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«Uccidi chi vuoi, ma non uccidere il cane». È questo “l’ultimatum” che la star hollywoodiana Channing Tatum ha dato al regista Reid Carolin durante lo sviluppo del nuovo film di cui è protagonista, “Dog”, spiegando che «amiamo i cani e la loro morte in un film è qualcosa che nessuno vuole vedere. Penso sia una specie di peccato mortale». Ovviamente non si parla di un’uccisione letterale, ma di una eventuale morte fittizia funzionale alla trama. Per Tatum, però, il cane doveva arrivare in fondo al film senza subire alcun danno e questo ha chiesto il regista e agli sceneggiatori.
“Dog” racconta la storia del soldato dell’esercito Briggs (Tatum) incaricato di accompagnare il cane Lulu da un capo all’altro degli Stati Uniti per consentirle di assistere al funerale del suo umano, il sergente Nogales, morto in un incidente d’auto. Lulu è stata compagna di numerosi missioni di guerra di Nogales e l’esperienza ha lasciato il segno: nel corso del viaggio, Briggs è costretto a imparare a relazionarsi con Lulu, e viceversa, arrivando anche a conoscere meglio se stesso.
Il film è stato fortemente voluto da Tatum, che oltre a esserne il protagonista ne è anche regista, al debutto, insieme con Carolin, che già l’aveva diretto in “Magic Mike”. E non è un caso che ad affiancarlo ci sia una Lulu: Lulu era il nome della Malinois con cui l'attore viveva insieme all’ex moglie Jenna Dewan, ed è morta nel 2018 lasciando entrambi distrutti dal dolore. Da lì Tatum ha iniziato a pensare di fare un film dedicato a Lulu, provando in questo modo anche a esorcizzare il dolore per il lutto.
«Poco più di un anno fa sono tornato da un viaggio in cui ho detto addio alla mia migliore amica – aveva detto Tatum nel 2020 – Adesso sto facendo in film che si ispira a lei. Sono orgoglioso di annunciare che “Dog” sarà prodotto dalla Mgm Studios».
Nel film Lulu è interpretata da tre Pastori Belga Malinois, Lana, Britta e Zuza, che si sono alternate sul set insieme con Tatum: «La storia si concentra su sentimenti e legami – ha spiegato l’attore a EW – Lulu è entrata nella mia vita che aveva sei settimane. Era come mia figlia, la mia ombra, era tutto. Nel film però c'è una storia molto, molto diversa».
C’è però una scena che richiama una esperienza di vita reale, e cioè quando Briggs e Lulu che si fermano lungo la strada per una rapida sosta e Lulu si allontana. Quando torna, in bocca ha alcune piume: «La mia Lulu era un cane a cui piaceva cacciare e io non caccio, quindi non ha mai avuto modo di esercitare davvero quella parte del suo dna – ha raccontato l’attore – Quindi qualsiasi cosa che non fosse un cane o fosse cinque volte più grande di lei, lei avrebbe voluto eliminarlo, proprio come accade nel film».
L’esperienza sul set è stata per Tatum una delle più difficili, per sua stessa ammissione: «Pensavamo sarebbe stato un film piccolo, contenuto: io, un cane, in macchina, in viaggio – ha raccontato – Invece è stato uno dei film più difficili da realizzare e provare a fare». Soprattutto perché la regola iniziale, oltre a quella di non ferire o far morire il cane nella storia, è stata quella di lasciare che il cane facesse, appunto, il cane: «Abbiamo cercato di modellare il mondo attorno a questo, in modo da consentirgli di essere se stesso».
E pazienza se le riprese non sono andate sempre come dovevano, se vi sono stati intoppi e piccoli incidenti di percorso legati al girare praticamente ogni scena con un animale: l’obiettivo era raccontare un legame nel modo più veritiero possibile, e «sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto». “Dog” esce nelle sale italiane il 12 maggio 2022, nel frattempo Tatum ha accolto in famiglia un altro cane, un Pastore Tedesco di nome Rooklin che, come ha detto lui stesso, gli ha rubato il cuore al primo sguardo.
Il rapporto tra cani e militari in Usa è vissuto con molta intensità. Con alti e bassi, a seconda dei casi e delle relazioni, le storie di soldati e cani colpiscono tanto l'immaginario delle persone e fanno parte anche di accadimenti molto importanti che hanno cambiato anche lo scenario politico internazionale. Gli attentati dell’11 settembre 2001, ad esempio, fecero conoscere al mondo il volto di Osama Bin Laden che da quel giorno in poi divenne l’uomo più ricercato del mondo e a contribuire alla sua cattura e uccisione a Abbottabad in Pakistan nella squadra d’elite dei Navy SEALS c’era anche un cane di nome Cairo. Non solo in Usa i cani che hanno partecipato a operazioni delicate sono diventati, nel bene e nel male per quanto li riguarda, protagonisti di storie parallele a quelle principali: basti pensare agli attentati del 13 novembre 2015 allo Stade de France, al club Bataclan e in altri cinque assalti armati in locali pubblici a Parigi. Durante quei giorni Diesel, un pastore belga che faceva parte del gruppo speciale d’intervento della polizia, morì in circostanze non chiare durante lo scontro a fuoco tra agenti e terroristi che avvenne a Saint-Denis.