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20 Febbraio 2023
9:00

Cosa significa quando i cani ci leccano?

Perché alcuni cani ci leccano? Non esiste una spiegazione universale, il leccamento potrebbe avere molti significati: dimostrare affetto, chiedere attenzioni, ma anche lenire lo stress. Proviamo a vedere quali sono le sue funzioni più probabili e comuni.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Non tutti i cani lo fanno, ma alcuni hanno la tendenza ad esprimere un comportamento che per alcune persone è molto fastidioso, per altre rappresenta invece qualcosa di gradito: parliamo del leccare. Ma perché i cani lo fanno, perché alcuni cani ci leccano?

Come per tutte le cose non esiste una spiegazione universale per un comportamento e insieme vedremo perché. Il fatto che un cane lecchi qualcuno di per sé potrebbe avere molti significati, dipende da diversi fattori, per esempio: che rapporto c’è tra la persona e il cane? Dove il cane lo lecca, sulla faccia, sulle mani, sulle gambe? E in quale frangente lo fa, mentre sono accoccolati insieme sul divano, mentre la persona esce dalla doccia, quando la persona rientra a casa dopo il lavoro? Sono solo alcune delle cose da considerare per provare a comprendere un comportamento tutto sommato abbastanza noto e comune. Proviamo a vedere a cosa può servire questo comportamento dal punto di vista di un cane, quali siano le sue funzioni più probabili e comuni.

Per raccogliere informazioni

Innanzi tutto i cani utilizzano la lingua anche per raccogliere sostanze, per analizzare qualcosa da un punto di vista chimico, possiamo dire per "assaggiare" e registrare delle informazioni. Lo fanno con le secrezioni degli altri cani, per esempio con l'urina, con le marcature odorose in generale dei conspecifici, leccano anche le zone perianali e gli organi sessuali di altri cani per raccogliere informazioni chimiche su di loro.  Quali possano essere queste informazioni e come i cani le utilizzino davvero possiamo solo immaginarlo, sta di fatto che è un comportamento assai comune in questa specie animale, e non solo in questa, ovviamente. Per comprendere possiamo considerare il naso, la bocca e la lingua del cane come laboratori d’analisi biochimica.

Per prendersi cura di se stessi e degli altri

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Ma non si tratta solo di questo, il cane lecca anche per pulire sé stesso o un compagno, per pulire con la lingua il mantello di un cucciolo, per esempio, ma lecca anche quando c'è una ferita o una lesione. In pratica questo comportamento ha a che fare con il prendersi cura di sé stessi o di un compagno, o un figlio. Insomma qualcuno verso il quale c'è un legame affettivo. Per esempio le madri leccano i cuccioli per mantenere pulito il loro mantello ma lo fanno anche con lo scopo di massaggiare, inumidire e scaldare i piccoli. Quando si tratta di cuccioli molto piccoli, ancor prima che abbiano aperto gli occhi, quindi prima dei primi 15 giorni di vita, in genere, lo fanno anche per stimolare la loro vescica che a quell'età non è in grado di liberarsi autonomamente, necessita della stimolazione esterna. Senza questo tipo di cure i piccoli morirebbero in quanto il loro sistema nervoso è ancora molto immaturo alla nascita e quel tipo di contatto lo aiuta nello sviluppo equilibrato.

Per fare una richiesta esplicita

Il leccare fa parte anche dei comportamenti di richiesta, per esempio i cuccioli leccano il muso della madre, soprattutto le sue labbra, per stimolare in lei il rigurgito di cibo, soprattutto nel periodo dello svezzamento. E questo significato del leccare rimane poi anche nell'età adulta, viene generalizzato a più tipi di richiesta, non solo a quella alimentare, alle volte infatti un cane adulto potrebbe utilizzare questo comportamento per avere attenzione, per esempio.

Una richiesta però non è solo questo, alle volte i cani possono leccare per ottenere spazio, per interrompere qualcosa, oppure per calmare una situazione di tensione tra individui.

Un modo gentile per dire “Basta, grazie!”

