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25 Aprile 2023
9:38

Giornata mondiale dei pinguini: qual è lo stato di conservazione di questi uccelli?

Oggi, 25 aprile, celebriamo insieme il World Penguin Day, la giornata mondiale dei pinguini osservando quali sono i loro stati di conservazione attuale.

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Oggi, 25 aprile, celebriamo la Giornata mondiale dei pinguini, il World Penguin Day, una festività interamente dedicata a degli uccelli veramente particolari. La data di oggi non è stata scelta a caso: è infatti proprio in questo periodo che i pinguini di Adelia, la specie più diffusa lungo le coste atlantiche, si mettono in viaggio per la loro annuale migrazione verso Nord.

Ma in un mondo sempre più caldo a causa delle attività umane e continuamente stravolto da sconvolgimenti ambientali, come se la stanno passando gli uccelli nuotatori per eccellenza?

A seconda delle classificazioni usate come riferimento, le specie di pinguini variano da 17 a 20, tutte radunate nella famiglia Spheniscidae. I pinguini vivono quasi esclusivamente nell'emisfero australe, ma non si trovano solo in aree con climi estremamente rigidi, come l'Antartide. In realtà, solo poche specie vivono così a sud mentre molte altre si trovano in zone più miti e addirittura una, il pinguino delle Galápagos, vive a Nord all'equatore.

Purtroppo però, quasi tutte le 18 specie riconosciute e valutate dalla IUCN si trova oggi in declino o addirittura rischia seriamente l’estinzione. Ben dieci di queste specie sono infatti inserite in una delle categorie di minaccia della Lista Rossa, cinque come Vulnerabili e cinque In pericolo.

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Il pinguino degli antipodi (Megadyptes antipodes) si riproduce esclusivamente in Nuova Zelanda

I pinguini che rischiano più di tutti sono l'eudipte di Moseley (Eudyptes moseleyi), che si riproduce su poche isole nel sud dell’Atlantico e nell’Oceano Indiano, il pinguino crestato maggiore (Eudyptes sclateri) e il pinguino degli antipodi (Megadyptes antipodes), endemici della Nuova Zelanda, e poi il pinguino africano (Spheniscus demersus) e quello delle Galápagos (Spheniscus mendiculus).

Alcune di queste specie hanno purtroppo viste ridotte le loro popolazioni, negli ultimi 50 anni, addirittura del 90%. Tra le principali minacce troviamo soprattutto la riduzione delle prede, dovute alla pesca eccessiva e al surriscaldamento dei mari, l’introduzione di predatori alloctoni sulle isole dove si riproducono e, più in generale, il disturbo causato dalle attività umane.

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Il pinguino africano (Spheniscus demersus) vive lungo le coste sud–occidentali dell’Africa meridionale

Discorso a parte merita il pinguino delle Galápagos, la cui popolazione è minacciata soprattutto dal fenomeno climatico noto come El Niño. El Niño è un evento climatico ciclico che si verifica nell'Oceano Pacifico centrale tra dicembre e gennaio, più o meno ogni cinque anni. Consiste in un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche che altera pesantemente le correnti e la produttività del mare. La mancanza di cibo porta quindi a uno scarso successo riproduttivo e a un tasso di mortalità nelle femmine elevatissimo, che si traduce perciò in drammatici e improvvisi  cali della popolazione.

Oggi si contano solamente 1200-1800 pinguini rimasti alle Galápagos, e considerando che i cambiamenti climatici potrebbero rendere sempre più frequente El Niño, si tratta perciò della specie a maggiore rischio estinzione, oltre che quella più localizzata, anche perché è quella più localizzata.

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Con 1200–1800 individui rimasti il pinguino delle delle Galápagos (Spheniscus mendiculus) è la specie a maggior rischio estinzione

I simpatici pinguini, quindi, non se la passano affatto bene ed è per questo che giornate come questa sono molto importanti: per attirare sempre più attenzione sul loro status di conservazione. Tuttavia, i pinguini sono studiati e monitorati da molti esperti e organizzazioni da tempo, per cui sappiamo esattamente cosa fare per arrestare il declino e scongiurarne l'estinzione.

Sono due i punti essenziali su cui bisogna agire. I siti riproduttivi, quasi sempre piccole isole, e la gestione della pesca. Migliorando l’habitat riproduttivo eliminando le specie invasive o proteggendo le colonie, e gestendo la pesca in maniera più sostenibile garantendo aree protette per permettere ai pinguini di nutrirsi, possiamo ancora salvare questi iconici uccelli nuotatori.

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L’eudipte di Moseley (Eudyptes moseleyi), che si riproduce su poche isole nel sud dell’Atlantico e nell’Oceano Indiano, è tra le specie a maggiore rischio estinzione

Dipende esclusivamente da noi, dalle nostre scelte e ci sono diversi modi per raggiungere questo obiettivo. Tra questi c'è sicuramente scegliere in maniera consapevole i prodotti ittici che mangiamo, assicurandoci che vengano pescati con metodi sostenibili certificati. Quasi sempre ciò che scegliamo di mettere nel nostro piatto può avere un impatto negativo o positivo, anche dall'altra parte del mondo. Sta solo a noi consumatori decidere da che parte stare.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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