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26 Marzo 2021
13:59

I cani giapponesi: la comunicazione è nei dettagli

I cani giapponesi hanno caratteristiche che rimandano ai comportamenti degli abitanti delle loro terre d'origine. Riservati e spesso silenziosi, hanno una comunicazione che si basa su piccoli dettagli. Per imparare a riconoscerli bisognerà osservarli, ma non sarà difficile: sono cani davvero meravigliosi. Ecco tutte le principali razze di cani giapponesi e le loro caratteristiche.

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I cani giapponesi sono cani originari dell'estremo oriente e molti di loro appartengono alla categoria degli spitz, cani caratterizzati da orecchie triangolari, coda arricciata sopra la schiena e muso triangolare. Solo alcune razze giapponesi sono invece considerate da compagnia oppure molossoidi. I cani giapponesi rispecchiano in parte la cultura e la tradizione del luogo d'origine. La loro comunicazione infatti non è caratterizzata da gestualità plateali, ma è più fine e dedicata ai dettagli. Dove un Labrador muove il corpo emettendo suoni di ogni tipo, un cane giapponese potrebbe muovere un solo orecchio nell'espressione della stessa emozione.

Siete pronti? Iniziamo un viaggio speciale, fatto di razze antiche (anzi, primitive) e storie di combattimenti, caccia all'orso e incroci con razze di origini molto distanti tra loro. Andiamo a scoprire le più diffuse razze di cani giapponesi.

Akita Inu

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L'Akita è il cane giapponese più famoso in Italia. Il suo portamento elegante, il muso particolarmente dolce soprattutto nei primi mesi di vita, lo hanno reso famoso a partire dagli anni '80. La sua fama è scresciuta quando è uscito nelle sale il film di Hachikō, l'Akita talmente fedele al suo compagno umano, Hidesaburō Ueno, professore di scienze dell'agricoltura dell'Università Imperiale di Tokyo, da continuare ad andare, anche dopo la sua morte, alla stazione dove si recavano ogni giorno.

Questa antica razza veniva utilizzata fin dal ‘600 nella regione giapponese di Akita, da cui prende il nome, per la caccia all’orso e come cane da combattimento. Nel 1931, nove Akita furono nominati "monumenti naturali" per la loro bellezza ed eleganza. Durante la seconda guerra mondiale le loro pelli venivano utilizzate come indumenti per i militari e il numero di questi cani si ridusse drasticamente, ma la selezione da parte degli appassionati ha permesso alla razza di sopravvivere. L'Akita mantiene un carattere che ricorda le sue origini: riservato e attento al territorio (in passato era anche guardiano dei templi), si affida solo ai proprietari che si guadagnano la fiducia. Questo cane insomma, possiede la motivazione affiliativa, ma non la regala.

Motivazioni prevalenti: territoriale, possessiva, competitiva, affiliativa.

Categoria: spitz asiatici.

Shikoku ken

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Sono particolarmente rari fuori dal paese d'origine. Si distinguono dalle altre razze giapponesi per il caratteristico pelo color sesamo. La loro corporatura è più esile rispetto ai più famosi cugini Akita, ma mantengono la stessa eleganza e comunicazione fatta di piccoli dettagli. Come molte razze giapponesi, non sono cani per chi lascia tutto al caso. Amano avere le cose chiare e ameranno anche voi, se contribuirete in questo loro intento. In passato ne esistevano 3 varietà: Awa, Hongawa e Hata. La varietà Awa è scomparsa durante la seconda guerra mondiale, la Hongawa è quella più simile all’originale, mentre la Hata ha un aspetto leggermente più massiccio che lo rende particolarmente simile allo Shiba Inu, ma è di dimensioni più grandi.

Motivazioni prevalenti: affiliativa, esplorativa, perlustrativa, competitiva intraspecifica.

Categoria: spitz asiatico.

Shiba Inu

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In giapponese “shiba” significa "piccolo”. Anche questa razza, come l'Akita, rischiò di scomparire nel XX secolo, a causa dell'uomo che provò ad incrociarlo con altre razze occidentali di cani da caccia, come il Setter o il Pointer. La caccia infatti divenne una disciplina sportiva anche in Giappone e solo grazie agli appassionati, lo shiba inu sfuggì alla scomparsa. Questo cane era utilizzato per la caccia a piccoli animali o uccelli. Nel 1937 lo Shiba fu considerato un “monumento naturale” e a seguito di questo riconoscimento la razza fu allevata e migliorata fino a diventare la razza conosciuta oggi. Viene spesso adottato come cane da compagnia, ma mantiene un carattere solido che rischia di fare impazzire i proprietari più sprovveduti o i cani troppo irruenti. Conoscete un buon educatore cinofilo? Ora è il momento di cercarlo. Sarà un percorso meraviglioso, scoprirete molte cose e la vita con lo Shiba Inu avrà finalmente senso.

Motivazioni prevalenti: territoriale, possessiva, competitiva, affiliativa.

Categoria: spitz asiatici.

