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3 Marzo 2022
12:41

Bracconaggio e pesca illegale mettono a rischio la biodiversità in Italia: la denuncia del WWF

Le pratiche illegali dell'uccellagione e della pesca illegale stanno causando un grave danno alla biodiversità. Per questo il WWF ha lanciato in occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica un appello al Governo per chiedere maggiore attenzione nei confronti del tema.

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Bracconaggio fauna selvatica
Lucherino europeo

In Italia ogni anno vengano cacciati e bracconati illegalmente tra 3.400.000 e 7.800.000 uccelli a fronte di 11-36 milioni di individui per anno nell’intera regione mediterranea. Questi i dati diffusi dal WWF Italia in occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica nel report "Il danno invisibile dei crimini di natura", realizzato nell’ambito del progetto europeo SWiPE per il contrasto al bracconaggio.

«I crimini contro la fauna selvatica provocano una significativa riduzione della biodiversità e sono annoverabili tra le cause di estinzione di alcune specie animali e vegetali – segnala il WWF nel report – Nel complesso, il progetto SWiPE contribuirà a sostenere il recupero della biodiversità europea minacciata, la salute degli ecosistemi e a ridurre il coinvolgimento dell'Europa nel commercio illegale di specie selvatiche».

Secondo le stime elaborate dall'associazione animalista, l’uccellagione rientra tra le pratiche illecite contro la fauna selvatica maggiormente diffuse. Un numero indiscriminato di pennuti viene regolarmente catturato attraverso l’utilizzo di sistemi diversi dalle armi da fuoco come reti, panie, archetti, vischio, lacci o altri strumenti fissi. Strumenti che oltre a essere fuori legge provocano un danno indiscriminato all'avifauna – non potendo operare distinzioni tra le specie e tra esemplari adulti e pulli –  simile a quello provocato nei mari dalla pesca a strascico.

Infatti, i volontari del WWF Lombardia nel corso delle consuete operazioni anti-bracconaggio del 2021 hanno rinvenuto, senza vita e abbandonati, anche esemplari di uccelli più piccoli di un accendino. Prede non commerciabili, uccisi come "danno collaterale" rispetto ai veri obiettivi dei bracconieri.

Lombardia cacciagione

Tra il 2016 e il 2019 la Regione in cui sono stati denunciati più illeciti è

La Lombardia, con 5.256 denunce, si impone come la regione in cui sono stati denunciati più illeciti contro la fauna selvatica tra il 2016 e il 2019; seguita dal Veneto con 2.526 e dalla Toscana, con 2.247 denunce. Solo in Lombardia i CRAS di Valpredina e Vanzago hanno accolto e curato circa 7.500 animali nel 2021. In particolare, al CRAS della Valpredina 6 ricoveri su 10 ogni anno, in media, hanno a che fare con reati contro la fauna selvatica, essendo oltre il 50% degli animali specie protette, di cui circa il 36% rigorosamente protette, con in testa i rapaci.

Nelle sole Valli bresciane è di oltre 200.000 pezzi il numero degli archetti (trappole che spezzano le zampe ai uccelli di ridotte dimensioni) raccolti, sequestrati o distrutti dai volontari WWF e delle altre associazioni impegnate nei campi antibracconaggio.

In Campania la situazione non è più rassicurante: nei 5 mesi della stagione venatoria tra il 2021 e il 22 le Guardie WWF regionali hanno tratto in salvo 120 animali, trasmesso alle autorità 97 violazioni penali, effettuato 77 sequestri ed elevate 25 violazioni amministrative, per un totale di 172 segnalazioni alle autorità.

Anche qui a coadiuvare il lavoro delle Forze dell'ordine ci sono i Centri recupero animali selvatici  (Cras) che, nonostante la difficile situazione legata all'accesso ai Fondi statali, si occupano di accogliere gli animali feriti dai bracconieri. Come spiega anche Lisa Mantovani, conosciuta sui social come Lisasanimals, nel format di Kodami “Rendez-vous. Incontri in natura”.

