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15 Luglio 2021
12:37

Col cambiamento climatico prepariamoci a convivere con le zanzare anche in inverno

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'università della Florida, i cambiamenti climatici e l'aumento delle temperature medie consentiranno alle zanzare di allungare i loro tempi di attività. Presto dovremmo imparare a convivere con questi fastidiosi insetti anche in inverno, e tutto ciò potrà avere importanti ricadute anche sulla diffusione di molte malattie.

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Se pensate che sopportare le zanzare durante la stagione estiva sia già abbastanza faticoso, iniziate a prepararvi psicologicamente, presto dovremo imparare a convivere con loro anche nei mesi più freddi. Tutta colpa del cambiamento climatico e dell'aumento delle temperature, che secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori della University of Florida allungheranno progressivamente il periodo dell'anno in cui i fastidiosi ditteri sono attivi. Questa dilatazione temporale non solo causerà sempre più punture e insopportabili ronzii notturni, ma potrebbe avere pesanti conseguenze anche sulla salute pubblica. Le zanzare sono infatti tra gli animali più pericolosi al mondo, perché vettori di malattie come la dengue e la malaria, che potrebbero quindi diventare ancora più diffuse.

Le zanzare adorano il caldo

Al mondo esistono circa 3500 specie diverse di zanzare, raggruppate tutte nella famiglia culicidae, dal latino culex che significa appunto zanzara. Nei paesi tropicali in cui le temperature sono più o meno costanti in tutte le stagioni questi insetti sono attivi praticamente tutto l'anno. Per nostra fortuna nei paesi con clima temperato e alternanza di stagioni, come l'Italia, le zanzare sono attive solamente nei mesi più caldi, e vanno in una sorta di letargo chiamato diapausa appena arriva l'inverno. Tutto questo potrebbe però cambiare molto presto.

Per verificare le capacità di tolleranza termica delle zanzare i ricercatori della University of Florida hanno catturato oltre 28mila zanzare in più di 70 siti intorno a Gainesville, Florida. Per riuscirci hanno utilizzato delle speciali trappole a CO₂, ciò che davvero attira su di noi le zanzare. L'anidride carbonica che noi animali a sangue caldo emettiamo respirando è infatti il segnale irresistibile che dice loro: «Ehi, lì c'è un bel pasto ambulante!». Da queste 28 mila gli scienziati hanno campionato casualmente 1000 individui appartenenti a 18 specie diverse per sottoporli poi ai test termici in laboratorio.

Il test in laboratorio

Le zanzare sono state quindi suddivise per specie e rinchiuse in fiale, per poi essere sottoposte a svariati cambi di temperatura controllati. I ricercatori sono riusciti ad osservare l'attività degli insetti nelle diverse condizioni climatiche, individuando così per ciascuna zanzara le temperature limite e le soglie termiche, sia calde che fredde, oltre le quali diventano inattive. Gli esperimenti hanno permesso di scoprire che le zanzare sono molto più "elastiche" nel tollerare i cambiamenti di temperatura di quanto creduto finora. In estate, quando le temperature giornaliere sono più costanti, l'intervallo di tolleranza degli insetti si restringe. In primavera e in autunno, invece, quando tra notte e giorno c'è maggiore escursione termica, le zanzare riescono a sopportare intervalli di temperatura molto più ampi.

Considerando che il cambiamento climatico renderà i nostri autunni e i nostri inverni sempre più miti, tutto ciò si tradurrà in un progressivo allungamento del periodo di attività delle zanzare anche nelle regioni temperate. Una capacità di adattamento ai cambiamenti di temperatura piuttosto sorprendente, i cui meccanismi precisi sono ancora tutti da studiare.

Prepararsi al cambiamento

I risultati di questo studio evidenziano ancora una volta la necessità di approfondire i cambiamenti ecologici che saranno generati dai cambiamenti climatici. L'aumento delle temperature medie causerà profonde e inevitabili trasformazioni nella distribuzione spazio-temporale di molto specie, soprattutto quelle estremamente adattabili e con elevati tassi riproduttivi, come appunto le zanzare. Piante e animali si sposteranno in nuove aree o cambieranno le loro abitudini, e tutto ciò potrà avere conseguenze pesanti anche in termini economici e sanitari.

Si stima che ogni anno siano circa 96 milioni i casi sintomatici e circa 40mila i decessi causanti dalla dengue, l'infezione virale più diffusa trasmessa dalle zanzare tigre del genere Aedes. Con l'aumento delle temperature medie questa e altre gravi patologie potrebbero diventare purtroppo ancora più diffuse. Dobbiamo quindi prepararci a convivere con questi cambiamenti e a trovare al più presto le contromisure per contrastarli. Fare scorte di antizanzare non sarà sufficiente.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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