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20 Agosto 2021
14:16

Perché il cane piega la testa quando gli parliamo?

Le ragioni per cui il cane inclina la testa quando gli parliamo sono diverse, e le principali riguardano il tentativo di capire e interpretare il linguaggio e di "leggere" la comunicazione. Ci sono però alcune situazioni in cui l'inclinazione è sintomo di qualche problema riguardante l'udito e le orecchie.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
cane

Può capitare, quando parliamo con un cane o quando qualcun altro gli rivolge la parola, di vederlo piegare la testa di lato osservandoci con aria assorta, soprattutto quando sono domande come: "Usciamo per una passeggiata?" o "Vuoi la pappa?".

Spesso il movimento, cui gli umani tipicamente associano atteggiamenti come di confusione, perplessità o al contrario attenzione, strappa un sorriso divertito. Ci sono però ragioni precise alla base dell'inclinazione e nella stragrande maggioranza dei casi hanno a che vedere con la comunicazione e con il tentativo, da parte del cane, di interpretare ciò che sente.

Per sentire meglio

Il motivo principale e più frequente per cui il cane inclina la testa è la necessità di concentrarsi suoi suoni e sentire meglio, soprattutto quando l’interlocutore è distante più di un metro e la voce o il suono arriva dall'alto.

Inclinando la testa i cani orientano dunque i padiglioni auricolari verso la fonte del suono, localizzandolo e intercettandolo. Le frasi con tono interrogativo – soprattutto se pronunciate dagli umani di riferimento – sono quelle che più spesso provocano questa reazione, unite a suoni sconosciuti che non li preoccupano ma li incuriosiscono.

In caso di suoni o rumori improvvisi e che suscitano timori i cani tendono invece a tirare indietro le orecchie e non a inclinare la testa.

Per vedere meglio

L’udito non è l’unico senso collegato all’inclinazione della testa. Può capitare infatti che un cane inclini la testa per vederci meglio, come spiegato già nel 2013 da Stanley Coren, professore emerito di psicologia alla University of British Columbia.

Coren ha spiegato il perché accade invitando gli umani a mettere un pugno davanti al viso per provare a capire cosa significhi avere il muso: inclinare la testa da un lato consente al cane di vedere più chiaramente chi sta parlando, da dove arriva il suono e anche a leggere le espressioni facciali.

Quest’ultima parte della teoria è però quella che suscita maggiori perplessità, soprattutto perché nei casi di razze brachicefale come i Bulldog o i Carlini, caratterizzati dal muso schiacciato (che non ostacola dunque la visuale) il comportamento viene messo in atto con le stesse modalità.

«Questo movimento della testa ha anche a che fare con la lateralizzazione del cervello – spiega Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del Comitato scientifico di Kodami– ossia con l’attivazione alternata degli emisferi nel tentativo del cane di cercare di attribuire un significato a un suono che non comprende, o che ha in sé particolari frequenza. Pensiamo anche agli ultrasuoni, che noi non sentiamo ovviamente. È interessante notare che anche noi incliniamo la testa quando cerchiamo di capire qualcosa, quando qualcuno ci pone un problema, o quando stiamo rimuginando per cercare di ricordare una soluzione a un problema».

Quando preoccuparsi se il cane inclina la testa?

Se il cane inclina la testa, insomma, è molto probabile che stia cercando di “leggere” la comunicazione e di dare alle parole e ai suoni un significato.

Ci sono però casi in cui il gesto può preoccupare, perché sintomo di qualche problematica. Se per esempio capita di frequente, e non solo quando qualcuno sta parlando o lo sta guardando, e se con l’inclinazione si gratta le orecchie, è possibile che abbia qualche disturbo dell’apparato uditivo.

Una visita dal veterinario può dunque scongiurare casi di otiti, infezioni e infiammazioni, che possono diventare un problema perché mettono a rischio anche l’equilibrio e il coordinamento.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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