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6 Aprile 2023
12:11

L’attività fisica come fattore protettivo per il declino cognitivo nei cani anziani

Così come nell'uomo, anche nei cani anziani l'invecchiamento, il declino cognitivo e l'attività fisica sono connessi. Un nuovo studio dimostra come l'attività fisica aiuta a prevenire il declino cognitivo nei cani.

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Nella nostra specie, sono ormai noti e dimostrati gli effetti positivi sulla salute grazie al mantenimento di un grado elevato di attività fisica in tutte le fasi della vita di una persona, in particolare quando si è adulti e si sta invecchiando, ad esempio per la prevenzione di malattie degenerative come l’Alzheimer e più in generale per quanto concerne il rallentamento del declino cognitivo.

Nei cani si riscontrano dei percorsi fisiologici molto simili a quelli umani nell’invecchiamento della mente e il ruolo dell’attività fisica come fattore di prevenzione. Infatti anche nei nostri compagni di vita si può assistere ad un progressivo declino con l'avanzare dell’età, fino ad arrivare a forme di demenza canina come la sindrome da disfunzione cognitiva canina (CCDS). Inoltre la frequenza dell’attività fisica e la motivazione ad impegnarsi in essa sembrano declinare anche nei cani con l’avanzare dell’età.

Seguendo questo filone, in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports un gruppo di ricercatori ha studiato i pattern di attività fisica di un gruppo di 27 cani adulti e anziani che presentavano vari livelli di declino cognitivo, di attività fisica (quest’ultima misurata indirettamente attraverso le caratteristiche e la velocità della loro andatura al guinzaglio e non) ed infine per i livelli di dolore/problemi articolari e spinali che presentavano.

Le caratteristiche qualitative di questi fattori sono stati poi messi in correlazione con un indice di anzianità dei cani misurato a partire dal rapporto fra la loro età attuale ed il numero di anni “rimasti” rispetto alla loro aspettativa di vita media (quest’ultima condizionata da fattori come la taglia e la razza), un indicatore dunque più affidabile rispetto alla semplice misura dell’età.

Come previsto, all’aumentare dell’indice di anzianità aumentava il grado di declino cognitivo del cane e la possibilità di manifestare patologie che causano dolori articolari e spinali, risultati paragonabili a quelli riscontrati nell’uomo e che confermano un comune processo di “invecchiamento” fisico e cognitivo fra esseri umani e cani.

Inoltre, all’aumentare dell’indice di anzianità i cani tendevano a dormire peggio di notte e a recuperare le ore di sonno perse durante il giorno. Queste alterazioni del ritmo sonno-veglia potrebbero proprio causare il decremento dell’attività fisica riscontrato in parallelo dai ricercatori stessi nei cani più anziani durante le ore serali della giornata. Ciò suggerisce come alterazioni della qualità del sonno possono diminuire la motivazione dei cani a svolgere attività fisica durante il giorno, deprivandoli del potenziale effetto positivo che questo fattore può avere nel rallentare il declino fisico e cognitivo durante l’invecchiamento.

Funzioni come la memoria a breve termine sono risultate essere influenzate positivamente dal grado di attività fisica. Infatti, a seguito la somministrazione di una batteria di test cognitivi specifici, sono stati proprio i cani fisicamente più attivi durante la giornata a mostrare i risultati migliori. Se consideriamo che la memoria a breve termine è una delle capacità coinvolte negativamente dagli effetti del declino cognitivo durante l'invecchiamento, questi risultati sembrerebbero confermare l'ipotesi iniziale circa il ruolo "protettivo" che può svolgere l'attività fisica per la loro salute e come dunque  questo fattore debba essere tenuto in forte considerazione dai pet mate come strumento di prevenzione.

A riprova di ciò, in un ulteriore studio, in cui sono stati analizzati più di circa 11 mila cani, si è visto come effettivamente all’aumentare del grado di attività fisica diminuisse il grado di declino cognitivo, confermando come quest'ultima potesse avere un'impatto positivo per mitigare alcune delle problematiche di salute che caratterizzano l'invecchiamento canino.

Presi insieme, questi risultati ci informano sia delle somiglianze fra il processo di invecchiamento cognitivo e fisico di cani ed esseri umani sia del ruolo positivo che l'attività fisica può giocare anche per la salute canina, specialmente nelle fasi avanzate dell'età, mostrando dunque come debba essere presa seriamente in considerazione per l'elaborazione di strategie preventive che tentano di arginare le problematiche legate all'invecchiamento nei nostri compagni di vita.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Sono un biologo naturalista di formazione, attualmente studente magistrale presso L'università di Pisa. Comprendere i meccanismi che muovono il comportamento degli animali e le ragioni che ne hanno permesso la loro evoluzione sono le domande principali che muovono la mia ricerca e la mia passione per l'etologia. Rispondendo ad esse, tento di ricostruire sia il filo conduttore che accomuna l'etologia di ogni specie animale, sia le differenze che distanziano ogni ramo evolutivo dall'altro.
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