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18 Febbraio 2023
14:00

La tarantola può essere un animale domestico? No, ecco perché

Le tarantole sono tra gli animali esotici da compagnia più diffusi ma nonostante vengano trattate come domestici restano tutte specie selvatiche. Conoscere la loro etologia e biologia può servire quindi a generare una cultura diversa e sensibilizzare a non implementare il mercato della compravendita di animali selvatici esotici, il cui posto dovrebbe essere in natura.

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Da un po' di anni, ormai, non è più così inusuale vedere animali esotici come serpenti, insetti, scorpioni e tanti altri all'interno delle case o dei negozi. Vengono talvolta chiamati anche nuovi animali da compagnia e tra questi ci sono anche le tarantole. Tuttavia, sebbene questi aracnidi siano sempre più diffusi e trattati come animali domestici, occorre sempre ribadire che come per serpenti, anfibi e altri invertebrati, si tratta pure sempre di animali selvatici e non veri domestici, come il cane, il gatto e tanti altri che per millenni si sono coevoluti fianco a fianco con l'uomo, che li ha selezionati attraverso la domesticazione.

Questo significa che non sono animali particolarmente a loro agio a stare a contatto con gli esseri umani, specialmente per tempi prolungati, anche perché sono predatori solitari e schivi. Come tutti gli animali selvatici, il loro posto è perciò in natura, ma nonostante ciò c'è chi li costringe in teche e terrari, trattandoli come fossero animali domestici.

Chi sono le tarantole?

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Col termine tarantole, si intende infatti un grosso gruppo di aracnidi di grandi dimensione appartenenti all famiglia Theraphosidae. Se ne conoscono oltre 1.040 specie, diffuse in tutte i continenti – tranne ovviamente l'Antartide – e in particolare nell'emisfero Sud. Talvolta con lo stesso termine o con quello di false tarantole, si indicano anche altri ragni di grosse dimensioni esterni a questa famiglia, proprio perché si tratta di un termine molto diffuso e popolare anche nel linguaggio comune.

Si tratta di ragni solitamente di grandi dimensioni, anche se esistono specie anche molto piccole. La tarantole più grosse, però, possono raggiungere anche una distanza massima tra le zampe di ben 30 cm e risultare perciò grosse quanto un piatto da tavola. La maggior parte delle specie, ma non tutte, sono brune e molto "pelose". Non si tratta ovviamente di veri peli, ma di particolari setole della cuticola che possono essere anche urticanti e causare irritazione alla pelle. Le tarantole sono quasi tutte predatrici crepuscolari e terricole, che attendono le loro prede nascoste nella tana, pronte a colpire con le loro zanne velenifere.

Altra caratteristica fondamentale delle tarantole – anche se condivisa con praticamente tutti i ragni – è infatti il veleno. Tutte sono velenose, anche se le conseguenze dei morsi su l'uomo sono molto poco documentate e studiate. Quelli delle specie più grosse e con zanne più lunghe sono senza dubbio molto dolorosi, tuttavia nella maggior parte dei casi il veleno non è più pericoloso per gli umani di una puntura di vespa o ape. I rischi, chiaramente, aumentano in caso di una reazione allergica o di infezione. In ogni caso, quasi sempre le tarantole – come altri animali velenosi – tendono a risparmiare energie e a non sprecare il veleno. Non sono perciò aggressive, per cui mordono solo se sono state messe alle strette e dopo aver provato ad allontanare il disturbatore con posture minacciose erette.

Si crede che i morsi di alcune taratole possano anche causare spasmi e forti allucinazioni, come nel caso della tarantola africana (Pelinobius muticus). Da credenze come queste, infatti, nasce il tarantismo o tarantolismo, una sindrome culturale di tipo isterico diffusa in particolare in Puglia e che secondo le credenze popolari è causata proprio dal morso di un ragno. Il termine deriva infatti da taranta o tarantola, i nomi con cui vengono chiamati i ragni Lycosa tarantula, molto comuni negli habitat mediterranei.

È davvero possibile avere una tarantola come animale domestico?

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Molte persone scelgono di tenere in casa le tarantole perché vengono considerati animali generalmente silenziosi e che necessitano di spazio ridotto e poche cure. Tuttavia, la prima vera domanda da porsi se si vuole tenere una tarantola in cattività è: vale davvero la pena farlo? Anche se questi aracnidi possono adattarsi bene alla vita tra le mura domestiche, non bisogna mai dimenticare che tutte restano specie selvatiche, il più delle volte esotiche. Non sono quindi animali domestici come il cane o il gatto, selezionati da migliaia di anni di domesticazione proprio per convivere al nostro fianco.

Questi ragni sono predatori solitari che non possono essere "addestrati" per convivere con l'uomo. Non esistono quindi "tarantole domestiche", ma solo aracnidi selvatici spettacolarizzati, oggettivizzati e tenuti in cattività il più delle volte per il semplice desiderio, tipicamente antropocentrico, di poter controllare e dominare le altre specie. Conoscere la loro biologia, etologia e il loro ambiente naturale può servire quindi a generare una cultura diversa e sensibilizzare le persone a non implementare il mercato della compravendita dei selvatici.

Perché non possiamo tenere una tarantola in casa?

In quanto selvatici, quindi, riuscire a ricreare in una piccola teca di plastica le complesse condizioni ambientali, come temperatura, umidità, e di habitat tipiche di queste specie è molto difficile, se non impossibile. Inoltre, la diffusione di questi animali esotici nelle case, come accade per anche per altre specie, può alimentare un mercato, sempre più florido, che non solo ha facilitato la diffusione di specie esotiche invasive in giro per il mondo, ma che costringe tantissime tarantole acquistate con troppa leggerezza, a vivere in spazi angusti o finire per essere maltrattate o abbandonate.

Tutto ciò, oltre ad aumentare la possibilità che specie aliene finiscano per diventare invasive quando si naturalizzano in nuovi ecosistemi, può anche alimentare il mercato nero e le catture in natura, ancora oggi una delle minacce principali per molte specie selvatiche esotiche tenute come animali da compagnia. Il traffico illecito di animali selvatici cresce infatti tra il 5 e il 7% all'anno, e anche se le tarantole o altri invertebrati spesso non ricevono le stesse attenzioni che ottengono tigri, primati e altri mammiferi esotici, meritano lo stesso rispetto.

Rinchiuderle in cattività, svilendo la loro natura e costringendole a vivere a stretto contatto con un potenziale predatore da cui scapperebbero (l'uomo) è quasi sempre fonte di stress, per giunta inutile. In un periodo in cui stiamo attraversando una profonda crisi ambientale ed ecologica, dovuta proprio alla superficialità con cui ci relazioniamo col mondo naturale e le altre specie, sarebbe forse meglio iniziare a trattare la biodiversità e gli altri animali con maggiore rispetto, riconoscendone la dignità e il diritto di vivere nel loro habitat naturale. Se vogliamo davvero relazionarci in maniera consapevole e profonda con le altre specie, lasciamo quindi i selvatici nei loro ecosistemi e adottiamo invece i tanti domestici come cani, gatti e altri animali che davvero si trovano bene tra le mura domestiche e che hanno bisogno di una casa, una famiglia e di una vera adozione consapevole.

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