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17 Luglio 2023
9:00

Come riconoscere i disturbi alimentari del gatto?

Anche il gatto può soffrire di disturbi del comportamento alimentare, come un atteggiamento iper restrittivo verso il cibo, anoressia, bulimia, pica e polidipsia. Vediamo come riconoscerli e cosa fare in questi casi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
gatto

Chiunque conviva con un gatto sa che possono avere un rapporto "particolare" con il cibo. Mentre alcuni comportamenti possono essere considerati normali per la specie, vi sono alcuni segnali che dovrebbero sempre attirare la nostra attenzione e farci sospettare un disturbo del comportamento alimentare del nostro gatto.

Cerchiamo quindi di capire cosa può essere considerato normale, e quindi richiede un adattamento da parte nostra nel “compiacere” il nostro gatto, e cosa invece può nascondere una patologia organica o psichica.

Disturbo di evitamento/restrittivo dell’alimentazione del gatto

Per parlare di questo disturbo, ho deciso di utilizzare la stessa denominazione che si utilizza in psicologia umana, ovvero disturbo di evitamento o restrittivo dell’alimentazione. Questo perché, a mio parere, il comportamento umano e quello del gatto sono molto simili.

Partiamo dall’inizio: tutti noi sappiamo che i gatti hanno dei comportamentali alimentari particolari nella scelta del cibo. Possiamo definire infatti il nostro gatto neofobico se, come la maggior parte dei gatti, tende a rifiutare alimenti nuovi, mai sperimentati prima. Altri, al contrario, possono essere definiti neofili, perché amano il cibo nuovo, ma sono pochissimi. Altri ancora hanno un comportamento definito antiapostatico, ovvero hanno piacere a variare l’alimentazione e tendono a rifiutare un cibo se viene proposto troppo spesso. Tutti questi comportamenti in generale rientrano nella normalità.

Vi sono però gatti che hanno una mania di controllo davvero eccessiva verso i cibi permessi, arrivando a mangiare spesso solo un tipo di alimento, di una determinata marca, ad un determinato gusto o sapore e rifiutando tutto il resto. Sono capaci di rifiutare del tutto il cibo e andare incontro anche a giorni di digiuno (gravissimo per un gatto, non glielo permettete!) se non gli viene offerto il loro cibo ideale.

Questo tipo di comportamento, che non è una vera e propria anoressia o disoressia, in quanto se hanno il loro cibo preferito in effetti mangiano, non è da considerare normale. Spesso, infatti, questi gatti sono soggetti ansiosi, con patologie comportamentali. Un’altra motivazione, strettamente connessa all’ansia, potrebbe essere un’infiammazione intestinale cronica, che potrebbe esserne causa o effetto.

Se il gatto, quindi, mangia letteralmente solo uno o due tipi di cibi e magari presenta altri atteggiamenti patologici (spesso pica spesso, ovvero mangiano tessuti) non esitate a recarvi da un Medico Veterinario. Assolutamente controindicato, come vi dicevo sopra, cercare di forzarlo lasciandolo a digiuno se non mangia quello che volete voi. Le conseguenze metaboliche di un digiuno prolungato per un gatto possono essere molto gravi.

Anoressia o disoressia

Disturbi ben diversi dall'iper-selettività sono l’anoressia, ovvero la mancata assunzione di alimento, e la disoressia, ovvero un’alterazione nella normale assunzione, come frequenza dei pasti o quantità. In questo caso, il gatto non mangia per ragioni diverse dal non volere/non accettare quell’alimento.

Se l’anoressia è acuta, ovvero è presente da meno di 7 giorni, molto probabilmente la causa potrebbe essere una patologia organica infettiva (la febbre causa anoressia) o stress. Attenzione però perché il gatto, essendo preda oltre che predatore, maschera molto bene i sintomi cronici di patologia e potrebbe esserci ben altro dietro.

