoli pezzetti di carne, ma una volta adulti – in modo simile a come accade in nature – vengono messe a disposizione degli uccelli prede integre, che il rapace ingoierà per intero. Successivamente, le parti non digerite come ossa, peli o esoscheletri di insetti, vengono poi espulsi all'interno di boli alimentari o borre, direttamente dalla bocca.

In conclusione, se vogliamo davvero relazionarci in maniera consapevole e profonda con le altre specie, lasciamo i gufi e gli altri selvatici nei loro ecosistemi e adottiamo invece i tanti domestici come cani, gatti e altri animali che davvero si trovano bene tra le mura domestiche e che hanno bisogno di una casa, una famiglia e di una vera adozione consapevole.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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