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7 Giugno 2022
14:10

Donna muore in Sardegna dopo il morso di una zecca: cosa fare (e non fare) in caso di puntura

In Sardegna una donna di 70 anni è morta qualche giorno dopo essere stata morsa da una zecca. Nel periodo estivo aumentano i casi, per questo è importante prevenire e sapere cosa fare in caso di puntura.

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Zecca

Non ce l’ha fatta la donna di 70 anni che il 2 giugno è stata ricoverata in ospedale a Lanusei, in Sardegna, dopo essere stata morsa da una zecca. A ucciderla una grave infezione, la rickettsiosi, una delle molte patologie che le zecche possono trasmettere con il loro morso.

I sintomi sono comparsi soltanto qualche giorno dopo la puntura. La donna, originaria di Ulassai, si era accorta di essere stata morsa e aveva rimosso l’insetto senza particolari conseguenze, ma con il trascorrere dei giorni aveva iniziato a sentirsi male. Quando è arrivata in ospedale era in preda a una febbre altissima, mal di testa, dolori muscolari e alle articolazioni. I medici hanno subito iniziato a somministrare una terapia, ma la donna non ha risposto alle cure ed è deceduta in ospedale.

Perché le zecche sono pericolose

Il morso della zecca, come spiegato dalla veterinaria Eva Fonti, membro del comitato scientifico di Kodami, è molto pericoloso: «Le zecche sono artropodi del sott'ordine degli ixodidi, della stessa classe degli aracnidi, e parenti prossimi di ragni e acari – ha confermato – Questi parassiti hanno una dimensione variabile (da qualche millimetro a circa un centimetro) che cambia dalla specie e dal loro stadio di sviluppo e la loro bocca, il rostro, può penetrare nella cute e succhiare il sangue, che è poi il loro nutrimento. Proprio quando si nutrono sono pericolose».

«Dopo il pasto di sangue avviene infatti una sorta di rigurgito attraverso la pelle dell’ospite – spiega ancora Fonti – Se la zecca è infetta, e non tutte lo sono, rigurgita anche parte di quei virus, protozoi o altro che provocano malattie. Questa cosa succede nell’uomo e negli animali. Esistono tantissime specie di zecche che popolano uccelli, rettili e tutti i tipi di mammiferi. Alcune malattie hanno, pur raramente, esito mortale».

Le zecche fungono da vettori di numerose patologie, tra cui la malattia di Lyme e l’encefalite da zecca o Tbe (trasmesse principalmente dalla zecca dei boschi), la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca del cane), la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche e l’ehrlichiosi: «Nelle nostre zone non è molto diffusa, in America lo è molto di più – sottolinea Fonti – Anche nel mondo animale trasmettono tante patologie. Se mordono per esempio un cane o un gatto, bisogna fare molta attenzione non solo a eliminarle, ma anche dopo. Bisogna effettuare test sierologici per capire se è stato tramesso qualche batterio durante il rigurgito».

Dove vivono le zecche

L’habitat preferito delle zecche sono luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido, mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio.

Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. L’Iss spiega che le zecche non saltano e non volano sugli ospiti dei quali si nutrono, ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale al quale aggrapparsi, uomo incluso. Grazie all’anidride carbonica emessa e al calore del corpo, questi parassiti possono avvertire la presenza di un possibile ospite e vi si insediano conficcando il rostro nella pelle e cominciando a succhiarne il sangue. La puntura è generalmente indolore, perché le zecche inoculano nell’ospite una certa quantità di saliva che contiene principi anestetici, e dunque non sempre ci si accorge di essere stati morsi né di avere una zecca nella pelle.

Zecche, i consigli per la prevenzione

Per prevenire il morso della zecca si possono adottare una serie di accorgimenti soprattutto durante le escursioni nella natura, o se si frequentano luoghi in cui è altamente probabile, soprattutto in estate e in primavera, che vi siano zecche. È consigliato indossare abiti chiari, che rendono più facile l’individuazione delle zecche, coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello.

Durante la camminata è meglio evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta e, al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della pelle e degli indumenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi.

Anche gli animali domestici, i cani in particolare vanno attentamente monitorati, ed è importante trattarli con appositi prodotti soprattutto in caso di una escursione. Anche per loro, infatti, le zecche possono rivelarsi molto pericolose, per i motivi già spiegati in precedenza.

Cosa fare se si è stati morsi da una zecca

Se invece si ha avuto lo sfortuna di essere morsi, è necessario rimuoverla seguendo però un iter specifico. Mai toccarla a mani nude, a mai utilizzare alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette, per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite.

La zecca, spiega ancora l’Iss, deve invece essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. In commercio esistono specifici estrattori che permettono di rimuoverla zecca con un movimento rotatorio.

Durante la rimozione bisogna inoltre prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito, e poi disinfettare la zona, evitando l’utilizzo di disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio. Spesso il rostro rimane all’interno della cute, ed è necessario controllare accuratamente per accertarsene. In caso positivo deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate.

È consigliabile conservare la zecca in una boccetta con alcol al 70% per una successiva identificazione morfologica ed eventuale isolamento di patogeni, in caso di comparsa di sintomi, per poter ricevere cure mirate e medicine specifiche. Se si nota un alone rossastro che tende ad allargarsi intorno alla ferita, oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, è fondamentale contattare immediatamente il proprio medico.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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