In molti casi il leccare di un cane è frutto di uno stato emotivo negativo, quindi all’inverso del comportamento di cura di cui abbiamo accennato poco sopra. Per esempio capita che un cane venga preso in braccio, generalmente se di piccola taglia, o se cucciolo, e sentendosi a disagio vorrebbe interrompere questa cosa, ma in modo gentile, senza dover arrivare al ringhio per intenderci, e impara che se lecca il volto di una persona, quello che succede è che questa lo posa a terra, finalmente, o smette di abbracciarlo, trattenerlo, cosa che infastidisce la maggior parte dei cani. Quindi utilizzano un comportamento che avrebbe altri fini per ottenere spazio, distanza, per allontanare qualcosa di fastidioso. Spesso questo è molto efficace perché alla maggior parte delle persone da fastidio essere leccati in faccia, se non in bocca direttamente. Lo stesso può valere quando i cani ci leccano le mani, infatti in taluni casi il contatto non è proprio delicato da parte delle persone, e i cani scelgono di leccare invece che mordere perché vedono che funziona, anche se magari ci si ostina a ripetere il comportamento irritante nei loro confronti. Insomma i cani mostrano spesso una buona resilienza nei nostri confronti per compensare i nostri fraintendimenti.

Per lenire lo stress

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Ora, se il leccare è un comportamento normale, alle volte assume tratti di ossessività. È possibile rendersi conto abbastanza facilmente della differenza tra un comportamento “normale” e uno invece “ossessivo”, soprattutto se conosciamo bene quel soggetto. Ma in che occasioni può diventare a-normale questo tipo di comportamento?

Cominciamo col dire che questo comportamento può anche essere un tentativo di lenire lo stress, per esempio in canile ci sono cani che non ce la fanno più a vivere chiusi in una gabbia, privati di una relazione affettiva stabile e costante, e cominciano a leccare, per esempio una parete del box, le sbarre, la pedana sulla quale dormono, oppure sé stessi (una zampa, il fianco) in modo compulsivo tentando di “uscire” da uno stato di deprivazione che non è più sostenibile. È una sorta di comportamento di sostituzione, o strategia di coping, che però, in taluni casi non può che generare un loop ossessivo fino all’autolesionismo, anche molto grave. Questo stato di stress può anche essere però generato da una relazione con la propria famiglia complicata e non equilibrata, perciò questo comportamento potrebbe anche essere rivolto a una persona, ma anche ad un altro cane.

In realtà, anche quando si tratta di un comportamento di cura potrebbe assumere dei profili patologici, o essere comunque indice di un profondo disagio, per esempio quando un cane ha un fortissimo istinto materno ma non ha cuccioli da accudire e il leccamento esprime, per quel cane, l’espressione di cura verso qualcuno che non c’è, che gli manca, magari perché gli è stato sottratto, e quindi comincia ad esprimere questo comportamento verso qualcosa o qualcuno, un po’ come la “coperta di Linus” se vogliamo. In pratica il cane protegge e lecca un oggetto che si tiene nella cuccia, proprio come fosse un cucciolo. Il suo cucciolo.

Un comportamento che può salvare la vita

Una curiosità, che ha a che fare più con l’incredibile olfatto dei cani più che il leccare, anche se vedremo esserci in questa storia un nesso. Il primo cane che ci diede l’idea che i cani siano in grado di fiutare le cellule tumorali fu Trudi, una dalmata, che si ostinava ad annusare e leccare un piccolo neo sulla gamba della pet mate, era il 1989. Lo faceva in modo quasi ossessivo a detta della signora Gill Lacey, a tal punto che si decise ad andare a farlo controllare da un medico, scoprendo così che si trattava di un tumore maligno. Fu operata e il neo asportato, e Trudi smise sia di annusare che di leccare la gamba della donna.

Dunque, il comportamento di leccamento, come abbiamo visto può avere molteplici significati, è un comportamento etologicamente corretto e può essere espresso in differenti contesti. Ha sicuramente anche un significato affettivo, nel giusto contesto può essere paragonato al bacio, ma attenzione a non fraintendere, potremmo anche confondere una manifestazione di affetto e amore con uno di profondo disagio. E noi siamo piuttosto bravi in questo, ossia nell’attribuire i significati che vorremmo a comportamenti che magari dicono tutt’altro.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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