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23 Settembre 2021
10:05

Basilicata, cinque rarissimi capovaccai liberati nel Parco della Murgia Materna

Cinque rarissimi esemplari di capovaccaio sono stati liberati nel Parco della Murgia Materna, in Basilicata. Il Capovaccaio è una rara specie di avvoltoio che popola ormai soltanto tre regioni italiane e le isole Canarie. La popolazione è diminuita moltissimo ed è considerato a rischio estinzione. Il progetto Life Egyptian Vulture è finalizzato proprio a portare avanti azioni mirate per preservare la specie e aumentare il numero di esemplari.

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Cinque giovani (e rarissimi) esemplari di capovaccaio (Neophron percnopterus), piccolo avvoltoio considerato a rischio estinzione, sono stati liberati nei giorni scorsi nel Parco Regionale della Murgia Materna, in Basilicata. Gli uccelli sono nati in cattività nell’ambito del progetto Life Egyptian Vulture un’iniziativa organizzata dall’ISPRA insieme con Biodiversità sas, De Rerum Natura sas  e del Centro Rapaci Minacciati (CERM). Sino a oggi sono stati 18 i capovaccai nati in cattività e reintrodotti in natura grazie al progetto Life, che punta a migliorare lo stato di conservazione del Capovaccaio in Italia e nelle Isole Canarie con un insieme di azioni finalizzate a favorirne la ripresa demografica e l’espansione.

La storia dei 5 capovaccai liberati in Basilicata

Gabriel, Juanita, Lucas, Pablo e Isabel, nati nel giugno 2021 al Centro Rapaci Minacciati, in Toscana, hanno iniziato la loro vita "selvatica" nel Parco della Murgia Materana il 20 agosto 2021. Dopo il trasferimento dal Cerm e una breve tappa al Centro Recupero Animali Selvatici di Matera, i cinque capovaccai hanno trascorso tre giorni di ambientamento in una cassa-nido installata all’interno di una stazione di alimentazione supplementare per rapaci, costantemente monitorati anche a distanza mediante un sistema di videosorveglianza.

Una volta aperto lo sportello della cassa-nido, i giovani capovaccai sono usciti nell’arco di poche ore e hanno iniziato a esplorare i dintorni con brevi voli, alimentandosi e interagendo con i Nibbi reali, i Nibbi bruni e i Corvi imperiali presenti nell’area. Negli anni scorsi, con le stesse modalità, quattro diverse operazioni di liberazione avevano consentito di reintrodurre in natura altri 14 capovaccai nati in cattività. Queste operazioni costituiscono una delle principali azioni in favore del Capovaccaio attuate nell'ambito del Life Egyptian Vulture, progetto cofinanziato dall'Unione Europea che vede Ispra tra gli otto partner coinvolti.

Gli spostamenti effettuati dai giovani esemplari reintrodotti in natura vengono seguiti in tempo reale dallo staff del progetto sia mediante osservazione diretta sia con i segnali inviati dalle apparecchiature gps/gsm e dai trasmettitori Vhf di cui sono stati muniti proprio per monitorarli. A seguito dell’accordo siglato tra Ispra e Cufaa (il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari di cui fanno parte i carabinieri forestali) finalizzato alla prevenzione e al contrasto di episodi di bracconaggio e di disturbo antropico nei confronti del Capovaccaio, i forestali sono stati costantemente impegnati nel Parco della Murgia Materna: una volta che i Capovaccai avranno iniziato la migrazione, il Cufaa proseguirà la loro sorveglianza nelle aree di migrazione, in particolare nella Sicilia occidentale, per garantirne la tranquillità ed evitare episodi di bracconaggio.

liberazione capovaccaio
Uno dei Capovaccai liberati

Capovaccaio, l’identikit

Il capovaccaio è il più piccolo delle quattro specie di avvoltoi europei (Grifone, Gipeto e Avvoltoio Monaco sono le altre tre) ed è anche quello con l’aspetto più singolare, lontano dallo stereotipo dell’avvoltoio. La faccia è gialla, e la testa e le zampe rosa sono ornati da ciuffi di penne. Tra gli altri segni particolari ci sono il piumaggio bianco e nero, l’ampia apertura alare (155 – 170 cm) e la breve coda a forma di cuneo. Nell’esemplare giovane il colore del piumaggio cambia: marrone macchiato di color cannella, faccia e zampe grigio-cerulee.

