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21 Giugno 2023
9:00

Cosa fare se un gatto anziano non mangia

Sono tante le motivazioni per cui un gatto anziano smette di mangiare. Vediamo come capirne la causa, quali sono i campanelli di allarme e cosa fare per aiutarlo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Sono tante le motivazioni per cui un gatto anziano smette di mangiare. Fra le condizioni che maggiormente ci preoccupano (a ragione) è quando notiamo il nostro gatto anziano che mangia meno o, peggio, smette totalmente di mangiare. Nel caso del gatto poi, questo sintomo dovrebbe sempre essere considerato ancora più grave, persino del cane. Il gatto infatti non è un animale fatto per digiunare, tanto che già pochi giorni di digiuno possono essere deleteri, innescando dismetabolismi importanti come la steatosi epatica. Dobbiamo ricordarci infatti che il gatto è una preda, oltre ad essere un predatore. Come tanti animali preda, il nostro gatto potrebbe quindi cercare il più possibile di mascherare i sintomi di malessere per diverso tempo, senza che ce ne accorgiamo, per poi portarla alla nostra attenzione semplicemente smettendo di mangiare.

Se poi il gatto, oltre a non mangiare, smette anche di bere, dovrebbe allarmarci anche di più. L’assunzione di acqua è infatti fondamentale e, soprattutto se il gatto non assume acqua con il cibo (per esempio mangiando un alimento umido o cucinato), vi è molto probabilmente una patologia da indagare.

Al tempo stesso, anche un gatto anziano che non mangia, ma beve molto, ci dovrebbe insospettire, in quanto spesso questo è sintomo di malattia renale cronica, tipica di questa specie in età anziana.

Riassumendo quindi, in questo articolo andremo ad approfondire le varie cause che possono causare questa mancanza di appetito nel gatto anziano, ma è fondamentale che non lasciate correre il sintomo. Se il vostro gatto anziano non mangia, recatevi quanto prima del vostro medico veterinario di fiducia.

Come capire qual è la causa?

Per capire realmente quale è la causa dell'inappetenza del gatto, servirà come abbiamo detto l’aiuto del medico veterinario. Cerchiamo però di capire se ci sono alcuni punti che magari state sbagliando o che comunque potete provare a cambiare per migliorare la situazione.

Prima di tutto, il gatto soprattutto anziano deve essere messo in condizione di mangiare in un ambiente idoneo. Ad esempio, molti gatti mangiano per tutta la vita in zone rialzate (un'ottima idea in generale), ma quando cominciano ad essere anziani non riescono, per doloretti legati a infiammazione delle articolazioni, a raggiungere serenamente la ciotola e per questo desistono. Una prima azione quindi potrebbe essere quella di abbassare la ciotola del vostro gatto in un punto dove siete certi che possa arrivare agilmente.

Un'altra accortezza è avere cura di non collocare la ciotola troppo vicina ad una parete. Al gatto infatti in generale, piace mangiare controllando la stanza dove si trova (ricordate quello che abbiamo detto sopra della preda). Per questo alcuni gatti anziani smettono di mangiare, avendo magari un peggioramento delle paure legato a perdita parziale di vista e/o udito che li rende più sospettosi.

Altre regole base da verificare sono la pulizia e la forma della ciotole. Se non lavate le ciotole tutti i giorni, sappiate che questa potrebbe essere una ragione per cui il vostro gatto rifiuta il cibo. Anche la forma fa la differenza: i gatti amano ciotole ampie, anzi, meglio piattini, dove le vibrisse non tocchino i bordi. Se vi sembra assurdo dato che il vostro gatto ha sempre mangiato in queste condizioni, ricordate che diventando anziani si ha la tendenza ad “irrigidirsi” su alcune posizioni e questo vale anche per il gatto.

Infine, ultima prova da fare, cambiare alimento. Anche se il vostro gatto in generale ha apprezzato determinati tipi di alimenti, con il tempo e l’età potrebbe aver cambiato idea. Provate quindi a proporre cibo umido se prima mangiava secco, o viceversa, magari provando anche a cambiare diversi gusti nel corso dei giorni. Se facendo in questo modo il vostro gatto anziano mangiucchia un po’ di più per qualche giorno, salvo poi ricominciare a rifiutare il cibo, recatevi dal vostro medico veterinario perché è necessario chiarirsi le idee.

Quali sono i campanelli di allarme?

Fra i campanelli di allarme che dovrebbero allarmarci, la perdita del peso corporeo è il più importante, ma spesso è anche il più difficile da notare. Mi è capitato diverse volte in passato, infatti, con pazienti gatti anziani, anche se avevano famiglie molto attente, che non si fossero rese conto della perdita anche significativa di peso. Questo spesso è dovuto al fatto che i nostri gatti che vivono in casa sono spesso cicciottelli, per cui la perdita di peso viene inizialmente percepita come “positiva” (“come è in forma!”), mentre in realtà dovrebbe preoccuparci.

Altri punti da notare sono il pelo, che spesso quando i nostri gatti stanno male e digiunano tende a diventare brutto, secco o al contrario troppo grasso, con la tendenza a separarsi in ciocche. Un altro sintomo potrebbe essere richiamare le vostre attenzioni, tramite miagoli strani o comunque molto più frequenti di quelli a cui siete abituati. Potreste anche notare altri sintomi di malessere generale come il vomito o il rigurgito, mentre difficilmente nel gatto vediamo diarrea, essendo più comune la stipsi.

Ci sono dei test specifici che possono essere d’aiuto?  

Certo, assolutamente sì, ci sono diversi test che il vostro medico veterinario farà che aiuteranno a chiarire la situazione. Prima di tutto la visita clinica, che aiuta a individuare se ci sono punti del corpo dove è presente dolore, tramite una palpazione accurata. Una volta terminata la visita clinica quindi, a seconda di quanto emerso, vi verranno proposti probabilmente degli esami ematici. Dato che una delle cause più frequenti di patologia nel gatto anziano, che fra l’altro dà in modo molto evidente inappetenza, è la malattia renale cronica, sicuramente andrete a eseguire test specifici per i reni. Anche altre patologie possono dare inappetenza però, fra cui ad esempio: malattia intestinale cronica, linfoma, epatopatie (patologie del fegato), triadite (ovvero una infiammazione grave di intestino, fegato e pancreas) o varie malattie infettive.

Se dopo aver controllato i valori del sangue non fosse ancora emersa una causa, a quel punto gli studi possono proseguire, incentrandosi ad esempio sul cuore o sulla tiroide del gatto, altri organi che si ammalano frequentemente nel gatto anziano. Poco alla volta, si cercherà quindi di chiarire il quadro. Abbiate pazienza e fiducia, i nodi verranno sciolti.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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