Hokkaido Inu

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Questo cane veniva utilizzato per la caccia ma anche per il traino delle slitte, questo fa di lui un cane con una forte motivazione affiliativa e collaborativa (con il suo umano di riferimento). Come molte razze orientali, anche l'Hokkaido è un cane non particolarmente socievole con gli estranei, ma se correttamente guidato è in grado di dimostrare il suo disappunto con tranquillità. Ha una motivazione cinestesica sviluppata, data da una storia legato alle slitte e non disdegnano il mestiere del cacciatore, a lungo infatti sono stati utilizzati per la caccia all"orso bruno, attaccandolo alle spalle nel tentativo di sfiancarlo, ma venivano utilizzati anche per la caccia di cinghiali e cervi che rincorrono abbaiando e ululando, in modo che il cacciatore senta dove si trovano. Sono inoltre abili pescatori perché in passato venivano utilizzati come aiutanti per catturare i salmoni nel periodo in cui risalgono i fiumi controcorrente.

Motivazioni prevalenti: territoriale, possessiva, competitiva, collaborativa, affiliativa.

Categoria: spitz asiatici.

Kai Ken

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Il Kai Ken, anche detto tiger dog, è oggi un cane raro anche in Giappone dove è una delle sei razze protette dal Nihon Ken Hozonkai (Associazione per la salvaguardia dei Cani giapponesi),  Il mantello tigrato è una caratteristica di questi cani, così come la sua agilità, che lo ha reso un cane perfetto per la caccia sui terreni scoscesi delle montagne, dove veniva utilizzato per le attività venatorie contro cinghiali, cervi e talvolta orsi. Lavorava spesso in muta, per questo motivo, rispetto ad altre razze giapponesi, mantiene una motivazione collaborativa più sviluppata (quanto meno con i suoi simili).

Motivazioni prevalenti: territoriale, perlustrativa, esplorativa, collaborativa, affiliativa.

Categoria: spitz asiatici.

Spitz giapponese

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Probabilmente questa razza discende dal grande Spitz tedesco bianco  portato in Giappone intorno al 1920, dopo aver attraversato il continente siberiano e il nord-est della Cina. Il portamento elegante e la motivazione affiliativa non gli impediscono di essere un cane molto diffidente con gli sconosciuti. Il suo abbaio infatti, lo distingue da altre razze giapponesi caratterizzate da una comunicazione sonora più posata (ad esclusione di alcune razze e degli ululati). Pur appartenendo ai cani "spitz" per questioni morfologiche, viene sempre più spesso considerato un cane da compagnia.

Motivazioni: territoriale, protettiva, affiliativa.

Categoria: spitz asiatico.

Terrier giapponese

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In passato veniva chiamato "il cane da grembo" per le sue piccole dimensioni e per la corporatura esile. Nonostante questa caratteristica estetica, il terrier giapponese mantiene la caparbietà e l'ostinazione dei cugini europei da cui deriva: il Fox Terrier a pelo liscio, portati a Nagasaki dall’Olanda nel 17° secolo con cani da ferma. Tra le razze giapponesi questa è probabilmente la più giocosa e cinetica. Il suo talento, come per molti altri terrier originari di altri continenti, è la caccia al topo, attività che gli dona una forte reattività: non puoi essere lento se devi acciuffare una preda piccola e veloce. Di loro si dice che dorma con un occhio solo, in modo da proteggere il territorio e il proprietario, probabilmente ancora convinto di trovarsi in grembo al proprietario.

Motivazioni: territoriale, predatoria, affiliativa, protettiva, esplorativa, cinestesica.

Categoria: terrier (cani da caccia).

Tosa Inu

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Questo grande molossoide asiatico nasce dall'incrocio tra lo Shikoku-Ken e delle razze occidentali e talvolta viene chiamato “Mastino giapponese”. Ha un passato da combattente e alcune tesi sostengono che nei secoli sia stato incrociato anche con i più possenti San Bernardo. La loro storia ha lasciato un atteggiamento diffidente verso lo sconosciuto ma, se instaura un rapporto di fiducia con il proprietario potrà delegare facilmente le decisioni riguaro gli ingressi nel territorio. Anche lui abbaia poco e per questo motivo viene chiamato "il cane che parla con lo sguardo".

Motivazioni: territoriale, esplorativa, perlustrativa, collaborativa (con l'essere umano di riferimento), protettiva, affiliativa.

Categoria: molossoidi asiatici.

Chin giapponese

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Il Chin giapponese è in realtà originario del Tibet e venne introdotto in Giappone intorno all'anno mille dai coreani. In Giappone ottennero un successo talmente importante da venire nominati animali sacri dall'imperatore. La loro piccola taglia e il pelo lungo e leggermente ondulato, lo rendono un ottimo cane da compagnia. Fin dal XVII secolo infatti, il Chin venne importato in Europa, passando dai mercati dei naviganti portoghesi, e amato dalle famiglie nobili del vecchio continente. Tra i cani da compagnia è uno di quelli che tende ad abbaiare meno. Un comportamento diverso lo contraddistingue: spesso gira su sé stesso.

Motivazioni prevalenti: affiliativa, comunicativa, protettiva, territoriale.

Categoria: cani giapponesi da compagnia.

Kishu Ken

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La leggenda racconta che un giorno, un cacciatore trovò una lupa ferita e ne ebbe compassione. Il cacciatore la salvò, ma chiese in cambio un cucciolo per sdebitarsi. Quel cucciolo diventò il progenitore del Kishu Ken. Abile cacciatore, è anche molto affiliativo. Come altri cani giapponesi, abbaia poco ma preferisce l'ululato (molto acuto). Non ha grandi interessi sociali intraspecifici, e  preferisce l'intimità del gruppo famiglia o la compagnia di un cane della stessa razza. Sembra quasi parli un dialetto tutto suo.

Motivazioni prevalenti: territoriale, affiliativa, perlustrativa.

Categoria: spitz asiatici.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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