8 Novembre 2021
16:29

Primi casi di Covid-19 in due iene allo zoo di Denver

Due iene maculate allo zoo di Denver sono risultate positive ai test per il SARS-CoV-2. Si tratta dei primi casi in assoluto per questa specie, che allungano quindi la lista degli animali potenzialmente esposti al contagio da COVID-19. Le due iene stanno bene e hanno solo sintomi lievi, mentre gli altri animali postivi come tigri e leoni sono guariti o stanno guarendo.

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Il Coronavirus responsabile della pandemia da COVID-19 sta continuando a saltare da una specie all'altra in giro per il mondo. Due iene maculate ospiti allo zoo di Denver, in Colorado, sono infatti risultate positive ai test per il SARS-CoV-2 e si tratta dei primi casi in assoluto mai riportati per questa specie. Ad annunciarlo è stato il National Veterinary Services Laboratories (NVSL), che stava eseguendo numerosi test in seguito alla positività già rilevata per diversi felini del giardino zoologico. Oltre alle due iene, infatti, ben undici leoni e due tigri sono risultati ugualmente positivi. Dopo i già citati felini, i furetti, i cervidi e diverse altre specie di primati, si allunga quindi la lista degli animali colpiti dal Coronavirus per colpa dell'uomo.

Lo staff dello zoo ha comunque rassicurato che le due iene, Ngozi di 22 anni e Kibo di 23 anni, stanno bene e mostrano sintomi molto lievi, tra cui leggero abbattimento, raffreddore e una tosse non troppo grave. Alcuni degli altri animali invece sono già completamente guariti, mentre altri sono sulla via per la completa guarigione. Con tutta probabilità il virus è stato portato all'interno dello zoo da visitatori e custodi, com'era già avvenuto a inizio anno in Svezia oppure lo scorso settembre ad Atlanta, dove un custode aveva contagiato ben 13 gorilla ospiti dello zoo.

Lo zoo fa sapere che in virtù dei tanti casi positivi e della capacità del virus di passare facilmente da una specie all'altra, lo staff continuerà a mantenere il più alto livello di attenzione, seguendo rigorosi protocolli precauzionali quando entrerà in contatto con gli oltre 3000 animali e le 450 specie diverse ospitate nella struttura.

Secondo invece il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti che controlla i NVSL, è fondamentale che si eviti il più possibile il contatto tra umani e animali, perché stiamo ancora imparando a conoscere il SARS-CoV-2 e la sua capacità di diffusione nelle altre specie. In ogni caso sulla base delle informazioni disponibili, il rischio che gli altri animali diffondano il virus agli esseri umani è considerato decisamente basso.

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Questo ennesimo salto di specie ci spinge ancora una volta a rivalutare attentamente il rapporto che abbiamo con la natura e con gli altri animali, compresi quelli in cattività. Come ha sottolineato anche David Quammen a Kodami: «Noi umani dobbiamo ricordarci, abbiamo bisogno di farlo, che siamo parte di un tutto. Siamo solo una specie tra tante e non siamo superiori a nessuno». Il mondo e la società stanno cambiando per sempre a causa della COVID-19, e forse è arrivato il momento di riflettere seriamente sul rapporto che abbiamo con gli altri animali, compresi quelli in cattività e negli allevamenti.

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