Alle Isole Canarie vive una sottospecie endemica (Neophron percnopterus majorensis), cioè esclusiva dell’arcipelago, che rappresenta l’unica specie di avvoltoio presente. Il “guirre canario“, come viene chiamato localmente, si distingue dalla sottospecie cosiddetta “nominale”, cioè dal Capovaccaio che nidifica nel continente europeo, per differenze a livello genetico e per le dimensioni maggiori (peso di circa 0,5 kg in più, penne della coda più lunghe ed ali più lunghe di 20 cm).

Il capovaccaio frequenta di preferenza aree aperte pascolate e coltivate, nelle vicinanze di pareti rocciose, indispensabili per la nidificazione (molto raramente nidifica su alberi). In genere depone due uova, meno frequentemente una e tre in casi molto rari. È principalmente necrofago, si ciba cioè di animali morti, sebbene comprenda anche escrementi e placente, ragione cui questo avvoltoio segue spesso greggi e mandrie. Proprio dalla sua abitudine di aggirarsi a terra tra il bestiame deriva il nome volgare italiano della specie, “capovaccaio”, di origine toscana.

L’areale del capovaccaio comprende Europa meridionale, Africa, Medio Oriente, Asia centrale e India. In Nepal ed India è presente la sottospecie N. percnopterus ginginianus, di dimensioni minori. In Europa il capovaccaio è una specie prevalentemente migratrice, che sverna nell’Africa sub-sahariana e si trasferisce in Europa tra marzo e ottobre, periodo nel quale le coppie portano a compimento la riproduzione. I giovani migrano in Africa a fine estate e, solitamente, trascorrono circa tre-quattro anni prima di fare ritorno in Europa. Il “guirre canario“, invece, è sedentario (non migra) e sedentarie sono anche le popolazioni di capovaccaio di Minorca (Baleari) e delle isole di Capoverde.

Tra le specie di avifauna nidificanti in Italia, il capovaccaio è probabilmente quella a maggior rischio di estinzione. Il numero totale di esemplari è diminuito di oltre l’80% negli ultimi 50 anni, ed è ormai sull’orlo dell’estinzione. La popolazione riproduttiva è confinata in Basilica, Calabria e Sicilia, e nel 2019 era  stata stimata in circa 7-9 coppie in Sicilia e 3-4 coppie nell’Italia peninsulare. Questo piccolo avvoltoio migratore, come detto, nidifica in Italia ma sverna in Africa, in paesi a sud del deserto del Sahara, e proprio la migrazione, comportando un viaggio molto lungo che prevede l’attraversamento dello stretto di Messina, del Mar Mediterraneo e dell’intero deserto del Sahara, lo mette in pericolo. Il transito in Italia avviene infatti proprio a ridosso dell’inizio della stagione della caccia, esponendo gli animali al rischio di abbattimenti illegali da parte di bracconieri.

Che cos’è il progetto Life

Il progetto Life Egyptian Vulture è partito nel 2017 con una durata di 5 anni e un budget di circa 5 milioni di euro finanziato con fondi della Comunità Europea e degli enti che ne beneficiano. Il progetto punta a migliorare lo stato di conservazione del capovaccaio in Italia e nelle Isole Canarie mettendo in atto misure che mitighino l’impatto dei fattori negativi che colpiscono la specie e, al contempo, azioni dirette per favorirne la ripresa demografica e l’espansione.

Le aree coinvolte nel progetto sono, in Italia, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, in Spagna le Isole Canarie, in particolare Fuerteventura e Lanzarote. I partner sono Endesa distribución, Ferderparchi-Europarc Italia, Gesplan, Gobierno de Canarias, ISPRA, Regione Basilicata, Regione Puglia.

La popolazione del capovaccaio è in incremento in Spagna, ma il bracconaggio soprattutto incide pesantemente sulla sua demografia. Inoltre le coppie sono relativamente poche (73) e concentrate nell’isola di Fuerteventura.

Tutti questi fattori hanno reso necessario e urgente intraprendere una serie di azioni tra cui la sorveglianza dei siti di nidificazione, la creazione e gestione di stazioni di alimentazione (carnai), interventi sulle linee elettriche (in quei supporti che potrebbero causare episodi di elettrocuzione ai danni della specie), attività di contrasto all’uso illegale del veleno, la riproduzione in cattività e il rilascio di individui nati in cattività nel tentativo di preservare la specie.

Il monitoraggio delle popolazioni di capovaccaio di Italia e Canarie è finalizzato inoltre a incrementare le conoscenze sui fattori limitanti della dinamica delle popolazioni, utili per definire le migliori strategie di protezione e supporto.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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