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9 Maggio 2024
18:12

Come comportarsi con un cane preso al canile

Lasciare che esplori il nuovo ambiente, offrirgli riposo e momenti di relax, rispettare i suoi tempi: questi sono i primi importanti passi da compiere con un cane adottato in canile. Ogni cane ha però la sua personalità e il modo migliore di comportarsi si racchiude in due parole: pazienza e rispetto.

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Hai deciso di adottare un cane e di andare al canile per conoscere il tuo compagno di vita. Bene, permettici prima di complimentarci con te per aver preso la migliore decisione quando si vuole condividere la propria quotidianità con un amico a quattro zampe. Ora, però, consentici anche di darti qualche consiglio, sebbene ogni cane abbia una sua personalità e soprattutto una storia alle spalle che noi di certo non possiamo conoscere.

Ma ci sono delle indicazioni generali che riguardano in questo caso proprio come il costruire una relazione con lui e che possono tornare utili quando Fido arriverà a casa dopo aver passato parte della sua vita, che sia breve o lunga, all'interno di un luogo non familiare e in cui può aver subito dei disagi nonostante magari sia stato accudito al meglio dai volontari o dagli educatori del posto.

Sicuramente ciò di cui avrà bisogno è di un sano riposo, di avere i suoi tempi per conoscere la sua nuova casa e anche per approcciare con quella che scoprirà essere diventata la sua famiglia. Il modo migliore di comportarsi, dunque, si racchiude in due parole che vogliono essere rappresentative e comprensive del suo passato e del presente in cui è stato catapultato: pazienza e rispetto.

I consigli che seguono non sono necessariamente in ordine temporale: ogni cane avrà una sua personale reazione e sta a voi osservarlo e interagire con lui nel modo più corretto. In generale, nel caso di cani particolarmente timidi o al contrario iperattivi, il consiglio più importante è ricordarvi che un percorso post adozione insieme a un educatore o a un istruttore cinofilo vi consentirà di iniziare la relazione nel modo migliore.

Lasciarlo esplorare l'ambiente

Immaginiamo come ci sentiremmo noi dopo aver passato un periodo in prigione e senza colpe. Nel caso di un cane di canile, quel "senza colpe" si trasforma in essere stato abbandonato oppure accalappiato sul territorio nel quale viveva. Da una situazione dunque nota (anche nella peggiore delle ipotesi nel caso di un cane maltrattato ma che comunque conosceva il contesto nel quale viveva) ecco che il cane che abbiamo incontrato in canile si ritrova in un nuovo ambiente, ovvero casa nostra che è diventata anche la sua.

Ma lui lo sa? Questo non è dato saperlo con certezza ma ricordiamo che i cani hanno cognizione di ciò che gli accade e il loro olfatto riesce a leggere le nostre emozioni. I cani, inoltre, hanno anche un'enorme capacità di interpretare le nostre intenzioni, dunque possiamo anche supporre che quel cane sappia sin dal momento in cui vi incontra che la sua vita sta cambiando. Ciò che di certo farà, chi in modo evidente chi in modo meno, è guardarsi intorno e prendere le misure del nuovo contesto e delle persone che lo circondano. Per farlo è molto importante fargli usare tutti i suoi sensi, in particolare – come sempre – quel meraviglioso strumento che ha che è il suo naso attraverso il quale catturerà tutte le informazioni di cui ha bisogno.

Compatibilmente con il luogo nel quale vivete, dunque, lasciate al cane la possibilità di vivere tutte le stanze del vostro appartamento, dategli fiducia e accompagnatelo però senza pressioni alla scoperta della sua nuova casa, consentendogli di scegliere anche i luoghi in cui riposare dove si sente più al sicuro.

Farlo riposare e offrirgli momenti di relax

Un cane che proviene da un canile ha subito la presenza degli altri conspecifici in ogni modo, anche se tenuti a distanza si sono percepiti l'un l'altro, annusando lo stress con lo scambio di odori e stressati dai latrati e dagli abbai. Un animale sociale che ama stare con una ristretta cerchia come il cane ha un enorme bisogno di riprendersi dopo aver vissuto questa situazione.

