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6 Luglio 2023
10:38

È vero che i cani capiscono quando parliamo in lingue differenti?

I cani capiscono quando parliamo una lingua diversa da quella a cui sono abituati, come dimostrano diversi studi. La loro capacità di apprendere parole e suoni è dovuta a un semplice processo associativo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I cani capiscono quando parliamo una lingua diversa da quella a cui sono abituati e, a dimostrarlo è uno studio pubblicato nel 2021 e condotto dal Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest, in Ungheria.

I ricercatori hanno osservato reazioni diverse nei cani che sentono parole e frasi che conoscono e hanno già appreso, rispetto a quando le sentono in una lingua che non avevano mai ascoltato prima. Stimoli conosciuti e sconosciuti vengono inoltre analizzati da differenti regioni corticali e i cani più anziani sono maggiormente abili a riconoscere la lingua che sentono di solito.

La loro capacità di apprendere parole e suoni, in realtà, era già stata dimostrata ampiamente dalla scienza e riguarda un semplice processo associativo. In pratica, i cani imparano osservando quello che accade in seguito a un particolare suono e osservano, inoltre, lo stato emotivo in cui questo suono viene emesso. Trascorrendo il tempo con noi, gradualmente fanno chiarezza su ciò che vogliamo dire quando pronunciamo determinate frasi o semplici parole.

Ma andiamo con ordine e vediamo, prima di tutto, come fanno a capire quello che diciamo e, in seguito, come è stato possibile dimostrare la loro capacità di riconoscere le lingue.

Come fanno i cani a capire quello che diciamo?

Innanzitutto non bisogna pensare all'abilità dei cani nel comprendere le parole degli umani come un aspetto legato al valore grammaticale delle frasi, ma piuttosto all'abbinamento dei suoni e dei segnali verbali con le espressioni del nostro volto, con i gesti delle mani, le posture che assumiamo e i contesti in cui utilizziamo determinate espressioni.

Trattandosi di un animale sociale che convive con noi umani da circa 30 mila anni, è naturale che nel lungo percorso di domesticazione abbia appreso, attraverso l'esperienza, la capacità di dare un significato all'insieme di questi elementi. Molto spesso, infatti, i nostri cani ci osservano e ci ascoltano più di quanto crediamo e, mentre passiamo il tempo insieme, loro imparano a capire quali posture assumiamo se siamo preoccupati, quale è il tono della nostra voce quando siamo allegri e anche come cambiamo se ci arrabbiamo. Tutto ciò lo osservano e lo imparano ad interpretare anche quando non ci stiamo interfacciando con loro, ma con altre persone o altri cani. Possiamo dire che sono quasi dei detective e, infatti, spesso ci danno l'impressione di essere capaci di leggerci nel pensiero. Ebbene, non è così, sono solo estremamente attenti.

Non dobbiamo stupirci, però, se di tanto in tanto, di fronte a una richiesta che siamo abituati a fargli, loro reagiscono in maniera diversa dal solito. Non vuol dire per forza che non ci hanno capiti, ma più probabilmente, il contesto in cui si trovano in quel preciso istante o le emozioni che stanno vivendo, li portano ad agire in maniera differente.

I cani capiscono le differenze tra le lingue?

I ricercatori dell'Università ungherese di Eötvös Loránd hanno sottoposto 18 cani ad un esperimento che ha richiesto l'ascolto alcuni brani tratti dal libro "Il piccolo principe" in spagnolo e in ungherese. Li hanno divisi in due gruppi sulla base della lingua che già conoscevano. Nessuno di loro, infatti, le conosceva entrambe. Durante l'ascolto i ricercatori hanno svolto una risonanza magnetica, grazie alla quale hanno dimostrato che le reazioni cerebrali allo stesso testo mandato nell'una e nell'altra lingua risultavano differenti e, inoltre, riguardavano due regioni corticali diverse, in base a quale era la lingua conosciuta.

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©Dipartimento di Etologia, Eötvös Loránd University – la risonanza magnetica durante l’ascolto dei testi nelle diverse lingue

Un elemento interessante riguardo questo aspetto è riportato in un ulteriore studio condotto questa volta dalla Facoltà di Psicologia dell'Università del Sussex, nel Regno Unito, il quale ha dimostrato che i cani, esattamente come gli umani, elaborano i contenuti fonetici comprensibili nell'emisfero sinistro del cervello, mentre i segnali sonori non compresi vengono processati nell'emisfero destro.

La capacità di riconoscere la lingua familiare da quella sconosciuta, inoltre, secondo quanto osservato, tende ad aumentare con l'età e i ricercatori ungheresi sostengono che i cani anziani abbiano maggiore abilità in questo senso. L'ipotesi è che la lunga esposizione a determinati suoni prodotti dagli umani con cui hanno a che fare, li porti a rilevare immediatamente ciò che conoscono rispetto a ciò che non conoscono.

Lo spagnolo e l'ungherese, infine, sono lingue appartenenti alla stessa categoria ritmica e questo studio ha permesso quindi di determinare che la percezione della diversità tra l'una e l'altra non dipende dal ritmo della parlata.

Sarà quindi interessante ripetere un'analisi simile, basandosi però su differenze tra lingue appartenenti a categorie ritmiche differenti e, soprattutto, verificando se c'è una reazione diversa nell'ascolto di due lingue entrambe sconosciute.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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