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25 Gennaio 2024
12:23

Cras di Treviso, un lavoro costante di soccorso e cura: 2184 animali recuperati nel 2023

Un bilancio notevole quello del 2023 del Cras di Treviso che si occupa di recuperare gli animali feriti e in situazioni di difficoltà su tutto il territorio provinciale, in modo da dare loro le cure necessarie per reimmetterli in natura in tutta sicurezza. Gli interventi sono stati numerosi, tra i più soccorsi i ricci.

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Il riccio è stato il più soccorso ma tra le 93 specie assistite ci sono stati anche lupi, ghiri, tassi, lepri, civette, merli e scoiattoli per un totale di 2.184 interventi, di cui 2092  gestiti direttamente all'interno del Centro con cure e medicazioni specifiche. Un bilancio notevole quello del 2023 del Cras di Treviso che si occupa di recuperare gli animali feriti e in situazioni di difficoltà su tutto il territorio provinciale, in modo da dare loro le cure necessarie per reimmetterli in natura in tutta sicurezza.

Il lavoro dei cras è continuo, 7 giorni su 7 e h24: ogni volta, infatti, che arriva una segnalazione, gli agenti di polizia provinciale e le Guardie per l’Ambiente del CRAS si recano sul luogo indicato dal cittadino, analizzano e valutano il caso ed effettuano il recupero.

Tra le 93 specie assistite l’anno scorso, 8 sono state le più frequenti: al primo posto il riccio, con 517 esemplari recuperati, al secondo il merlo con 332, al terzo la tortora dal collare con 179, al quarto il colombaccio con 124, al quinto il rondone comune con 114, al sesto la civetta con 91, al settimo il germano reale con 80 e, infine, all’ottavo, la lepre europea con 77 individui soccorsi. Guardando, invece, ai principali motivi che hanno reso necessario l'intervento, la causa più frequente è stata la giovane età: per la maggior parte dei casi è stata verificata l’effettiva assenza delle cure genitoriali, oppure le condizioni di vulnerabilità durante i primi giorni fuori dal nido. Nel secondo caso, l’intervento si è quasi sempre concluso con il riposizionamento nella zona più sicura vicino al ritrovamento.

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La seconda causa più frequente nei casi di segnalazione, ha riguardato uno stato di debilitazione dell’animale provocata da diverse patologie di tipo parassitario, virale o batterico: rientrano in questo caso 485 recuperi. Ma tra le motivazioni ci sono anche la presenza di traumi come fratture e lesioni di vario genere, così come la predazione da parte di cani, gatti e corvidi e, ovviamente gli investimenti stradali. Qualche caso ha riguardato anche la presenza di larve della mosca carnaria le quali causano forte fastidio e prurito all'animale e che se non vengono rimosse, portano alla necrosi dei tessuti, fino ad arrivare alla morte dell'animale per setticemia.

I CRAS svolgono un lavoro fondamentale e non esistono periodi di riposo per gli operatori: dall'autunno, stagione di caccia, alla primavera quando a preoccupare sono gli sbalzi di temperatura per gli animali che escono dal letargo, gli interventi sono continui. Sono gestiti da Regioni e Province alle quali la Legge 11.02.1992, n. 157 «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio», ha delegato la regolamentazione. Un'azione che, però, ha portato l'attuale quadro nazionale a essere estremamente eterogeneo e a rendere questa importante attività molto più complicata per chi deve gestirla.

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Simona Sirianni
Giornalista
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