Le energie possono essere davvero basse e se il luogo in cui è arrivato è a sua misura e gli umani intorno non gli fanno pressioni, mediamente un cane proveniente da un rifugio avrà un gran bisogno di riposare. Non vi spaventate, dunque, se dorme tanto ed è all'inizio poco partecipativo alle attività familiari. Deve ricaricarsi, semplicemente, e solo dopo un periodo – che varia da soggetto a soggetto – uscirà fuori quella che è la sua vera personalità.

Come ha consigliato l'istruttore cinofilo Francesco Cerquetti su Kodami, un aiuto concreto per farlo rilassare è proporgli dei masticativi: «C'è qualcosa che va bene ai cani di tutte le età: masticare è un vero e proprio bisogno e appagarlo non solo dona piacere, ma consente anche di rilassarsi e prendere sonno più facilmente. Allora è bene prendere degli oggetti appositi, come ad esempio dei giochi in corda o in materiale non tossico e indirizzare su questi l’attenzione del nostro nuovo amico; oppure degli snack da masticare della giusta consistenza».

Rispettare i suoi tempi

Rispettare i tempi del cane che avete adottato è la regola aurea a cui fare riferimento quando il vostro nuovo membro della famiglia arriva a casa. Tutto ciò che abbiamo detto in precedenza, infatti, include questo aspetto di una relazione che è all'inizio e che è unica e irripetibile, motivo per il quale è davvero inutile dare consigli generali che non possono assolutamente essere applicati a ogni singolo rapporto.

Ci sono troppi fattori che incidono sulla reazione che un cane proveniente da un canile avrà quando arriva in un nuovo ambiente. Pensiamo già solo quanta differenza fa l'età del cane (cucciolo, adulto, anziano?), quanto tempo ha trascorso lontano da un umano di riferimento, qual è il suo carattere (allegro? introverso? pigro? attivo?) e come si relaziona in generale con gli esseri umani.

Ecco, solo lasciandolo libero di esprimere se stesso, e dunque di farlo in tempi che sono molto soggettivi da cane a cane, potremmo capire chi è e che cosa gli piace fare. Stiamo praticamente dando così la possibilità a un individuo di lasciarsi andare in un contesto che gli restituisce fiducia, rispetto e – fondamentale – un ambiente calmo in cui finalmente può badare solo a stare bene insieme a voi, senza lo stress e i disagi vissuti all'interno di una struttura e del box nel quale era recluso.

Dargli da subito indicazioni chiare e coerenti

Dopo aver sottolineato questi diversi aspetti, non vuol dire però che il cane debba essere "lasciato a se stesso" come se voi non foste presenti, chiaramente. Una comunicazione chiara sin dalle prime ore di vita insieme è fondamentale: come lui con i suoi tempi vi mostrerà chi è, così dovrete fare voi dotandovi sicuramente di un approccio emotivamente corretto che si "riduce" nel sapere che avete scelto un compagno per tutta la vita. E fargli sapere ciò che pensate sin dal principio è il primo passo per saldare la relazione.

Aprirsi all'altro vuol dire mettere in atto un comportamento che sia soprattutto coerente, non confondendolo con indicazioni contrastanti già solo nel concertare con lui anche i luoghi che sono a sua disposizione e quali no. Perché il cane vi farà capire ciò che gli piace e ciò che gli interessa e non è detto che vada bene necessariamente a tutti, soprattutto se alcuni comportamenti possono causare dei problemi in famiglia.

In maniera del tutto generica e per fare un esempio, immaginiamo un cane che sceglie di riposare sul divano ma ha un profilo molto possessivo che va contemperato: se non gli farete capire che quello spazio sarà anche suo solo se sarà capace di condividerlo, un giorno questa interazione potrebbe provocare una frattura tra di voi. Ancora, ipotizziamo che una delle persone della famiglia non voglia che il cane dorma sul suo letto: bene, facciamolo presente al nuovo "inquilino" da subito, così che abbia appunto ben chiaro come relazionarsi con ogni componente del suo gruppo sociale ristretto.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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