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11 Febbraio 2023
15:00

Come dire a un gatto che gli vuoi bene

I gatti hanno un modo tutto loro per comunicarci affetto, ad esempio facendo "la pasta" o le fusa. Ma come possiamo noi fargli capire che gli vogliamo bene?

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Anche i gatti, così come i cani, hanno i loro modi di comunicare affetto alle persone con cui condividono la vita. Alcuni comportamenti in questo senso sono ormai universalmente riconosciuti come tali, come per esempio fare le fusa o fare “la pasta”, che è anche una dimostrazione di uno stato di confort e sicurezza, altri sono invece meno riconoscibili a tutti: dare piccole testatine, per esempio, o ancora sbattere lentamente le palpebre.

Nel primo caso si tratta di “rubbing”, letteralmente “strofinamento”, ed è un comportamento che oltre a riflettere affetto e attaccamento ha anche lo scopo di creare un odore condiviso, familiare, tra loro e l’essere umano di riferimento, una sorta di “firma odorosa” che i gatti lasciano su di noi per attestare che facciamo parte del loro “nucleo”. Nel caso dello sbattere degli occhi, invece, si parla di “slow blinking”, che avviene quando il gatto, guardandoci, chiude o socchiude le palpebre con aria rilassata. Secondo alcuni studi, è un segnale e chiaro indizio emotività positiva, così come la condivisione del letto o in generale del momento del sonno.

Ai comportamenti che i felini mettono in atto per dimostrare affetto agli umani devono però corrispondere quelli che gli umani hanno nei loro confronti per manifestare lo stesso attaccamento. E che sono chiaramente differenti da quelli che si utilizzano per comunicare affetto ad altri esseri umani, perché la comunicazione è differente: baci e abbracci, per esempio, non sono il modo migliore per dimostrare a un gatto che gli si vuole bene, e certamente non quello universale. Ci sono però altri comportamenti che si possono mettere in pratica per rafforzare nei gatti la percezione dell’affetto che nutriamo per loro. Come dire allora a un gatto “ti voglio bene” nel modo giusto?

Rispettarlo

La prima cosa da dire, perché si tratta della più grande dimostrazione d’amore nei confronti di questi animali tanto affascinanti quanto ancora misteriosi nonostante secoli di convivenza con l’essere umano, è rispettarli. Nella loro essenza e nelle loro scelte, anche quelle che agli umani possono non piacere. Non pretendendo che siano come li vogliamo noi, e interrogandoci costantemente su come fare per farli stare bene. Il modo in cui ci approcciamo alla relazione – rispettoso ed empatico in primis – è il modo migliore per trasmettere loro affetto, lasciando loro modo di esprimere bisogni e necessità.

Giocare con lui

Il momento del gioco è molto importante per rafforzare il legame e costruire una relazione con il gatto. Le sessioni di gioco, per il gatto, sono necessarie per esprimere le sue naturali inclinazioni predatorie ed esplorative, soprattutto per quello che vive in casa, e l’interazione con l’umano di riferimento è un elemento importante per il reciproco arricchimento e per comunicare affetto.

Creargli un ambiente stimolante

Il gatto ha bisogno di un ambiente in cui si sente a suo agio e libero di esprimersi per sentirsi sicuro. Un gatto felice e sereno è un gatto che vive in uno spazio adatto a soddisfare tutti i suoi principali bisogni etologici, e investire nell’arricchimento ambientale, ovvero nel dotare la casa di elementi che stimolano il gatto o, di contro, gli forniscono un rifugio per dormire e riposare, è una grande manifestazione di affetto.

Parlare la sua stessa lingua

Così come il gatto usa strofinare la testa contro di noi per trasmetterci il suo odore, così possiamo fare anche noi: strofinare delicatamente il viso contro il suo muso o la sua testa – ricordando sempre di non imporgli il contatto, se non desiderato –  è un modo per lasciare a nostra volta il nostro odore su di lui e cementare l’affiliazione.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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