La pratica illegale dell'uccellagione in Italia, da Nord a Sud, prende di mira in particolare le specie migratorie, dato che la penisola, per la sua particolare orografia, funge da punto d'approdo terrestre per centinaia di migliaia di individui che ogni anno transitano sulla rotta migratoria Europa-Africa.

Nonostante in Italia esistano ben 626 Zone di Protezione Speciale (ZPS), istituite in applicazione della Direttiva europea “Uccelli” proprio allo scopo di tutelare le rotte migratorie degli uccelli, si assistono ancora a numerosi casi di abuso. In tal senso, uno degli ultimi episodi è avvenuto a Ovindoli, in Abruzzo, dove il Tar dell’Aquila ha bocciato l'estensione degli impianti sciistici che avrebbero insidiato l'habitat dell'avifauna locale, protetta, appunto da una apposita ZPS istituita nel Parco naturale regionale del Sirente Velino.

Non solo bracconaggio: i danni della pesca illegale

Non è solo l’avifauna a finire nelle reti dei bracconieri: secondo i dati forniti delle Guardia Costiera sono numerosi i danni causati alla biodiversità, animale e marina, causati dalla pesca illegale. Un contesto in cui domina la criminalità organizzata su tutto il territorio e che recentemente è emersa inPuglia, dove la mafia del Gargano si è impossessata della costa penetrando nel commercio ittico. Una gestione spregiudicata delle risorse, attuata attraverso l'estorsione e la violenza, che mette a rischio le attività antropiche e soprattutto le specie marine.

Il WWF segnala che a fronte di un numero di ispezioni che negli ultimi anni si è aggirato tra le 110 e le 140 mila, sono state elevate sanzioni da 7 a oltre 12 milioni di euro con un “picco” di oltre 760 tonnellate di prodotto ittico sequestrato nel 2016. Tra le specie particolarmente oggetto di illeciti ci sono l’anguilla, le oloturie, i datteri di mare e anche alcune specie di squali.

Di recente le anguille sono state inserite dalla IUCN tra le specie minacciate. Dagli anni Settanta ad oggi il numero di individui che raggiungono l'Europa è diminuito di circa il 90% (alcuni studi ritengono anche del 98%). La causa di questo declino è da imputarsi alle attività dell'essere umano, dirette e indirette; accanto al commercio agroalimentare, questa specie è messa a rischio anche dalla perdita dell'habitat dovuta alle trasformazioni antropiche del corso dei principali fiumi europei.

«Creazione di banche dati aggiornate»: la proposta del WWF

La protezione della fauna selvatica in Italia dovrebbe essere garantita dal Piano di azione Nazionale di contrasto al bracconaggio, tuttavia per il WWF esso «risulta inattuato nei suoi obiettivi principali, in particolare nella creazione di un sistema di monitoraggio del fenomeno, nel rafforzamento della cooperazione e della formazione dei vari soggetti preposti al contrasto di questi reati».

L'associazione a questo scopo chiede quindi «la creazione di banche dati aggiornate e dettagliate». Un'arma che si è rivelata fondamentale per il contenimento di altre attività illegali, come il commercio illecito delle opere d'arte, ma che ancora non è stata applicata ai crimini contro gli animali.

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Cardellino (Fonte: WWF)

Nella Giornata mondiale della fauna selvatica il WWF ha quindi rivolto un appello al Governo e al Parlamento «affinché si adottino misure più intense e strumenti più efficaci di contrasto all’illegalità ambientale, a cominciare dalla creazione di banche dati regionali (solo 5 regioni dimostrano di avere dati affidabili) il coordinamento tra le istituzioni, l’aumento dei controlli e il rafforzamento delle sanzioni. Modifiche oggi ancor più necessarie per dare concreta attuazione alle esigenze di tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi divenute principi fondamentali della Costituzione. Accettare lo status quo vorrebbe dire consentire ai criminali di continuare a fare affari impoverendo sempre più la natura. E con essa tutti noi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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