Fra le motivazioni relazionali o ambientali, uno dei motivi per cui il gatto potrebbe rifiutarsi di mangiare o mangiare meno rispetto a quello che dovrebbe è come e dove sono posizionate le sue ciotole. Al gatto, essendo una preda oltre che predatore, piace mangiare in luoghi alti, con la ciotola posizionata abbastanza distante dalla parete in modo da poter mangiare controllando l’ambiente circostante. Vi sconsiglio inoltre di posizionare le ciotole vicino alla cassetta con la loro sabbietta o nel vostro bagno: a chi piacerebbe mangiare accanto al gabinetto?

Le patologie croniche che portano a interruzione o alterazione dell’alimentazione nel gatto sono soprattutto l’insufficienza renale cronica, l’infiammazione intestinale cronica o patologie infiammatorie della bocca o del cavo orale. Anche la costipazione, molto frequente nel gatto, può portare a rifiuto del cibo. Se notate quindi che il vostro gatto salta uno o più pasti, non esitate a portarlo dal vostro Veterinario.

Bulimia o polifagia

Mentre in medicina umana si parla di bulimia, negli animali si preferisce definirla polifagia. In generale, il gatto è un animale capace di bilanciare la quantità di cibo assunta in modo molto migliore rispetto al cane (e forse anche rispetto a noi). Ci sono però alcuni gatti che più o meno improvvisamente iniziano a mangiare in un modo eccessivo e in questo caso bisogna capire perché.

Fra le patologie organiche che possono dare polifagia abbiamo prime fra tutte l’ipertirodismo e il diabete mellito. In entrambi i casi, i gatti, più o meno improvvisamente, presentano una fame davvero eccessiva. In caso di diabete, potreste notare anche un aumento importante della quantità di urine, mentre in entrambi i casi tanta è la fame che potrebbe risultare aggressivo nei vostri confronti se cercate di frenarlo. Ovviamente, per sapere se si tratta di una di queste due patologie, dovete andare dal vostro Medico Veterinario.

Se il vostro gatto invece ha un'ossessione cronica per il cibo e magari è sovrappeso, potrebbe esserci alla base un disturbo nella vostra relazione. Vi sta davvero chiedendo cibo, o vuole solo più attenzioni e si annoia? Altra possibilità è che stiate dando un cibo molto ricco di carboidrati e povero di proteine. È dimostrato, infatti, che il gatto regola la sua assunzione di cibo in base alla presenza dei nutrienti. Se quindi percepisce di aver mangiato poche proteine, potrebbe continuare a cercare cibo anche se sazio dal punto di vista calorico.

Pica

La pica è un comportamento alimentare alterato per cui il gatto ingerisce materiale non alimentare, come ad esempio fibre o tessuti di cotone (i preferiti dai gatti nella mia esperienza), plastica, carta, cartone o altro.

In generale, la pica non è mai normale. L’unica ragione per cui potremmo valutare un “errore” è se in realtà il gatto è affetto da polifagia, ovvero aumento dell’appetito, e il materiale che ha mangiato era “sporco” di cibo. Ad esempio, se il gatto mangia un pezzo del cartone della pizza. Anche in questo caso, però, c'è qualcosa che non va.

Se invece il gatto mangia tessuti, plastica o carta pulite, non sporche di alimento, dovete seriamente considerare la possibilità che abbia una infiammazione cronica intestinale, accompagnata o meno da ansia. Nel gatto, infatti, queste due patologie sono interconnesse a doppio filo, tramite l’Asse Intestino Cervello e spesso quindi l’azione deve essere un lavoro di equipe fra Medico Veterinario generalista, che faccia tutti gli approfondimenti necessari, esperto in comportamento e esperto in nutrizione per risolvere il nodo della faccenda.

Polidipsia

Infine, dovremmo considerare un’alterazione del comportamento alimentare anche la polidpsia, ovvero l’aumento dell’assunzione di acqua. L’acqua infatti è il primo dei nutrienti, come ben sappiamo.

La polidpsia nel gatto riconosce quasi sempre una causa organica. La più comune ovviamente è l’insufficienza renale cronica, ma anche ipertirodismo e diabete mellito sono due malattie molto frequenti che possono dare questo sintomo. Nel caso in cui notaste che il vostro gatto beve di più quindi, portatelo immediatamente dal vostro Medico Veterinario per accertamenti.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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